Osp. San Raffaele di Milano: passa una Mozione unitaria al Consiglio Regionale

Comunicato Stampa del Coordinatore RSU, Delegato USB S. Raffaele

Milano -

FINALMENTE registriamo il fatto che Regione Lombardia si sia fatta carico della situazione del San Raffaele. In particolare, condividiamo in pieno i contenuti della mozione approvata ieri all'unanimità dall'assemblea consiliare di via Filzi. Inutile sottolineare che per la Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) le priorità restano il congelamento immediato delle procedure di licenziamento già attivate e il reintegro dei lavoratori già licenziati, ormai arrivati a quota settanta. Tuttavia, tra le richieste ribadite più volte all'azienda, c'è anche quella di conoscere nel dettaglio in che modo la nuova proprietà abbia intenzione di far ripartire una struttura d'eccellenza come l'ospedale San Raffaele. In poche parole: vogliamo che sia reso noto il piano di rilancio, con monitoraggio continuo dello stesso. Ovviamente, tutto passa dalla riapertura di un tavolo di trattativa con i vertici di via Olgettina per trovare soluzioni che siano alternative agli esuberi. Deve essere un tavolo senza alcuna pregiudiziale. Senza alcuna condizione. Una, anzi: il ritiro immediato dei licenziamenti. Poi si può tornare a parlare. CERTO, dopo l'intervento dei consiglieri regionali di tutti gli schieramenti e degli assessori al Lavoro, Valentina Aprea, e alla Salute, Mario Mantovani, non si può non registrare l'assenza della proprietà, che finora non ha mai mostrato la volontà di dialogare con noi. Venerdì prossimo, l'azienda incontrerà i responsabili dell'Agenzia regionale del lavoro: speriamo sia un incontro proficuo; poi toccherà a noi. Dal canto nostro, stiamo mostrando grande senso di responsabilità in una fase estremamente delicata: lo facciamo in primo luogo per i lavoratori, che sono i principali artefici dei livelli d'eccellenza raggiunti dal San Raffaele, e per i pazienti, che hanno diritto a essere curati al meglio, come sempre è stato in via Olgettina, anche nei periodi più difficili.