RSU Genova. L'isola che non c'è
Dopo la campagna elettorale per l’RSU è tempo di bilanci.
1. Pur perdendo voti il sindacato concertativo conserva un vantaggio
2. L’unica organizzazione che è andata avanti pur su piccoli numeri è la nostra.
3. Non si è trattata di una rivolta contro i notabili concertatori ma una conferma alla logica del clientelismo. Il sindacato concertativo forte di appoggi di potere si avvale di lusinghe, promesse e pressioni più o meno dissimulate. Si sa chi ha potere ed influenza può permettersi allo stesso tempo di essere magnanimo e vendicativo.
All’interno di questo bilancio dobbiamo registrare dei movimenti secondari.
1. Pur prevalendo il sindacato concertativo si deve registrare il forte calo della CGIL.
2. l’astensione, scelta da chi non ne può più di “sindacati” espressione del partito degli affari che sta spartendosi quello che resta della sanità pubblica è aumentata. Gli affari governati dal “Governo Amico” hanno prodotto una disaffezione verso un sindacato ormai finanziarizzato. (La vendita dei gioielli dell'ASL3 alle banche sono un affare di 120 milioni di euro.)
Un’altra osservazione doverosa è che pur comprendendo il disagio dei compagni dimissionari della CGIL non comprendiamo i toni di compiacimento, per il crollo della CGIL. Il “Muoia Sansone con tutti i filistei” può contribuire al crollo di qualche tempio confederale ma non edifica nessuna casa del lavoro.
Sulle macerie altrui non si costruisce “organizzazione”!!!
L’unica conseguenza che la FP CGIL genovese trarrà dalla sconfitta, sarà di imitare sempre più i loro soci della CISL e della UIL cioè non concedere nessun spazio all’ideologia massimalista.
Più che contare le tessere stracciate si dovrebbero contare partecipazione e adesioni proprie. Dicono loro e Carlo Podda seg. FP, “In tutta Italia la FP CGIL avanza”. Quindi è il sindacato giusto? Secondo questa logica, sembrerebbe di si. E il dissenso? E’ finito? Più che una disputa politica sembrerebbe un storia di amore non corrisposto. Volano parole grosse ma alla fine si scioglie un inno alla CGIL (quella vera) così com’è, con la sua casta e burocrazia che non dovrebbe essere molto dissimile da quella genovese.
Vuoi vedere che la CGIL è l’isola che non c’è.
Ma queste (dice il cantautore) sono solo canzonette! Nella realtà (che c’è) la CGIL non difende la Previdenza, scippa il TFR, firma il Memorandum favorisce, le Privatizzazioni e la Precarietà, svende i Contratti ecc.ecc.
Il nostro bilancio.
Nella passata consultazione eravamo presenti solo al San Martino, ora siamo al Galliera, al Gaslini alla ASL3 ed alla ASL 4: siamo stati gli unici a non perdere consensi. In questa tornata elettorale sono centinaia le persone che nelle strutture sanitarie genovesi ci hanno dato fiducia e ci hanno permesso di eleggere una rete di delegati che mettiamo a disposizione dei lavoratori che vogliono difendere dignità e diritti.
Noi continueremo nel nostro lavoro sempre mentre gli “altri sindacati” caleranno fra tre anni.