OSS Spezzino, lettera aperta di USB alla politica e ai cittadini: no al caporalato nella Pubblica amministrazione
L’Unione Sindacale di Base della Liguria ha inviato una lettera aperta alla politica e ai cittadini, sulla scandalosa vicenda dei 158 OSS della ASL Spezzino che rischiano di trovarsi senza lavoro dopo decenni al servizio della sanità.
Accade in forza del contestatissimo Bando del concorso per 159 OSS, pubblicato nonostante le tantissime mobilitazioni dei lavoratori e nonostante timide rassicurazioni che altro non erano se non dichiarazioni di facciata.
USB torna a ribadire con forza l’irregolarità e l’illegalità dell’appalto, una forma raffinata di caporalato con la benedizione della politica e dei sindacati complici. Occorre stabilizzare i lavoratori in pericolo attraverso un concorso pubblico con riserva di posti.
Di seguito il testo della lettera aperta
PER NON DIMENTICARE GLI SFRUTTATI DEL LAVORO
Lettera aperta alla politica e ai cittadini liguri sulla vicenda di 158 lavoratrici e lavoratori della ASL Spezzino, vittime di un appalto vergognoso ed illegale dentro la Pubblica Amministrazione.
Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 19 gennaio del Bando di Concorso per l’assunzione di 159 OSS presso la ASL Spezzino, le istituzioni liguri rischiano di inferire il colpo finale al destino di 158 lavoratrici e lavoratori che per moltissimi anni hanno lavorato al servizio della salute pubblica dei cittadini.
Un’ingiustizia che si sta consumando per responsabilità delle istituzioni e nel silenzio complice e colpevole della politica e dei sindacati che hanno sistematicamente ignorato che l’appalto con il quale queste lavoratrici e lavoratori hanno prestato servizio presso il servizio sanitario regionale pubblico, è talmente irregolare – e secondo noi illegale - da non avere pari in nessun’altra pubblica amministrazione.
Un appalto che è chiaramente un’intermediazione illecita di manodopera. Caporalato, in altre parole. Un appalto talmente irregolare da non prevedere nemmeno la figura dell’OSS (Operatore Socio Sanitario) tra gli obiettivi del capitolato.
Ricordiamo tutto questo alle istituzioni e alla politica, proprio oggi, nel Giorno della Memoria, perché si ricordino delle enormi responsabilità che hanno avuto, hanno ancora oggi e rischiano di avere in futuro, se non troveranno immediatamente una soluzione per garantire nel modo più ampio possibile il mantenimento del posto di lavoro.
Prendere atto dell’illegittimità di quanto è stato consentito a danno di questi lavoratori, vuol dire già trovare la soluzione per la loro stabilizzazione, per far sì che non vada perso un enorme patrimonio di esperienza e professionalità di cui oggi beneficia la popolazione ligure: bisogna riconoscere l’atipicità del loro rapporto di lavoro e far rientrare questi lavoratori nella fattispecie prevista dalla cosiddetta Legge Madia e stabilizzarli attraverso un concorso pubblico con riserva di posti. Una cosa che si può fare sospendendo e modificando il bando di concorso pubblicato e/o riattivando l’altro bando regionale sospeso, per la medesima figura professionale, ampliando quindi il numero di posti in concorso e prevedendo parimenti la riserva dei posti.
Sarebbe l’unica degna conclusione di una vicenda scandalosa e vergognosa.
Farlo in piena pandemia (e in una data simbolica) rappresenterebbe al contempo quella volontà di cambiamento della sanità che la pandemia ha reso necessario e una discontinuità, anche etica e morale, con un sistema di sfruttamento dei lavoratori che mai più vogliamo vedere, men che meno in un settore delicato come quello della sanità.
Genova, 27 gennaio 2019
USB Liguria