Lazio. ALLA FACCIA DEL POSTO FISSO

Roma -

Mentre la Regione cerca la quadra tra i pochi (solo 3) e viziati (perché figli di intese più riduttive della finanziaria) accordi aziendali sul precariato, oltre 4000 precari continuano a garantire la sopravvivenza del servizio sanitario pubblico senza  alcuna certezza di un posto di lavoro fisso.

Le contraddizioni sono sotto gli occhi di tutti e la vicenda della ASL RM/H è emblematica: oltre 170 lavoratori assunti a tempo determinato, e che hanno ormai completato i 36 mesi, continuano a lavorare al nero ed in assenza di un contratto di lavoro, mentre altri 60, che hanno già lavorato per 24 mesi come ausiliari e sono vincitori di un avviso pubblico come Operatori Socio Sanitari, non vengono chiamati per completare il periodo previsto dalla finanziaria per un posto fisso.

Ma questo è solo un esempio e molti altri precari, da Cassino al S. Eugenio, dal San Giovanni al Pertini, rischiano di restare esclusi dal processo di stabilizzazione che l’attuale Giunta ha preannunciato e che in molti rivendicano.

Rischiamo di assistere ad una grande farsa, a fronte di 4000 precari in attesa di un posto fisso, solo poche centinaia di loro saranno realmente stabilizzati e questo grazie ad un accordo scandaloso voluto dalla Regione e firmato da CGIL-CISL-UIL e fin da subito denunciato dalla RdB/CUB perché inadeguato alla stabilizzazione dei precari.

Ma la complicità si spinge oltre, nessuno ha il coraggio di superare quegli accordi e dare soluzioni vere al fenomeno del precariato, soluzioni che , secondo la RdB/CUB, non possono prevedere la riproposizione del fenomeno ma solo il superamento.

Per questo continuiamo a credere che debba essere messa definitivamente la parola fine al precariato in questa Regione, e per garantire questo abbiamo proposto e voluto un Consiglio Regionale straordinario ( 25 Giugno ) che presidieremo perché la politica non si sottragga alle proprie responsabilità.