Emergenza Sanità, il governo ascolta ma non risponde: mercoledì 25 novembre sciopero dell’intero comparto
Grande disponibilità all’ascolto ma nessuna apertura sulle richieste avanzate dall’Unione Sindacale di Base in occasione del presidio di questa mattina davanti al Ministero della Salute. Per questo motivo USB indice lo sciopero nazionale di tutto il comparto della Sanità per mercoledì 25 novembre.
Durante l’affollatissimo presidio una delegazione di lavoratori è stata ricevuta da Gianfranco Pasquadibisceglie (ufficio di Gabinetto del ministro Speranza) e Luigi Patacchia (dirigente medico delle professionalità sanitarie). USB ha esposto le ragioni alla base della mobilitazione nazionale di oggi: settore alle prese con un’epidemia fuori controllo; carichi di lavoro insostenibili; boom di contagi tra gli operatori; carenze organizzative e strutturali; assenza di programmazione e prevenzione contro la seconda ondata di Covid-19; rapporti conflittuali tra governo e regioni che provocano una gestione ondivaga dell’emergenza; e, soprattutto, la mancanza di una seria politica di assunzioni stabili, l’unica che possa garantire un efficace contrasto del coronavirus e al tempo stesso il diritto alla salute di tutti, senza costringere al taglio generalizzato delle prestazioni per convogliare le scarse energie nella lotta al Covid-19.
Mancano all’appello schiere di medici specialisti e almeno 100mila infermieri, effetto perverso ma previsto di anni e anni di tagli alla sanità pubblica in favore della sanità privata che però, guarda caso, di fronte alla pandemia si è tirata indietro.
Gli infermieri mancano ma i concorsi vanno deserti perché i bandi sono tutti a tempo determinato e nessuno è più disposto a mettere in gioco la propria vita in assenza di certezze. Saranno sempre meno – giustamente – i lavoratori disposti a farsi utilizzare per pochi mesi, spesso senza le tutele assicurative come avviene per CoCoCo e partite IVA, per poi essere gettati via a emergenza finita.
Per uscire dalla pandemia servono assunzioni stabili e il rafforzamento e la ri-centralizzazione della sanità pubblica, sottraendola alle guerre territoriali dei governatori; occorrono una medicina territoriale funzionante, dipartimenti di prevenzione efficienti, DEA rafforzati, più posti letto e la garanzia delle prestazioni no Covid.
Su queste richieste al Ministero della Salute abbiamo ottenuto soltanto un ascolto educato, ma nessun impegno. Nessuna risposta nemmeno per gli infermieri e medici Inail ancora con contratti CoCoCo, né sul personale del servizio SASN che si occupa della salute del personale navigante e dei luoghi di transito come porti e aeroporti.
USB dice basta. Mercoledì 25 novembre sciopero nazionale del personale di tutto il comparto Sanità, in contemporanea con gli scioperi dei trasporti e della scuola proclamati per la stessa data da USB.
Unione Sindacale di Base – Pubblico Impiego - Sanità
9-11-2020