Riassetto Organizzativo ARPA Piemonte: Prime considerazioni USB
Il 19 settembre c.a. la Direzione Generale di Arpa Piemonte ha approvato 11 decreti il cui oggetto è il riassetto
organizzativo dell’Agenzia.
L’idea della direzione è quella di ristrutturare i dipartimenti provinciali omologandone le funzioni ed accentrando il controllo. Si comincia riorganizzando i dipartimenti su 9 tematismi: VIA-VAS, AIA, acque, suolo e bonifiche, rifiuti e amianto, emissioni in atmosfera, qualità dell’aria e modellistica, rumore, radiazioni non ionizzanti. Per gestire i tematismi, in ciascun dipartimento vengono attivati nuclei operativi ai sensi dell’art. 3 del Regolamento, a capo dei quali vengono poste PP.OO. con incarichi gestionali. I dipartimenti provinciali vengono quindi “riuniti” in 3 ambiti che dovrebbero garantire (ma non garantiscono, basta guardare gli allegati al decreto) una relativa omogeneità dimensionale, e per ciascun ambito vengono istituite 5 posizioni organizzative non gestionali su VIAVAS, AIA, acque, rifiuti e amianto, emissioni in atmosfera. E fino a qui è il decreto 91. 2/4 Con il decreto 87 si concentrano tutte le attività di controllo (compresi i monitoraggi) nella S.S. di Tutela, in attesa di una modifica statutaria che permetta l’eliminazione delle SS.SS. di Tutela e Produzione e la loro unificazione in una sola “Struttura Tecnica”. Il raccordo fra SS.SS. e nuclei operativi non è definito. Con il decreto 92 si riconducono le posizioni organizzative in essere ai 9 tematismi (con la sola eccezione di quelle in capo ai Nuclei Operativi Geografici, e cioè relative allo svolgimento di mansioni amministrative) e si definiscono le nuove PP.OO. di ambito come “riferimento sovraprovinciale”. Il ruolo delle nuove PP.OO. si capisce leggendo il decreto 90. Siccome la Regione si è lamentata della “mancanza di uniformità” fra i vari Dipartimenti provinciali ed ha contemporaneamente manifestato la volontà “di rivedere le attività di controllo con conseguente necessità di potenziamento delle attività di coordinamento dei vari tematismi”, la nostra Direzione ha deciso di subordinare la responsabilità dei coordinamenti alle “Strutture attinenti per tema”, popolandoli degli incarichi di funzione di ambito. Si passa perciò ad un modello verticistico in cui il responsabile del coordinamento viene individuato dalla Direzione ed il coordinamento viene “popolato” dagli incarichi di funzione di ambito. E’ difficile non vedere in questi nuovi “coordinamenti” la cinghia di trasmissione delle disposizioni regionali in materia ambientale e cioè il luogo in cui gli “indirizzi” della Regione diventano prescrizioni vincolanti per le attività di Arpa, a danno di quell’autonomia tecnica che è la prima ragion d’essere dell’Agenzia. Tutto questo (e qui si ritorna al decreto 82) durerà dal primo gennaio al 31 dicembre 2014, data dopo la quale si andranno ad operare “gli interventi di revisione organizzativa di maggior impatto che risultassero necessari e che potranno richiedere la preliminare modifica del regolamento di organizzazione”, e cioè il “superamento” di Tutela e Produzione e la loro unificazione in una sola “Struttura Tecnica” di cui si legge nel decreto 87. In quanto ai laboratori, con il decreto 86 la Direzione Generale, senza alcuna consultazione preventiva con i lavoratori ed i loro rappresentanti, sembra averne deciso i criteri di “revisione” in funzione di una loro concentrazione e specializzazione, e tutto ciò in barba alla nostra mobilitazione dello scorso inverno. Una dichiarazione d’intenti che suona più o meno come una pernacchia. Dite quello che volete ma noi facciamo come ci pare, così ci dice la Direzione, con buona pace dei lavoratori e dei loro rappresentanti. Che però, nel periodo di “sperimentazione” (che dura fino al 31 dicembre di quest’anno) sono stati chiamati ad un “tavolo permanente di informazione e confronto per la valutazione delle ricadute dei provvedimenti e l’individuazione dei possibili ambiti di miglioramento”, anche se solo sui decreti 86, 87, 91 e 92