RSA: in Lombardia non c’è pace né per i morti né per i lavoratori
A distanza di poche ore, dal tribunale di Milano arrivano due decisioni che rischiano di mettere una pietra tombale sia sulle migliaia di morti in occasione dei primi mesi di pandemia che sullo sfruttamento dei lavoratori in quel sistema che è strettamente correlato ai tanti morti.
La Procura ha richiesto l’archiviazione dell’inchiesta sui fatti del Trivulzio, legati alla gestione della pandemia che ha causato centinaia di morti; la sezione lavoro ha invece bocciato il ricorso, sostenuto dall’USB, di decine di lavoratrici e lavoratori che hanno prestato servizio presso l’altra grande ASP cittadina, il Golgi-Redaelli, in regime di somministrazione illecita di manodopera, circostanza incontestabile e ammessa anche dalla dirigenza aziendale.
Due decisioni che mirano a proteggere il Sistema Socio Assistenziale lombardo e chi lo ha gestito e continua a gestirlo in una situazione di privatizzazioni selvagge, di sfruttamento e precariato senza controllo, un sistema che ha la sua centralità nel profitto e tiene in scarsa considerazione la vita umana, i diritti umani e civili e, infine, i diritti dei lavoratori.
Due scelte scandalose che verosimilmente faranno scendere il sipario su tutte le altre denunce che soprattutto l’USB, così come i comitati dei parenti delle vittime hanno inoltrato alle Procure della Lombardia e di Milano in particolare.
Preoccupa soprattutto come, in entrambi i casi, siano state ignorate prove evidenti delle carenze gestionali, delle omissioni, degli illeciti il che lascia supporre che le decisioni che arrivano siano una scelta di campo e non un passo verso la verità e la giustizia.
L’USB valuterà con attenzione come proseguire sulla strada che porta a questi due importantissimi valori: verità e giustizia