Ares 118, il blocco barella frutto della gestione fallimentare di Regione Lazio e azienda
Alle 15:30 di lunedì 28 erano circa 60 le ambulanze bloccate nei pronto soccorso di Roma e Provincia. Da anni l’Unione Sindacale di Base Sanità Lazio denuncia il fenomeno del blocco barella nei pronto soccorso ma dalla Regione nessuna risposta. I vertici regionali ed aziendali si sono rivelati fallimentari nella gestione del servizio di emergenza-urgenza a discapito della cittadinanza.
Siamo arrivati ad un punto in cui gli ospedali non hanno posti letto ed i pronto soccorso sono costretti a far stazionare i pazienti nei propri locali sulle barelle delle ambulanze provocando il fenomeno del blocco barella, con la conseguenza che il mezzo non è più operativo. Arriviamo così a vedere i pazienti in attesa di prima visita o terapia collocati all’interno delle ambulanze, parcheggiate all’esterno dei pronto soccorso, con il carico assistenziale affidato agli infermieri del 118, idea, questa, partorita della direzione regionale nella “revisione del piano per la gestione del flusso di ricovero e del sovraffollamento in Pronto Soccorso” del 17/11/2022.
Di tutto questo ha responsabilità anche Ares 118. Chiede più ambulanze? In base al DM 70/2015 i mezzi sono sufficienti per il servizio d’istituto. Vogliamo capire perché i soccorsi extraospedalieri sono aumentati di circa il 20%, vogliamo sapere l’esito dei trasporti e da lì ripartire per rivedere le procedure d’invio del mezzo di soccorso.
Ares 118 ha organizzato al livello di Centrale Operativa il servizio di smistamento ambulanze con pessimi risultati. Roma non è una città ma una metropoli, con tutte le criticità che essa comporta. I tempi di arrivo da nord a sud e da est a ovest non permettono di “fare la differenza” fondamentale per un servizio di emergenza-urgenza che deve salvare vite umane. Forse dovrebbe prendere esempio da altre nazioni europee che questo scellerato invio lo hanno diminuito pur mantenendo un elevata qualità del servizio.
Siamo alla completa confusione del servizio di emergenza-urgenza ed in balia del caso. Dal post-pandemia, quando le istituzioni avevano annunciato una massiccia assunzione di personale nel Servizio Sanitario Regionale, ad oggi sono riusciti a completare la graduatoria del concorso per infermieri del Sant’Andrea che non ha colmato la già critica mancanza di personale, non ha aumentato i servizi al cittadino, non ha diminuito le liste di attesa non ha aumentato i posti letto ed i reparti di degenza.
Ora tutti a correre ai ripari con piani accroccati o a chiedere più ambulanze. “Il virus non vi ha insegnato niente”, gridavamo sotto i palazzi del potere non per veggenza ma, lavorando tutti i giorni h 24 nel SSR a contatto con la popolazione, era evidente che saremmo arrivati al caos più completo.
USB Sanità Lazio
Roma 28 Novembre 2022