Grosseto: l'Ospedale per Intensità di Cura non esiste

Grosseto -

       Ancora una volta  Nursing Up e USB si trovano costretti ad esternare, anche fuori dai tavoli di contrattazione, le problematiche inerenti l’erogazione dei servizi sanitari della ASL9. La Dirigenza Aziendale infatti continua a dimostrarsi sorda ai ripetuti e purtroppo sempre più numerosi segnali di sofferenza e di malcontento che serpeggiano tra lavoratori,  con ricadute non certo positive per la corretta erogazione dei servizi e la salvaguardia dei diritti dell’utenza.

       La priorità  dei nostri Dirigenti sembra ormai solo quella di primeggiare nelle valutazioni del MeS e del S.Anna , senza perseguire quella che deve essere la loro  vera “mission” , rappresentata dalla ricerca della qualità dell’assistenza e la centralità della figura del paziente/utente.

       La tanto vantata Organizzazione per Intensità di Cure , propagandata come la nuova frontiera dell’assistenza,  dove il malato si trova ad esser al centro del percorso assistenziale , praticamente si è risolta con l’abolizione dei vecchi “reparti”, divisi per specialistiche e l’introduzione dei “setting”, dove  la decisione di dove ricoverare il paziente , dovrebbe essere  determinata non dalla sua patologia, ma dal grado di complessità assistenziale di cui necessita. Nella realtà, tranne una cospicua e quanto mai sospetta riduzione di posti letto disponibili (forse era questo il vero obiettivo?), praticamente nulla di quanto propagandato si è realizzato : le terapie intensive sono ancora oggi divise tra Rianimazione e UTIC mentre l’area chirurgica , ben lontana dal concetto di Intensità di Cura, ha visto la nascita di due reparti di degenza differenziati, non dalla criticità bassa,  media o alta dei pazienti, ma dalla gestione dell’intervento chirurgico  , cioè  in elezione (interventi programmati) o in urgenza.

      Per quanto riguarda poi l’Area Medica, dove il tentativo di applicare il nuovo tipo di organizzazione in realtà è stato fatto, tutto sta naufragando a causa della cronica indisponibilità di letti liberi, che costringe sempre più spesso gli operatori a collocare i nuovi degenti dove c’è posto , senza poter applicare nessun tipo di criterio valutativo che andrebbe a giustificare l’Organizzazione per Intensità di Cura.

      La cosa più incredibile è che poi , mentre si tagliano i posti letto da una parte , dall’altra si decide di costruire un altro pezzo di ospedale, giustificando il tutto con  le esigenze di un’Organizzazione per Intensità di Cure, che però in pratica, come spiegato, non esiste.

       Non ultimo per importanza il problema del P.S. del Misericordia che sempre più spesso non riesce a smaltire le richieste di soccorso e dove  i pazienti stazionano anche giorni in O.B.I. (Osservazione Breve Intensiva) prima di trovare una collocazione nei setting di degenza.

     Questo caos gestionale ha finito così con l’amplificare le  grosse criticità già presenti :

·       macroscopiche carenze di organico legate alla riduzione del personale Infermieristico, di supporto e del ruolo Tecnico Sanitario,  legate al blocco del Turn over, delle malattie lunghe, delle gravidanze,  ecc…..

·       Sistematico ricorso allo straordinario, spesso utilizzato in maniera impropria, e  assegnazione di turni supplementari al personale, con ricadute negative in termini di orario di lavoro , di assistenza adeguata e di  stress lavoro correlato.

·       Continua e metodica riduzione del personale in turno, che spesso non viene adeguatamente sostituito,  favorendo la possibile insorgenza di “eventi avversi” dove è l’utente in ultima analisi che rischia di farne le spese.
    

Chiediamo che questa dirigenza si faccia carico delle problematiche segnalate e corra immediatamente ai ripari garantendo adeguati carichi di lavoro per i dipendenti e la giusta assistenza per chi, non certo per scelta, ma sicuramente per necessità, è costretto a fare ricorso ai servizi e alle cure erogate dalla sanità maremmana . Non ultima è attesa anche una decisa presa di posizione a tutela della cittadinanza da parte degli amministratori locali e dalla politica in generale, che in una situazione di così profondo disagio, non possono continuare a far finta che la salute dei cittadini sia una questione che non li riguarda