La Spezia, in Asl 5 avanti col concorso per OSS… e per il resto lo spettro delle “aziende in house”

La Spezia -

Si è riunita da remoto la II Commissione regionale Sanità Liguria, con all’ordine del giorno l’internalizzazione del servizio OSS dell’Asl 5 Spezzino, finora affidato in appalto ai dipendenti CoopService, che col concorso rischiano di vedersi superare da concorrenti esterni dopo anni ed anni di servizio nella mansione, anche decenni, in parte pure illegittimamente non riconosciuto. Partecipanti il presidente di Commissione, i commissari regionali, gli assessori competenti e la dirigenza di Alisa e della Asl 5 oltre, ovviamente, alle rappresentanze sindacali.

Parte degli interventi si sono incentrati ancora sulla possibilità di istituire una azienda “in house” che possa assorbire il personale CoopService, mentre qualcuno ha ipotizzato il licenziamento dello stesso alla scadenza dell’attuale proroga d’appalto fissata per il 1° settembre prossimo.

Come USB abbiamo cercato di riportare la discussione e le domande alla realtà attuale. Ovvero:
 

  • abbiamo chiesto se l’Azienda aveva intenzione di andare avanti col concorso, e in tal caso, riferito alla questione dei lavoratori spezzini di CoopService che prestano servizio per la Asl 5, affermato che era perfettamente inutile discutere della sentenza di parificazione che aprirebbe la strada alla costituzione di aziende in house regionali;
  • abbiamo evidenziato la pesante discriminazione della Asl 5 rispetto agli organici OSS delle altre Asl liguri, citando i dati ufficiali, ottenuti e divulgati dal Consigliere regionale spezzino del M5S Ugolini, che vedono la Asl 5 Spezzina ultimissima (e ricordiamo che gli organici della Asl 5 sono carenti in generale di circa il 30% rispetto alla media regionale) dopo i territori, nell’ordine, del Tigullio, dell’Imperiese, del Sanremese e del Genovese. Per la precisione il calcolo si è basato sulla media di OSS ogni 1.000 abitanti confrontata col territorio spezzino col risultato che, solo per raggiungere la media del territorio imperiese, che ha pari abitanti ed è comunque sotto la media regionale, mancherebbero più di 230 OSS per arrivare, a salire, alla differenza di più di 300 col territorio genovese. Il tutto nella congiuntura di un’altra gravissima carenza di organico che riguarda il corpo infermieristico della Asl 5 a cui, come è noto, il personale OSS è di supporto per l’assistenza a pazienti ed utenti.
  • Abbiamo contestato lo spauracchio della mancanza di coperture finanziarie dal momento in cui altri territori ce l’hanno e visto che, oltre ad eventuali altre risorse, come ad esempio quelle del Recovery Fund, si deve tener conto dell’ingente recupero di Iva che l’internalizzazione del servizio permette di risparmiare.
  • Abbiamo, per ultimo, smontato l’ipotesi del licenziamento collettivo alla scadenza della proroga d’appalto evidenziando che, durante il nostro confronto sul tema, ad inizio anno, con i direttori amministrativo e del personale della Asl 5 ci è stato assicurato che sono possibili proroghe in virtù anche solo del decreto sullo stato di emergenza che, nel frattempo, è stato prorogato fino alla fine dell’anno.

Del resto, l’Asl dovrebbe comunque trovare una strada perché non può certo privarsi di un servizio basilare ed imprescindibile come quello degli OSS.

Al nostro intervento ha risposto direttamente il Direttore della Asl 5, dott. Cavagnaro, dicendo che il concorso va effettivamente avanti e che il numero degli OSS da assumere, oltre ai 158 del concorso, è stato stimato dall’azienda in altri 75, aumentando l’ipotesi iniziale.

Al di là della problematica spezzina le altre organizzazioni sindacali si sono dette, invece, interessate alla costituzione di aziende in house, se non nel caso specifico, per il futuro.

Su questo tema abbiamo iniziato l’intervento ribadendo che, in linea di principio, USB è contraria all’istituzione di aziende in house che “aggirino” l’opportunità ed il diritto dei lavoratori di essere assunti direttamente perché, rispetto alle garanzie del servizio pubblico, rimangono aziende di “diritto privato” spostando di poco la tutela del posto di lavoro, discriminando nei diritti i lavoratori privati da quelli pubblici, che pure operano nello stesso settore, e spesso non garantendo neppure la stabilità di un salario dignitoso.

Come USB rimaniamo comunque disponibili alla discussione sull’attivazione di aziende in house laddove non sia possibile fare a meno di questa soluzione o dove, nonostante altre strade, venga deciso di attivarle perché il nostro obbiettivo è tutelare al meglio in ogni occasione i lavoratori, anche perché, sia i termini delle selezioni per assunzione, sia le tutele derivano dalla stesura dello Statuto delle società.

 

p.Coord. USB Sanità Liguria

Valter Chiappini