gli operatori della sanità non denunciano i clandestini

Nazionale -

REATO DI CLANDESTINITA’,

NOI NON DENUNCIAMO

 

 

Con la conversione in legge del decreto sicurezza l’Italia diventa avamposto di una vera e propria aggressione al resto dell’umanità. Da una parte respingimenti in mare verso un paese di transito come la Libia, che non riconosce nessun trattato sui diritti umani, dove le condizioni per i migranti sono di vera e propria detenzione senza limiti di tempo, o i rimpatri forzati verso i paesi d’origine che al rientro sottopongono i migranti a tortura; dall’altra, l’approvazione di una legge razzista che introduce il reato di clandestinità.

 

 

Da oggi migliaia di stranieri che vivono e lavorano da anni in Italia sono clandestini per la legge e questo, oltre che vergognoso, avrà effetti devastanti sulla salute dei migranti che vedranno negato il diritto alle cure per non rischiare la segnalazione da parte del personale sanitario e amministrativo. Le più penalizzate poi saranno le donne, che si vedranno costrette a ricorrere ad una sanità parallela, sia nel caso scelgano di partorire sia in quello che decidano di interrompere la gravidanza. In questo modo, oltre al diritto alla salute, vengono lesi anche i diritti dell’infanzia: qualcuno si è chiesto che fine faranno i bimbi nati dalle donne irregolari ?

 

 

La nostra Costituzione tutela la salute come diritto fondamentale della persona che, come tale, non può essere in alcun modo legato al possesso della cittadinanza o del  permesso di soggiorno.  Come operatori sanitari disobbediremo questa norma, non denunceremo i migranti, vigileremo pretendendo il rispetto della garanzia del diritto alla salute per tutti e tutte da parte del servizio sanitario pubblico.