Ospedale nuovo "unico" dell'alto e nell'ovest vicentino: I soldi pubblici nelle tasche dei privati
Partiamo da una premessa: la realizzazione di un nuovo ospedale nell’alto vicentino risponde alle esigenze del territorio?
La situazione attuale vede i due nosocomi offrire buoni servizi sanitari ma con economie di scala non adeguati.
Un ospedale unico sicuramente darà risposte migliori.
Siamo in un’ epoca di tagli della sanità; la stessa Regione sta parlando di aree vaste o addirittura di uniche ulss provinciali, di deospedalizzazione, aperture di Country Hospital, di RSA; questo rende incerto ai più, il futuro assetto territoriale dei servizi sanitari e preoccupa circa la qualità , la gratuità e l’universalità degli stessi.
Se questo è il quadro bisogna che sia chiaro da subito e a tutti a cosa servono i nuovi ospedali affinché questi non diventino cattedrali nel deserto e/o peggio solo occasioni per "affari" dei soliti noti.
Dopo un anno di tiro alla fune sulle ipotesi Schio e Santorso pare che la decisione finale sia stata presa; il nuovo ospedale si farà a Santorso.
Ci premettiamo come organizzazione sindacale di esprimere delle preoccupazioni riguardo le modalità di finanziamento e di costruzione dell’ospedale.
A tutti è noto che i costi dell’operazione verranno finanziati (in buona parte) da privati (Gemmo, Altieri, Serenissima Ristorazione che hanno vinto il pre-appalto?) attraverso il project financing che prevede in cambio la gestione completa della struttura e di molti servizi per 25 i anni da parte di chi lo ha finanziato e costruito.
Questo alla luce del capitolato. Capitolato che comunque presenta di una serie di clausole di salvaguardia a favore dell’ Ulss.
La regione inoltre pagherà un affitto per tutti questi anni. Un vero Businnes.
La Regione Veneto non è nuova questo tipo di progetti, il costruendo ospedale di Mestre è il capostipite di queste operazioni privatistiche.
Lo stesso progetto per ospedale unico di Arzignano avrà le stesse caratteristiche e le stesse modalità.
Il Project financing costituisce, secondo noi, una forma pesante di privatizzazione dei servizi ospedalieri.
Permette l’entrata, attraverso i capitali investiti, del privato nella gestione dell’ospedale, nella gestione dei servizi non solo alberghieri ma anche sanitari condizionando in modo pesante le scelte e consegnando la gestione ospedaliera alle logiche del mercato, logiche che in sanità producono danni.
Per non parlare poi dei vari appalti e sub-appalti che sicuramente non garantiranno la qualità delle erogazioni, aumenteranno i costi e precarizzeranno i rapporti di lavoro dei dipendenti.
Diciamo questo alla luce delle scelte della Regione Veneto che sta tentando in tutti i modi di far decollare anche nel Veneto "il privato" .
E se il privato non esiste o è marginale (per fortuna) come da noi si inventano queste operazioni.
Operazioni dalle intenzioni esplicite confermate quando si apprende della recente nomina, da parte di Galan, della Figlia di Gemmo (proprietario di Gemmo impianti) a presiedere la finanziaria della Regione denominata Veneto Sviluppo.
Affidare ai privati la sanità pubblica ci deve vedere nettamente contrari.
Consegnare i soldi di tutti al businnes dei privati è scandaloso.
Il nuovo ospedale unico dell’Alto vicentino è utile, va costruito ma non in questo modo:
l’ospedale deve essere completamente finanziato con i soldi pubblici.
Nel territorio dell’Alto Vicentino ci sono voci contrarie a questo metodo privatistico; dobbiamo rompere pregiudizi campanilistici e far si che questa protesta diventi corale; dipendenti e cittadini insieme per un ospedale pubblico.