Rinnovo del contratto: il Governo preferisce le bombe al personale sanitario
L’atto di indirizzo per il rinnovo contrattuale del comparto sanità, approvato dal Comitato di settore della Conferenza delle regioni chiarisce finalmente quali saranno i reali aumenti messi sul piatto. E la realtà supera di gran lunga le già fosche previsioni sulle cifre che percepiranno le lavoratrici e i lavoratori del SSN.
Infatti, appena uscita la direttiva del Ministro Zangrillo sul rinnovo dei contratti nella Pubblica amministrazione l’aumento medio lordo veniva stimato intorno ai 160 euro mentre ora, nero su bianco e cifre alla mano, l’aumento per il comparto sanità sarà di 125 euro medi lordi e non raggiungerà, a fronte di un livello di inflazione cumulata che ha raggiunto nel triennio di riferimento della vigenza contrattuale il 18%, nemmeno il previsto 6%. Il potere d’acquisto verrà ulteriormente ridimensionato con buona pace degli allarmi sulla fuga dal SSN e sulla necessità di renderlo più attrattivo, iniziando appunto dalla retribuzione, per trattenere il personale sanitario. Oltre alla totale insufficienza degli aumenti però, l’atto di indirizzo focalizza l’attenzione anche sulla necessità di sfruttare di più gli istituti non monetari del welfare aziendale, cioè polizze assicurative sanitarie e integrative pensionistiche, sulla scorta delle esperienze già fatte nel settore privato. Di fatto si propone di incentivare la sostituzione della funzione sociale dello Stato, diminuirne le entrate a causa del regime fiscale favorevole di cui godono le polizze integrative e continuare a drenare risorse verso il privato.
Ci troviamo di fronte, al di là delle chiacchere da bar, a un rinnovo peggiore dai precedenti. E la motivazione è sempre la solita e cioè che mancano i soldi e mancano le risorse per finanziare un rinnovo finalmente alla pari delle aspettative. Falso. Si tratta di una precisa scelta politica, perché è compito della politica e del Governo allocare le risorse ed è chiaro che si preferisce investire sull’acquisto di carri armati - 8,5 miliardi di euro alla Germania per l’acquisto programmato di 132 Leopard -, sulle missioni di guerra o sull’invio di armi in Ucraina - l’Italia è il primo produttore di armi in Europa – piuttosto che mettere in sicurezza la sostenibilità del SSN e incentivare chi vi opera.
Nei prossimi giorni, in vista dell’apertura delle trattative per il rinnovo, invieremo all’Aran la nostra piattaforma rivendicativa che costituisce la base per il giusto riconoscimento della rilevanza del personale della sanità e che rappresenta la base di partenza sulla quale impegneremo e solleciteremo il Governo.
USB PI Sanità