Policlinico di Messina: USB e Lavoratori dal Prefetto
In discussione condizioni di assistenza e tagli salalriali
Appuntamento in Prefettura per una delegazione di lavoratori del Policlinico e di USB.
Al centro della discussione le condizioni di lavoro e di assistenza a degenti e malati, e la sforbiciata di quasi la metà del salario di produttività degli operatori decisa dall’Azienda senza alcuna trasparenza né tanto meno accordo.
“Su entrambe le questioni abbiamo fatto presente direttamente alla vice Prefetto, dott.ssa Minutoli, la delicatezza della situazione e come siamo pronti ad andare fino in fondo. Abbiamo consegnato ed illustrato un plico con in evidenza l’esiguità del personale assegnato a turni ed assistenza, spessissimo al di sotto degli standard minimi, con tutto ciò che questo evidentemente può comportare in termini di condizioni di lavoro e di sicurezza per tutti”, così Vincenzo Capomolla della federazione di Messina di USB Unione Sindacale di Base.
“Se poi l’Azienda infierisce anche economicamente”, continua il rappresentante USB, “non pagando gli straordinari e tagliando in maniera per niente trasparente e giustificata metà del salario di produttività a lavoratori già provati da un contratto negato per oltre un decennio, mentre trova risorse per nominare e pagare ulteriori figure paradirigenziali con l’assenso e la collaborazione dei soliti sindacati complici, allora il quadro diventa oltre che inaccettabile addirittura odioso”.
“Alla luce dell’atteggiamento e degli impegni disattesi dalla Dirigenza appena andata via, abbiamo posto il quadro all’attenzione del Prefetto, riscontrandone l’attenzione: non è una questione che riguardi solo i lavoratori, ma i cittadini ed il diritto a condizioni di assistenza adeguate”.
Investita della questione anche l’assessore regionale Borsellino e, dopo un primo abboccamento in occasione della protesta della settimana scorsa, USB ha chiesto incontro urgente alla nuova Direzione Generale del Policlinico, appena insediata.
“Siamo davanti ad una politica che punta allo smantellamento dello stato sociale e delle condizioni di lavoratori e cittadini,” conclude il rappresentante USB, “in primis ovviamente la sanità pubblica a disposizione di tutti, e le recenti notizie della chiusura dell’ospedale Piemonte sono l’ennesima conferma. Non siamo disposti a stare con le mani in mano”.