REGIONE VENETO: IL CONSIGLIO APPROVA LA DELIBERA SULLE DOTAZIONI STANDARD DI INFERMIERI E OSS
USB PROMETTE BATTAGLIA
Il Consiglio regionale ha in questi giorni approvato la contestata delibera che prevede la nuova dotazione standard del personale infermieristico e operatori socio sanitari negli ospedali regionali.
Essa fissa quanto personale in media è necessario in ciascun reparto in base al numero dei posti letto. Una delibera che non tiene conto del reale carico lavorativo al quale il personale è sottoposto, ma fa unicamente riferimento agli ospedali dove vi è meno personale. Una modalità di taglio del personale molto grave che metterà in discussione a nostra opinione anche i LEA (minimi assistenziali). La giunta Zaia aveva formulato una prima ipotesi di questa delibera nello scorso dicembre; ora dopo tre mesi ha posto delle modifiche che noi pensiamo così trascurabili che la sostanza non si modifica: in particolare è stato deciso di alzare di 5 minuti l’assistenza media per ogni degente data da un infermiere in alcune aree, quali la Medicina interna, la Chirurgia generale e in altre situazioni particolari (reparti distribuiti su due piani e altro). E’ sensibilmente aumentata (10%) la quota percentuale di Operatori socio sanitarti necessaria rispetto alla quota infermieri, in alcune Unità Operative (Medicine, Chirurgie, Ostetricia, Pediatria, Malattie Infettive). E prevista nella delibera definitiva anche una “direzione di Reparto infermieristica”. Questo per dare un “contentino” a chi protestava. (solo Usb e Collegio Ipasvi per la verità).
Quindi una delibera che in diversi ospedali, determinerà un considerevole taglio di personale. Personale che ribadiamo, già sottoposto, nelle attuali condizioni a situazioni lavorative molto difficili.
Usb in questi mesi aveva contestato la delibera alla audizione in 5° Commissione regionale e con un presidio di protesta regionale (Padova) in occasione di un “seminario” al quale aveva partecipato il Segretario regionale della sanità. Ora, in attuazione dei tagli, sarà nostro preciso impegno ad organizzare i lavoratori che lo vorranno, per impedire che venga, anche con questo atto formale, smantellata la qualità assistenziale della nostra sanità pubblica.