ASL 5 Spezzino e concorso OSS: un disastro annunciato

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Scelte sbagliate, accettazione e, peggio, condivisione di decenni di appalti ed esternalizzazioni da parte di politica, istituzioni e sindacati conniventi ed interessati sono riusciti a costruire nel tempo vergognose condizioni sociali e di lavoro, che oggi costringono ampie fasce di lavoratori a scontrarsi tra di loro per vedere tutelati i propri diritti e la propria dignità. Queste scelte hanno impedito di bandire regolari concorsi a ruolo nella sanità pubblica, concedendo a privati e cooperative enormi spazi di profitto, utilizzando lavoratori discriminati da contratti e condizioni svantaggiose, con appalti che alla fine sono risultati persino più costosi e peggiorativi dell’economia di gestione delle aziende sanitarie.

Il caso degli OSS spezzini rientra perfettamente in questa casistica. USB ha cercato di capirne di più e ha ottenuto un incontro con la direzione ASL 5 per chiarire dubbi e perplessità interpretative sul bando di concorso pubblico per OSS. Di fronte al Direttore Amministrativo Antonello Mazzone ed al responsabile del personale, Giovanni Frandi, Valter Chiappini e Dorina Grasso di USB Sanità hanno constatato come dubbi e timori siano fondati.

Il bando presenta infatti numerosi punti di caduta che porteranno ad inevitabili contenziosi e ricorsi, pensiamo ad esempio a quei lavoratori pendolari da anni, che lavorano nelle ASL limitrofe e che si vedono sottratto il loro diritto alla mobilità o a quei lavoratori del settore privato che attendono da anni un concorso e non gli viene riconosciuto il punteggio maturato nella professione, quando invece viene riconosciuto a chi lavora in appalto nel pubblico con un contratto privato, o viceversa.

Oltretutto l’anomalia dell’appalto ultradecennale che ha coinvolto i 158 OSS di Coopservice impedisce ai lavoratori utilizzati dalla ASL di accedere alle riserve dei posti previste dai decreti Madia e riconosciute da sentenze della Corte europea. Peggio ancora, il bando non riconosce alle lavoratrici più anziane il periodo prestato come OSS quando ancora non erano inquadrate in tale qualifica ma svolgevano comunque illegittimamente la professione, illegittimità riconosciuta e sancita con “tombali” conciliazioni che hanno garantito solo i diritti monetari.

Per l’ennesima volta diritti e dignità dei lavoratori, sanciti dall’Art. 23 della Dichiarazione universale dei diritti umani e recepiti nella nostra Costituzione, vengono cinicamente calpestati e USB non può restare a guardare.

USB Sanità Liguria

 

La Spezia 11-2-2021