Fondazione Don Gnocchi, il “diritto di non gradimento” è l’ultima frontiera della vergogna. Solidarietà di USB ai lavoratori sospesi per aver denunciato le violazioni alla sicurezza
La Fondazione Don Gnocchi ha espressamente chiesto la sospensione dei lavoratori della cooperativa Ampast che avevano denunciato nelle settimane scorse una cattiva gestione dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, da parte del polo di Palazzolo.
È sconcertante apprendere dalle dichiarazioni dell’avvocato difensore che i lavoratori e le lavoratrici sono stati sospesi per aver leso l’immagine della Fondazione e della cooperativa, che hanno inventato a tal fine il “diritto di non gradimento”. Un diritto che per la fondazione sembra valere più di quello alla salute: un paradosso inaccettabile dal momento che la Fondazione Don Gnocchi dall’inizio della conclamata emergenza ha leso il diritto alla salute di operatori sanitari e utenti, come in queste settimane USB ha continuamente denunciato.
La vera lesione cui teme di andare incontro la Fondazione è quella del proprio profitto che rischia di essere compromesso da questo atteggiamento irrispettoso nei riguardi della salute. Ancora una volta, il profitto anteposto alla salute: anche in piena emergenza sanitaria non si smentisce il teorema sul quale si è rivelato essere basato il sistema socio-sanitario affidato alla gestione dei privati.
Esprimiamo solidarietà e sostegno ai lavoratori che hanno deciso di intraprendere una doverosa lotta contro chi, con omissioni e comportamenti irresponsabili, ha leso la loro salute, così come quella dei degenti, con esiti spesso fatali.
Un passo necessario nel percorso che deve ricondurre totalmente la sanità alla gestione pubblica, sottraendola agli appetiti famelici di quei soggetti privati che proprio durante questa emergenza stanno dimostrando la totale inadeguatezza a gestire un bene prezioso come la salute, alla quale viene anteposto sempre il profitto.
USB Sanità