Contratto Sanità: definitiva la firma di un contratto a perdere. USB: La mobilitazione continua.
Con la firma definitiva del contratto - cisl, fials, nursind e nursing up -, hanno sancito la perdita del 10% del potere d'acquisto degli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici della sanità pubblica e stabilito che non sono più i contratti a restituire dignità ai salari e a condizioni di lavoro sempre più proibitive ma che se vogliono recuperare salario i lavoratori e le lavoratrici devono affidarsi a straordinari e prestazioni aggiuntive. In un colpo solo dunque i firmatari sono riusciti ad impoverire i Sanitari, ad incentivare il lavoro a cottimo e a rendere inutile la funzione di un sindacato degno di questo nome.
Con un contratto così la fuga dagli ospedali e dalle università è assicurata, con buona pace di quei circa 6 milioni di cittadini che non hanno accesso alle cure.
Mentre ribadiscono di aver firmato il "miglior contratto possibile" senza essersi mai mobilitati per ottenere maggiori risorse, il governo ha deciso lo stanziamento di 40 miliardi annui in più per il riarmo a fronte dei 7,7 miliardi destinati alla sanità nel prossimo triennio e che faranno scendere a fine triennio, per la prima volta, la spesa sanitaria al di sotto del 6% del PIL a fronte di un 5% destinato alle spese militari Dimostrando così, ancora una volta, che i soldi ci sono ma vengono destinati alla guerra e non alla sanità e allo stato sociale.
Ma le piazze dell’ultimo mese, a partire dallo sciopero generale del 22 settembre, animate dalla presenza di tanti Sanitari, non ci parlano solo di solidarietà al popolo Palestinese vittima di genocidio, ma di un ritrovato protagonismo dei lavoratori e delle lavoratrici di questo Paese.
Per USB la mobilitazione contro una legge di bilancio ingiusta, che penalizza la sanità in favore del riarmo, per rivendicare il diritto alla salute, al lavoro e a salari dignitosi, continua con lo sciopero generale del prossimo 28 novembre.