ROTTAMAZIONE 2.0: E' SCOCCATA L'ORA DEGLI INFERMIERI!

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Evidentemente la rottamazione per il PD è come le ciliegie: una tira l’altra!

Con questo evidente intento è stato depositato al Senato un Disegno di Legge (Norme per favorire il ricambio generazionale nella professione infermieristica e nelle professioni sanitarie) da due esponenti del partito di governo – una delle quali presidente del collegio nazionale degli Infermieri (IPASVI) – nel quale si prevede la trasformazione volontaria (bontà loro!) del rapporto di lavoro degli Infermieri da tempo pieno a part-time nei 3 anni che precedono la pensione, così da assumere giovani professionisti disoccupati o inoccupati fino a 35 anni di età.

Scopriamo così che i problemi che affliggono il SSN non sono i continui tagli di risorse e servizi, i ticket, la corruzione, le esternalizzazioni, il mancato rinnovo del contratto di lavoro dal 2009, l’alto numero di precari, la carenza di personale che costringe ad indecenti carichi di lavoro con ricadute in termini di qualità e sicurezza ma …. l’età anagrafica degli Infermieri in servizio, che sarebbe di per se responsabile del rilevante impatto sul buon andamento del sistema sanitario nazionale nonché sulla tenuta del sistema in termini di efficienza organizzativa e sugli assistiti in termini di qualità delle cure!

 

Per gli standard europei in Italia mancano 60.000 Infermieri; circa 30.000 di quelli in servizio sono precari; l’età media, come ci dice il Ministero della Salute, è di 44,6 anni.

 

E’, quindi, ignoranza o mala fede strumentale all’ulteriore riduzione di risorse nel servizio sanitario pubblico?!

Propendiamo senza indugi per la seconda, visto che è universalmente riconosciuto il valore dell’esperienza nelle professioni sanitarie e che nell’indice di gradimento dei cittadini gli Infermieri occupano i primi posti della classifica e non gli ultimi, come traspare dal delirante disegno di legge.

Come, poi, gli Infermieri dovrebbero sopravvivere al 50% di uno stipendio già misero non è evidentemente cosa che riguarda le due senatrici della Repubblica!

Ma il punto è un altro: un Infermiere con qualche anno di servizio sulle spalle (17 la media nazionale) costa caro; è poco disponibile alla subordinazione, in virtù di uno sviluppato senso della propria funzione sociale e dei propri diritti; non si sottomette pacificamente a ritmi di lavoro degni di una bestia da soma. E succede anche che anni di lavoro molto pesante e di turni – senza alcun riconoscimento legislativo dell’usura – abbiano determinato delle prescrizioni sanitarie che mal si adattano a ‘modelli organizzativi’ basati su ritmi e carichi di lavoro selvaggi.

Meglio quindi rottamare e garantirsi “carne fresca” da macello!

Questo disegno di legge è vergognoso e come tale va rispedito al mittente.

Il fatto che sia firmato dalla Presidente dell’IPASVI la dice lunga sulla cultura che pervade un Collegio Professionale al quale gli Infermieri sono obbligati a versare un “pizzo” annuale.

Al servizio sanitario pubblico, come al resto della PA, servono risorse; meno dirigenti e più personale d’assistenza; sblocco del turnover e assunzioni, a cominciare dai precari; rinnovo del contratto e cancellazione della legge Fornero sulle pensioni; reinternalizzazione dei servizi e dei lavoratori per contrastare il sistema criminogeno degli appalti e garantire la qualità dei servizi.