Salari bassi e fuga dagli ospedali: serve un contratto vero! USB Sanità in piazza il 5 aprile, verso le elezioni RSU

Roma -

I dati contenuti nel Rapporto globale sui salari reali 2024 dell’Organizzazione internazionale del Lavoro (ILO) confermano quanto già diffuso dall’OCSE a suo tempo, e cioè che in Italia gli stipendi reali hanno subito un calo significativo che va ad ampliare drammaticamente il divario con gli altri paesi europei. Retribuzioni che dal 2008 sono addirittura in calo nonostante l’inflazione, specialmente con l’impennata avuta nell’ultimo triennio, abbia falcidiato il potere d’acquisto dei lavoratori.

A questi dati impietosi si aggiungono quelli, altrettanto drammatici, della Fondazione GIMBE che, pur riguardando solo gli infermieri, restituiscono un quadro sovrapponibile anche alle altre professionalità del SSN. Il personale in genere, gli infermieri e le altre professioni sono quelle più penalizzate per lo sviluppo della carriera e con le retribuzioni fra le più basse in Europa. E la combinazione, appunto, di stipendi bassi, - in media il 20% in meno rispetto agli altri paesi europei – di turni estenuanti e di mancanza di riconoscimento professionale, ha innescato una fuga imponente dal SSN, stimata in circa 10.000 infermieri all’anno, che aggrava e mortifica la qualità dell’assistenza e contribuisce ad allungare le liste di attesa. Se a questo si aggiunge la difficoltà, se non l’impossibilità, di conciliare I tempi di vita e lavoro e che la grande maggioranza del personale è declinato al femminile, che il fenomeno delle aggressioni e la mancanza di sicurezza sembrano non trovare rimedio alcuno, l’emorragia di personale infermieristico non potrà far altro che aggravarsi. Ma l’abbandono del SSN non riguarda solo gli infermieri, anche il restante personale sanitario è allettato dal privato e, addirittura, iI personale amministrativo cerca di spostarsi  verso altre amministrazioni pubbliche con stipendi più alti e condizioni di lavoro migliori. Insomma un SSN, per gli infermieri in primis ma non solo, sempre meno attrattivo e sempre più fragile, con una carenza cronica di personale che non si tenta nemmeno più di risolvere, che non sarà assolutamente in grado di far fronte a quanto previsto dal PNRR in termini di creazione delle case della Salute e degli Ospedali di Comunità, un SSN che rischia il collasso e che promette di lasciare campo libero al privato più o meno convenzionato e alle assicurazioni sanitarie per le quali si prospetta un lauto banchetto.

In questo scenario interconnesso, fatto di stipendi bassi, poca attrattività, precariato diffuso e difficoltà a mantenere i più basilari diritti contrattuali, il rinnovo del contratto sarebbe stata l’occasione giusta per ristabilire un minimo di equità e garantire almeno il recupero di potere d’acquisto. Ecco, “sarebbe stata”, perchè invece l’aumento proposto ne avrebbe fatto perdere un ulteriore 10 %. Una situazione paradossale considerando che le trattative per il rinnovo del CCNL della sanità sono state fatte partire per prime, parole del Ministro Schillaci, proprio come segno di attenzione verso il settore. E altrattanto paradossali appaiono le dichiarazioni del Nursind che, con evidente sprezzo del ridicolo e contando su un improbabile mancanza di memoria, se ne esce denunciando l’inadeguatezza degli stipendi degli infermieri dopo che, talmente bramoso di firmare un contratto vergognoso che avrebbe penalizzato anche la stragrande maggioranza degli infermieri che rappresenta, è addirittura risucito, in preda a una sorta di raptus punitivo, a far sospenedere nel Lazio l’erogazione dell’indennità di pronto soccorso. Vergogna!

Tutta l’Europa compreso il nostro Governo pensa al riarmo, che non serve a nessuno se non a garantire I profitti alle imprese, usando soldi pubblici invece di rinnovare i contratti, aumentare stipendi e pensioni. È ora di finirla con le inutili spese militari e per questo USB il 5 aprile sarà in Piazza S.S. Apostoli a Roma in una grande iniziativa pubblica con 1000 delegati e delegate da tutta Italia. Abbassate le armi, alzate i salari!

I lavoratori e le lavoratrici della sanità meritano di meglio, meritano il riconoscimento professionale e la giusta retribuzione per il loro impegno e dedizione e non di essere presi in giro. ll cambiamento serve ora. ALLE ELEZIONI RSU del 14, 15 e 16 APRILE VOTA USB.