Ospedali Riuniti Foggia, lavoratori abbandonati al proprio destino
Durante la prima ondata di Covid-19, ci siamo detti “andrà tutto bene”, ma sicuramente in piena seconda ondata, possiamo affermare che non è andato tutto bene per l’Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Foggia e per il territorio provinciale. Ancora una volta, gli operatori sanitari si sono trovati soli a fronteggiare le emergenze quotidiane dovute all’aumentare dei contagi, tanto da balzare alle cronache nazionali: pronto soccorso preso d’assalto, reparti di rianimazione aperti in fretta e furia, e tutta una rete di cure Covid messa a punto solo qualche giorno fa.
In questo disordine, chi ha pagato lo scotto maggiore sono stati gli operatori sanitari. Tra loro infatti è elevato il numero dei contagiati, con gravi ricadute sia personali - ricordiamo con dolore la perdita di colleghi - che indirettamente per le loro famiglie. Molto è stato determinato dalla gestione del personale a dir poco inadeguata, dalla redistribuzione inefficace di personale infermieristico e OSS impiegati nei reparti COVID nei mesi scorsi, disperdendone così l’esperienza acquisita durante la prima fase della emergenza, e per finire dall’assegnazione in reparti critici di neoassunti, usciti da poco dalle università e spesso alla prima esperienza lavorativa, con tutto il carico di pericolo che ciò comporta per se stessi e per i pazienti.
Come USB abbiamo denunciato fin da subito le lacune organizzative del Policlinico Riuniti di Foggia. Abbiamo sollecitato l’apertura del DEU (dipartimento emergenza-urgenza) per sopperire alle carenze strutturali e anche qui abbiamo assistito all’ennesimo bluff: ne è stata annunciata l’apertura in pompa magna, salvo poi scoprire che i reparti saranno attivi non prima della prossima primavera.
Gli operatori sanitari hanno il diritto di svolgere la loro missione in ambienti sicuri e organizzati, e anche con la giusta gratificazione stipendiale. A oggi invece, stanno aspettando ancora la seconda parte del premio Covid di marzo. L’USB non ha sottoscritto il contratto integrativo aziendale che concretamente non prevede benefici per i dipendenti, un esempio su tutti la mancata volontà di avviare la giusta procedura per l’attribuzione delle progressioni economiche per i lavoratori del comparto, ormai bloccate da anni. A tal proposito abbiamo avanzato formale richiesta di informativa sulla costituzione dei fondi art.81 del CCNL.
E in tutto questo marasma oggi ci ritroviamo alle prese con il deus ex machina, il già direttore generale Vitangelo Dattoli, nonché commissario del Policlinico di Foggia, di recente nominato anche commissario straordinario del Policlinico di Bari. A questo bisogna aggiungere l’incarico di Responsabile della riorganizzazione della rete Covid, ed infine quello di componente del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Superiore di Sanità. Viene naturale chiedersi allora come sarà possibile conciliare tutti questi impegni, viste le numerose criticità ancora presenti presso il Riuniti di Foggia. Noi riteniamo, molto semplicemente, che ancora una volta i lavoratori saranno lasciati soli al proprio destino.
Nel frattempo i dati del bollettino ufficiale regionale assegnano a questa provincia numeri preoccupanti: in proporzione agli abitanti, è tra quelle che fanno registrare i più alti contagi e decessi per Covid di tutta la Regione Puglia. E certo non aiuta neanche il fatto che il presidente Emiliano continui a gestire la sanità pugliese in modo del tutto autoreferenziale, limitandosi a richiedere zone rosse a macchia di leopardo.
Il coordinamento aziendale USB e i suoi delegati della RSU aziendale, non mancheranno di dare il proprio apporto e sostegno, continuando a lottare per far valere i diritti e migliorare le condizioni di lavoro di tutti i lavoratori del Policlinico Riuniti.
Coordinamento Aziendale USB Pubblico Impiego
Foggia, li 16.12.2020