I lavoratori non medici, della chirurgia dell'ospedale S. Paolo di Napoli - Protestano contro le barelle e la precarietà assistenziale e lavorativa

Napoli -

L’aziendalizzazione della Sanità e le varie riforme contrattuali degli operatori, hanno tra l’altro, determinato una situazione di conflittualità tra la dirigenza, la classe medica e i lavoratori del Comparto, dovuta soprattutto al sistema della produttività esasperata ed a quello delle incentivazioni e gratificazioni economiche e di carriera, legate alla produttività e alle svariate forme di attività assistenziali extra ordinaria; (intramoenia, extramoenia, day surgery, day hospital, ecc.)
Tali attività, portano un guadagno economico per la classe medica e dirigenziale sostanzioso, la quantità della produzione, incide sui compensi economici, sulla progressione della carriera e sulla possibilità di avere affidato una struttura complessa, mentre ai Direttori Sanitari ed Amministrativi da la possibilità di un inquadramento se, come spesso avviene, sono facenti funzioni.
Tutto ciò a discapito della qualità dell’assistenza che va sempre più verso livelli di terzo mondo, e dei tempi di attesa sempre più insopportabilmente lunghi, rispetto a chi paga nelle strutture pubbliche e a chi si rivolge alle strutture private.
In questa situazione, i lavoratori del comparto, (infermieri, operatori sanitari tecnici ed ausiliari) sono sottoposti ad un aumento dei carichi di lavoro, ad una mortificazione della loro professionalità e dignità, ed a rischi dovuti alle condizioni lavorative, decise al di sopra e contro la loro volontà e senza alcun compenso.
Queste condizioni lavorative, si evidenziano maggiormente nelle aree di emergenza, attraverso la vergogna delle barelle, che significano un peggioramento delle condizioni lavorative per gli operatori ed un’assistenza per gli ammalati, inaccettabile per un paese civile.
Una situazione dovuta anche allo scandaloso ritardo del completamento dei lavori del reparto di chirurgia d’urgenza, che oltre a mantenere nella mortificante condizione di inattività il responsabile da oltre 6 anni, provoca un sovraffollamento di ammalati e una situazione di promiscuità tra ammalati di chirurgia generale e di chirurgia d’urgenza.
Contro questo stato di cose, che da tempo persiste nel reparto di chirurgia generale dell’ospedale S. Paolo, gli operatori non medici, hanno rappresentato la loro sofferenza al responsabile del reparto e al Direttore Sanitario, e alle OO.SS. aziendali, attraverso una lettera firmata da tutto il personale, con la quale si chiedeva di ripristinare nel reparto le condizioni per poter operare in condizioni meno precarie ed offrire un assistenza dignitosa agli ammalati, abolendo totalmente il fenomeno delle barelle dal reparto.
La D. S. dell’ospedale S. Paolo, confermando la propria impotenza ed incapacità ad affrontare i problemi, nonché una insensibilità nei confronti degli operatori, con un comportamento burocratico ed offendendo l’intelligenza dei lavoratori, rispondeva in modo provocatorio, che era necessario organizzare meglio il personale e mettere le sbarre alle barelle.
I lavoratori, consapevoli della difficoltà in cui un sanitario viene a trovarsi quando ha di fronte un ammalato bisognevole di ricovero urgente, ritengono che, in presenza di una "reale" mancanza di posti letto, dentro e/o fuori dall’ospedale, l’ammalato, può essere appoggiato su di una barella in attesa di ricovero, dentro o fuori l’ospedale, (compreso i letti riservati). Occorre però stabilire che in tale caso, non può essere considerato un ricovero. Dunque, non deve essere collocato in un reparto, ma in un luogo specifico, con relativo personale infermieristico, stabilire che non deve rimanervi oltre un certo tempo e comunque non trascorrervi la notte e non deve essere caricato come ricovero, fino a quando non viene messo in un letto vero e assicurata un assistenza diretta e dovuta.
Per quanto riguarda tali proposte organizzative, gli operatori del comparto ritengono necessario un confronto con il responsabile del reparto e gli operatori medici e la stesura di un protocollo sul problema, da rispettare tutti.
Per questi problemi lavoratori del reparto di chirurgia Generale dell’ospedale S. Paolo, chiesto inutilmente, unitamente alla scrivente O.S. R..d..B./CUB che li rappresenta, un incontro urgente e non ottenuto,

proclamano lo stato di agitazioneNel contempo, la R..d.B./CUB P.I. ha avviato la procedura di raffreddamento prevista dalla legge sugli scioperi, propedeutica alla proclamazione delloSciopero dei lavoratori del reparto di chirurgia dell’ospedale S. Paolo

"Contro le barelle e la precarietà assistenziale e lavorativa"