Da nord a sud nessuna toppa può coprire lo smantellamento della sanità pubblica
Arriva dal Molise l'ennesima conferma dello stato in cui, a causa dei continui tagli al finanziamento, del blocco del turno over e dei vincoli alla spesa per il personale, versa il Servizio Sanitario Nazionale.
Dopo il Veneto che, oltre a richiamare i medici in pensione, cerca di reclutare personale medico di nazionalità straniera, specialista in anestesia, radiologia, pediatria, ortopedia e in emergenza - urgenza, il Molise, per evitare la chiusura dei reparti di Ortopedia e Traumatologia degli Ospedali di Termoli e di Isernia sta pensando all'impiego di personale medico militare.
Questo per evitare, a detta del Commissario alla Sanità, la possibilità che si metta a rischio l'erogazione dei Livelli essenziali di assistenza. Si certifica, di fatto, il fallimento delle scelte politiche orientate all'aziendalizzazione e ai piani di rientro.
Scelte che hanno prodotto in Molise, come la relazione della Corte dei Conti ha evidenziato, debiti per 22 milioni di euro. L'inappropriata programmazione sanitaria e la carenza di posti nelle varie scuole di specializzazione, legata al numero chiuso, non bastano però da soli a giustificare questa situazione allo sfascio. Infatti, sempre la Corte dei Conti, documenta che dal 2010 al 2016 il SSN ha pagato con un drammatico taglio di 30 miliardi, le politiche di austerità e di smantellamento del welfare che sono proseguite anche dopo, a dispetto delle dichiarazioni dei Governi che si sono succeduti, con riduzioni annue del 30% della spesa sanitaria.
Ma il rapporto va anche oltre e mette nero su bianco che è necessario ".... reperire maggiori risorse per lo sblocco dei tetti per la spesa del personale sanitario e... con una metodologia condivisa determinare il fabbisogno di personale del SSN che consenta di superare le attuali carenze che, negli anni hanno portato all'allungamento delle liste di attesa e ad un aggravio di Lavoro per gli organici.." USB, su richiesta del Segretario Generale del Ministero della Salute, richiesta formulata durante l'incontro del 10 maggio 2019, ha inviato una nota nella quale, oltre a manifestare la contrarietà al progetto di Autonomia Differenziata, ha evidenziato le criticità del SSN e ha formulato una serie di richieste che sembrano pensate per rispondere a quello che sta succedendo in Molise e che oggi ribadiamo con forza:
- Aumento del fondo del SSN almeno fino all’ammontare di Paesi europei quali Francia e Germania, per colmare il depauperamento della sanità pubblica degli ultimi anni
- Assunzioni pubbliche per integrare gli organici carenti e garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure
- Garanzia dei LEA in tutte le Regioni e abbattimento delle liste d’attesa a partire dalla revisione dell’istituto dell’intramoenia.
- Rivedere la riforma del Titolo V della Costituzione
USB inoltre sottolinea l'importanza della conversione in legge del cosiddetto Decreto "Calabria" che, approvato in prima lettura alla Camera è ora in discussione al Senato. Infatti la rapida emanazione della legge, consentirebbe di prevedere norme più stringenti sulla nomina e la verifica del lavoro dei direttori generali nei vari ospedali e aziende sanitarie e l'eliminazione del tetto di spesa del personale sanitario riferito al 2004 meno l'1,4% che, seppur valutato da USB come un timido segnale di inversione di tendenza, risulta però insufficiente per compensare il danno provocato al SSN da 10 anni di blocco del turnover.
USB PUBBLICO IMPIEGO