no al disegno di legge attuativo della legge 30 sul mercato del lavoro della regione Veneto
Negli ultimi anni il precariato è cresciuto in modo rilevante in tutta la Pubblica Amministrazione.
Il ricorso ai lavoratori precari è correlato alle politiche di riduzione del personale, al blocco delle assunzioni, alle privatizzazioni ed esternalizzazioni dei servizi.
Lo scorso 20 settembre l’assessore alle Politiche dell’Istruzione e della Formazione della Regione Veneto, Elena Donazzan, ha presentato alle Province un disegno di legge che dispiega completamente gli effetti della legge 30 sul mercato del lavoro.
Ciò rappresenta un via libera alla privatizzazione degli istituti per il collocamento e l’espansione delle più disparate forme di precarietà.
La legge 30 prevede infatti più di 40 contratti di lavoro (somministrazione, lavoro intermittente, contratto di inserimento, lavoro condiviso, contratto di progetto ecc.) quasi tutti a termine e individualizzati, con meno tutele e senza un reale diritto alla retribuzione in caso di malattia e infortunio, senza una copertura previdenziale dignitosa, con il lavoratore sempre a disposizione dell’impresa.
Nonostante la diversità di composizione politica delle maggioranze di governo
TUTTE LE PROVINCE - compresa quella di Venezia - hanno espresso un sostanziale, preoccupante via libera politico al disegno di legge regionale !!
Eppure proprio il precariato è la vera piaga del sistema occupazione della nostra Regione Veneto.
In particolare, nella provincia di Venezia nel 2005 su oltre 100.000 avviamenti al lavoro solo 20.000 sono stati "a tempo indeterminato", mentre 80.000 sono stati "a termine" nelle diverse forme. A questi vanno aggiunti 50.000 Co.Co. Pro., cioè lavoratori "a progetto" sempre rinnovabili e pagati come lavoratori autonomi, senza diritto alcuno.
I dati resi noti a fine luglio di quest’anno - elaborati dal sistema informativo dei ministeri del Lavoro e delle Politiche sociali - rivelano una crescita dell’occupazione, ma anche del precariato: le nuove assunzioni nel 2006 aumentano, infatti, a 13.650.
Ma mentre le assunzioni con contratto "a tempo determinato" risultano il 52,4%, quelle "a tempo indeterminato" solo il 37,2%.
Con la legge 30 – e con questo disegno di legge regionale - sarà più facile moltiplicare gli appalti e i sub appalti anche nel nostro settore sanità, poiché tanti soggetti privati potranno fare affari facendo intermediazione di manodopera.
Vogliamo ricordare che la nostra Asl 12, con la scusa della carenza di personale infermieristico, ha riservato ha bilancio un fondo di circa 2 milioni e mezzo di euro per due agenzie di lavoro interinale.
Che ha recentemente tentato di avviare l’appalto della gestione dei Centri diurni per l’handicaps, per poi miseramente scoprire dopo aver indetto la gara, e dopo aver preso visione delle proposte arrivate dai privati,…ciò che già si sapeva e cioè che:
è maggiormente economico il mantenimento della gestione diretta !!!
La RdB/CUB ha presentato una sua proposta di legge alla Camera e al Senato "Assunti Davvero", al fine di consentire:
- L’ASSUNZIONE a tempo indeterminato dei precari, adeguando gli organici alle effettive esigenze di personale nei servizi pubblici, mettendo fine al LAVORO NERO DI STATO;
-LA REINTERNALIZZAZIONE dei servizi appaltati e dei lavoratori prevedendo l’assorbimento dei dipendenti socio - lavoratori alle dirette dipendenze delle pubbliche amministrazioni appaltatrici.
Per un rilancio ed una valorizzazione dei lavoratori pubblici in questo paese:
sciopero dei precari
e manifestazione nazionale il 6 ottobre a Roma
Solo attraverso una politica capace di mettere al centro la funzione dei lavoratori pubblici, garanzia di uno Stato sociale capace di rispondere ai bisogni dei cittadini, si potrà riaffermare la centralità del lavoro pubblico, rilanciando così anche sul terreno gli aumenti salariali ed il diritto alle tutele.
Un lavoro è dignitoso quando può contare su una buona protezione contro i licenziamenti, sulla certezza del reddito e della futura pensione, sulla sicurezza sul lavoro, sulla possibilità di avere percorsi di qualifica.