OSPEDALI CHIUSI PER SICUREZZA

Roma -

 

Finalmente dal prossimo 25 novembre l’Italia, per evitare la condanna della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e le conseguenti pesanti penalizzazioni economiche, dovrà adeguare la normativa in tema di orario di lavoro e riposi giornalieri del personale sanitario.


Dal 2007, i governi che si sono succeduti, hanno permesso – infatti – che si derogasse ai più elementari principi di sicurezza del lavoro concedendo, di fatto, una deregolamentazione dell’orario di lavoro e il mancato rispetto dell’obbligatorio riposo di 11 ore consecutive nell’arco delle 24.
Le prime deroghe hanno investito i medici, ai quali va riconosciuto l’impegno in tutte le sedi per l’ abrogazione di questo scempio, e poi a caduta il personale infermieristico e, in alcune regioni, persino gli OSS.


Va da sé che proprio grazie alle deroghe alla sicurezza, firmate azienda per azienda con il complice contributo di cgil cisl e uil, è stato possibile nascondere sotto il tappeto l’enorme carenza di personale sanitario esistente – oltre 100.000 infermieri mancano all’appello per adeguare l’assistenza italiana agli standard europei – e ricavare qualche margine di profitto a fronte dei continui tagli alla spesa sanitaria.


Ma il prezzo pagato dai lavoratori e dai cittadini in questi anni è stato altissimo: turni massacranti con aumento del numero di infortuni sul lavoro ed in itinere e delle malattie professionali, abbassamento della qualità e degli standard assistenziali, aumento delle infezioni ospedaliere e degli errori sanitari.


Nonostante ciò si continua a fare cassa sulla salute pubblica attraverso tagli pesanti al servizio sanitario e un ultradecennale blocco del turnover che non permette nemmeno la sostituzione di quanti vanno in pensione ed in 8 anni di deroghe nulla è stato fatto per adeguarsi alle norme europee di sicurezza.


Anzi in totale disprezzo della dignità di lavoratori ed utenti le Regioni chiedono all’Aran di intervenire sui contratti di lavoro o attivando le procedure per l’adozione da parte del Ministro della Pubblica Amministrazione e del Lavoro per ulteriori deroghe alle 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore.


Noi non ci stiamo! Chiederemo il ripristino del diritto al riposo in ogni Azienda Ospedaliera e vigileremo affinchè non solo questo avvenga ma anche per evitare eventuali “soluzioni creative” sulla pelle dei lavoratori o che zelanti direttori generali intravedano la possibilità di un ulteriore esternalizzazione di pezzi del servizio pubblico.


Diffidiamo il Ministro Madia e Poletti dal dare corso alle richieste delle Regioni di ulteriori deroghe rivendicando il diritto alla sicurezza per lavoratori ed utenti.