PIATTAFORMA PER LA CANCELLAZIONE DEL LAVORO PRECARIO NELLA SANITA' DELLA CAMPANIA
Il blocco delle assunzioni, le privatizzazioni, l’aumento del carovita ed il taglio indiscriminato della spesa, hanno ormai prodotto un generale ridimensionamento delle funzioni della pubblica amministrazione; in sanità questo si traduce nell’aumento indiscriminato dei carichi di lavoro, nel contenimento dei salari attraverso contratti penosi e rinnovati in ritardo, nella mancata sostituzione di pensionamenti e licenziamenti, nella precarizzazione del lavoro e nell’esternalizzazione dei servizi.
A fronte di un sistema sanitario definito pubblico, in Campania il 44% dei servizi non direttamente di assistenza sono affidati a privati; ditte o cooperative che utilizzano lavoratori con vari contratti ed altrettanto varie mansioni e qualifiche, troppo spesso sottopagati rispetto ai lavoratori stabili e sovente oggetto di vero e proprio sfruttamento.
Le recenti esperienze sui percorsi di deprecarizzazione- stabilizzazione dei lavoratori della sanità, in Puglia, in Abruzzo e nel Lazio, hanno evidenziato – al pari del diritto ad un lavoro vero – la necessità di un percorso che "forzi" i presupposti legislativi grazie ai quali il precariato si è sviluppato e radicato in sanità; a fronte del blocco delle assunzioni e del taglio della spesa sanitaria ( esercitata quasi esclusivamente sul personale) c’è l’obbligo, per le amministrazioni regionali, di garantire i livelli minimi di assistenza, delle due una: o le regioni derogano alla contenimento/razionalizzazione della spesa e investono sul personale – anche rischiando un procedimento della corte dei conti – o, altrimenti, derogano all’obbligo di garantire i servizi sanitari consce di essere perseguibili penalmente.
Anche qualora questo venisse riconosciuto dalla Regione Campania, non crediamo basti ad assicurare a tutti/e i/le precari/e della sanità Campana un lavoro vero; sappiamo che dietro le Agenzie Interinali, le varie cooperative più o meno sociali, i global service, le esternalizzazioni - con o senza cessione del ramo d’azienda – le multiservizi compartecipate anche a maggioranza pubblica, si nascondono spesso interessi di lobby e gruppi di potere trasversali e/o "partecipate" dai partiti e da alcuni sindacati, gli stessi in molte Aziende hanno dato il benestare "all’affitto" di lavoratori interinali con il placet di CGIL-CISL-UIL , della giunta regionale di centro-sinistra e dell’Assessore alla Sanità
È per questo che le proposte di legge e le piattaforme sindacali (ancorchè partecipate e condivise) o gli ordini del giorno del consiglio o della giunta, non basteranno a garantire la svolta che tutti perseguiamo; sappiamo che questa giunta ed il sindacato concertativo che vi collabora, non ci faranno sconti,
Solo un grande movimento di lotta dei precari e delle precarie della sanità potrà contribuire a dare legittimità e speranza alle proposte; un movimento di uomini e donne che vivono la quotidianità dello sfruttamento - e spesso lo vivono da sempre – e che sappiano, con la lotta, conquistare il diritto ad essere
ASSUNTI DAVVERO