7 FEBBRAIO PRESIDIO DI PROTESTA DELLA USB VENETO CONTRO I TAGLI DEI TEMPI DI ASSISTENZA NEGLI OSPEDALI

ORE 16, Padova - CENTRO CONGRESSI STANGA

Padova -

UN ULTERIORE PASSO AVANTI

VERSO LO SMANTELLAMENTO DELLA SANITA’ PUBBLICA

E LA RIDUZIONE DEL PERSONALE SANITARIO’.

Se non si incastrasse perfettamente nel processo di revisione del sistema sanitario nazionale, la delibera del Veneto sui Tempi di Erogazione Minuti di Assistenza (TEMA) avrebbe del folcloristico e non meriterebbe nemmeno un filo di indignazione.

 

Contestualizzata però nello scenario che da molti anni i governi si sono imposti in tema di revisione della spesa, deregolamentazione del welfare e delega alla gestione della cosa pubblica, ci accorgiamo della pericolosità dell’operazione, con la quale si spaccia per verosimile un sistema che non ha basi di evidenza scientifica ed ha prodotto fallimenti concreti nei paesi in cui è stato sperimentato.

Sancire la quantità di personale d’assistenza nei servizi sanitari attraverso elaborati, quanto discutibili, calcoli statistici più che una rivoluzione, come è stata accolta da alcuni media, ci sembra il ritorno ad un passato remoto in stile Tempi Moderni! Il tentativo di rivisitare in peggio il cosiddetto Decreto Donat Cattin del 1988, non fa giustizia di quanto attualmente succede nei reparti e servizi ospedalieri di questo Paese né di quanto ci si possa augurare in termini di adeguamento delle risposte assistenziali al modificato livello di complessità terapeutico-assistenziale della popolazione.

 

La traduzione del TEMA è molto chiara quanto banale: fingere di aver trovato un metodo pseudo scientifico per ridurre il personale d’assistenza nelle corsie, creare ad arte esuberi e quindi licenziamenti per attuare quella spending review tanto invocata dal Governo, per continuare a smantellare il servizio sanitario pubblico, mentre è sotto gli occhi di tutti quanto la carenza di personale e il taglio di ospedali e posti letto costringa a lunghe attese, quando non al ritorno dei posti letto nei corridoi, la maggior parte dei cittadini di questo Paese.

Quelli, almeno, che possono ancora permettersi di curarsi visto che l’Istat stima ormai nell’11% i cittadini che non hanno accesso alle cure per problemi economici..........

Oggi come ieri, in Veneto come in ogni parte d’Italia, ci opporremo con ogni mezzo ad ogni sorta di misurazione dei bisogni assistenziali delle persone.

Gli unici dati che siamo disponibili a prendere in considerazione sono quelli relativi agli standard internazionali secondo i quali in Italia mancano all’appello almeno 50.000 Infermieri; quelli che ci raccontano dell’introduzione massiccia di precariato, esternalizzazioni e privatizzazioni; i dati terrificanti sul volume di infortuni e malattie professionali; sui carichi di lavoro e la progressiva contrazione del salario.

Tutti numeri che nella realtà ci dicono di quanta strada dobbiamo fare per garantire ai cittadini un’assistenza adeguata e agli Operatori un lavoro dignitoso.

Una strada che perseguiremo con determinazione e nella direzione opposta a quella indicata dal governo di centrodestrasinistra. ”.

UNIONE SINDACALE DI BASE DEL VENETO