OSS DECEDUTA AD ANZIO DURANTE UN DOPPIO TURNO: IO SO CHI E' STATO

Nazionale -

Continua la strage sul lavoro, a volte con cause molto evidenti, a volte, come in questo caso, il risultato di una filiera di leggi ed indifferenza criminali.

In queste ore ci stringiamo ai famigliari della collega in un forte abbraccio

In quanto accaduto vi sono responsabilità ben precise.

La Riforma Fornero che costringe una lavoratrice a lavorare in un reparto a 66 anni(!) con ritmi pazzeschi. A quell’età ci si dovrebbe godere la pensione dopo una vita di lavoro, stare con i propri cari o dedicarsi ai propri interessi. Una riforma inaccettabile che crea, nella migliore delle ipotesi, una “non vita” proprio negli anni in cui la si potrebbe assaporare maggiormente.

Il precariato che costringe un lavoratore ad essere ricattabile e a dover accettare qualunque imposizione

Stipendi miserabili che creano nuove generazioni di working poor anche nella pubblica amministrazione.

Queste sono tematiche nazionali ed europee che vedono il coinvolgimento di gran parte della classe politica e di “sindacati” come Cgil, Cisl, Uil che anche negli ultimi giorni stanno firmando rinnovi capestro dei CCNL della P.A.

Ma cominciamo a parlare di ciò che vediamo accadere quotidianamente negli ospedali.

Quando un lavoratore/trice soffre di qualche patologia, il MEDICO COMPETENTE(servizio di Medicina Preventiva)appone nel giudizio di idoneità delle limitazioni/prescrizioni che il DATORE DI LAVORO(negli ospedali pubblici è il Direttore Generale) tramite i PREPOSTI deve fare rispettare.

Nella realtà vediamo troppo spesso medici competenti che scrivono limitazioni/prescrizioni vaghe perché hanno timore di non vedersi rinnovato l’incarico, vediamo datori di lavoro che non mettono in campo alcuna politica per il rispetto di queste prescrizioni e vediamo preposti che neanche sanno di esserlo nell’indifferenza generale anche del Servizio di Prevenzione e Protezione e degli Rls molte volte conniventi con l’amministrazione.

Ma accenniamo anche a colleghi che molte volte, invece di lottare per i propri diritti, puntano il dito verso chi non può svolgere determinate mansioni come godessero di un privilegio. Proprio per questo motivo deve essere il preposto ad obbligare il lavoratore a non svolgere alcune mansioni od a non effettuare determinati sforzi.

Nel caso in questione ci chiediamo come sia possibile che una lavoratriche che soffra di determinate patologie cardiovascolari si ritrovi a dover effettuare reiterati doppi turni.

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