10 Luglio - SCIOPERO SANITA' Lazio
possono partecipare allo sciopero i lavoratori e le lavoratrici della sanità pubblica, accreditata e convenzionata e tutti gli operatori/ici delle ditte e società esternalizzate che lavorano nelle Aziende del Servizio Sanitario Regionale
LA SANITÀ SPROFONDA: I LAVORATORI SCIOPERANO! Perché la salute non sia un optional per i pochi che se la possono pagare! A fronte di un deterioramento dei livelli di assistenza di questa Regione, complice una passata gestione politica populista e scellerata, non assistiamo al riposizionamento della nuova giunta sui valori sostanziali del bene salute. Le dinamiche di programmazione, che stanno ridisegnando i vertici regionali, non sembrano coincidere con le reali trasformazioni del sistema, ancora oggi appannaggio dei Direttori Generali delle ASL e degli speculatori. Le chiusure di importanti servizi alla cittadinanza ed il continuo ricorso ai tagli, restano l’unico strumento di risparmio praticato, mentre le nuove gare di appalto per servizi e la contrazione, costante e ripetuta, del personale delle ditte esternalizzate, dequalificano ulteriormente il sistema e non garantiscono livelli di assistenza adeguati alle necessità. La sopravvivenza del sistema sanitario in questa Regione, resta inoltre garantito da migliaia di lavoratori/ici precari, alle dipendenze dirette delle Aziende o al soldo (poco e neanche garantito) di speculatori privati. MENTRE LA REGIONE DISCUTE SU COME FAR QUADRARE I CONTI, I CITTADINI NON SANNO COME AFFRONTARE I PROBLEMI DI SALUTE ED I LAVORATORI SONO SEMPRE MENO, PRECARIZZATI E SFRUTTATI CONTRO LA CHIUSURA AD OGNI CONFRONTO IL 10 LUGLIO LA SANITÀ IN SCIOPERO - PER AFFRONTARE I VERI PROBLEMI DEL TERRITORIO, - PER DIRE BASTA AI TAGLI DELLA SPENDING REVIEW, - PER IL RIASSORBIMENTO DI TUTTI I LAVORATORI/ICI PRECARI Partecipiamo tutti alla MANIFESTAZIONE indetta dalla Confederazione USB Lazio in REGIONE (C. Colombo) ore 10.00 contro la disoccupazione, i bassi redditi, gli affitti troppo alti, le case popolari che non ci sono, i servizi sempre più ai privati, il lavoro precario, i prezzi che non scendono, la scuola pubblica e la ricerca abbandonate a sé stesse.