50 anni di Statuto dei Lavoratori ma in Sanità bisogna riconquistare tutto,a partire da sicurezza sul lavoro e diritto alla salute
Fosse stato uno dei passati decreti d’urgenza per affrontare l’emergenza ci saremo semplicemente preoccupati ma considerando che si tratta del Decreto del Rilancio del Paese, beh, c’è da essere molto allarmati!
Infatti, a leggere la parte dedicata alla sanità, si ha la netta impressione che l’emergenza non abbia insegnato nulla. Si tratta infatti, fatta eccezione dell’aumento stabile dei posti letto di terapia intensiva (per i quali non è però prevista la relativa assunzione stabile di personale), di misure temporanee, provvisorie e che in nessun modo andranno ad incidere sulle evidentissime fragilità del Sistema Sanitario. Viene incentivata la regionalizzazione del sistema sanitario, vero anello debole, come dimostrato dai livelli di autonomia che hanno consentito a più di un governatore di giocare pesantemente con la vita dei cittadini. Le assunzioni di cui si parla sono tutte a tempo, e a queste si affidano servizi importanti e cruciali come quelli di prevenzione: una vera contraddizione in termini! Non si parla mai di ripristino dei posti letto tagliati in passato e per i quali abbiamo pagato un carissimo prezzo in termini di vite umane durante l’emergenza e che non avrebbe costretto molti medici al rito macabro di scegliere tra chi salvare e chi lasciar morire. A completare la beffa a carico degli “Eroi”, dal decreto scompare anche l’annunciato premio di 1000 euro, mentre i finanziamenti da 3,2 miliardi alle regioni per la sanità vengono neutralizzati dal taglio dell’IRAP per 4 miliardi .
Particolarmente grave è che la questione sicurezza sui luoghi di lavoro rimanga ai margini del provvedimento, come se non si volesse tener conto delle decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori contagiati per aver lavorato in condizioni di sicurezza inadeguate e delle centinaia di operatori morti.
Ma soprattutto, non c’è un’idea di sanità che vada oltre il Virus e oltre l’emergenza, come se dovessimo vivere e morire solo di questo per l’eternità. Dimenticando, ad esempio, che uno dei prezzi che stiamo pagando e ancora di più pagheremo nell’immediato futuro deriva dall’impossibilità dei cittadini di accedere alle cure durante l’emergenza, trascurando di fatto tutte le patologie non correlate al virus: una circostanza che aumenterà ancora di più il numero dei decessi indirettamente correlati al virus.
La ricetta è una ed è semplice: stop alla regionalizzazione, ripristino di posti letto e servizi territoriali (a partire da quelli di prevenzione) tagliati negli anni, assunzioni di personale stabile, abbassare fino ad azzerarle le quote di sanità privata.
C’è vita oltre il virus. Senza salute non ci può essere vita. Senza sanità non può esserci salute.
USB Pubblico Impiego - Sanità