PERCHE' PAGARE LA TASSA AL COLLEGIO INFERMIERI?
Cosa fanno i collegi per la formazione permanente, strumento
indispensabile per garantire un adeguato sviluppo professionale ed una buona qualità del sistema? Niente!
La recente vicenda della sentenza di Cassazione contro l’obbligatorietà al
pagamento della tassa all’Albo di un avvocato dell’INPS, ha scatenato la corsa di tutti i
professionisti sanitari sul chi debba pagare questa odiosa, quanto inutile tassa, nel
caso si lavori in esclusiva per il servizio pubblico.
Anche noi, su spinta dei lavoratori e delle lavoratrici, stiamo diffidando le
Amministrazioni e, probabilmente, in qualche regione di fronte ai dinieghi delle aziende
intenteremo anche delle cause legali (nonostante già alcune siano in corso di
sentenza) per provare definitivamente a fare chiarezza sull’argomento.
Tuttavia ci sembra che l’accento sia troppo caricato sul chi debba pagare,
piuttosto che sul perché; anche se, nella migliore delle ipotesi, riuscissimo a far pagare
alle aziende l’odioso obolo (cosa che, ovviamente, auspichiamo) sarebbe una partita
di giro che non metterebbe in discussione ruolo e funzione dei Collegi, ma renderebbe
solo più certo per questi ultimi l’incameramento dei profitti.
Ma perché si deve versare una media di 70 euro l’anno (la tassa varia a
seconda delle regioni) ad un Collegio che non fornisce in cambio alcun servizio agli
Infermieri (ostetriche, tecnici, ecc) e nessuna garanzia di verifica della professionalità
ai cittadini?
Cosa fanno i collegi per la formazione permanente, strumento
indispensabile per garantire un adeguato sviluppo professionale ed una buona
qualità del sistema? Niente! La formazione è diventata un mercimonio, utile alla gran
parte dei sindacati, in primis quelli corporativi, che si sono trasformati in spacciatori di
crediti a pagamento o, peggio, gratuitamente in cambio di un’iscrizione sindacale.
Quando alla riapertura dei contratti il raggiungimento dei crediti diventerà non
solo condizione indispensabile per l’accesso al salario accessorio ma anche per i
passaggi di carriera, gli infermieri saranno costretti a sborsare centinaia di euro per
una formazione professionale che dovrebbe essere gratuita e garantita dalle aziende
sanitarie, dai collegi e dalle regioni.
E cosa dicono i Collegi della sicurezza degli Operatori sanitari? Niente!
Nessuna presa di posizione sulla deroga all’obbligo delle 11 ore di riposo tra un turno
e l’altro, sullo stress lavoro-correlato e men che mai sull’aumento di infortuni e malattie
professionali legati a carichi di lavoro insopportabili e all’organizzazione del lavoro per
intensità di cura, che gli stessi Collegi hanno tanto sponsorizzato e che corrisponde
alla catena di montaggio della fabbrica del secolo scorso.
La vicenda della tassa al collegio andrà avanti, chi vuole può scaricare il modulo
per la diffida dal nostro sito: www.sanita.usb.it ma la soluzione, come sempre, è oltre le
sentenze, è nella lotta per il diritto ad un servizio sanitario pubblico e di qualità e per il
lavoro vero e sicuro.