Sanità e Legge di Bilancio: subito assunzioni e stabilizzazioni!

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Con grande enfasi il ministro della Salute ha annunciato, rilanciato a gran voce dai media, che la Legge di Bilancio autorizzerebbe la stabilizzazione del personale sanitario precario assunto per far fronte alla pandemia. Più specificatamente la stabilizzazione dovrebbe riguardare circa 30.000 operatori sanitari (prevalentemente medici e infermieri), a fronte dei quasi 70.000 assunti a tempo determinato per l’emergenza Covid. Il destino degli esclusi, attualmente, non sembrerebbe degno nemmeno di annuncio.

Il condizionale rimane d’obbligo perché nella bozza circolante della Legge di Bilancio compaiono solo i titoli nell’attesa che la proposta passi al vaglio del Ministero della salute e del Ministero dell’Economia. Il che significa che potrebbe uscirne ulteriormente ridimensionata o stravolta sulla base delle compatibilità economiche.

Che il personale del Servizio Sanitario Nazionale sia drammaticamente sottodimensionato lo denunciamo da anni e la pandemia lo ha reso evidente anche a quanti non hanno subìto, nell’ultimo decennio, l’umiliazione dell’attesa di tempi biblici per sottoporsi ad esami diagnostici, interventi o ricoveri.

Tra il 2010 e il 2019 il SSN ha perso oltre 45.000 operatori a causa del blocco del turnover e di scellerati vincoli di bilancio che prevedevano un tetto di spesa pari a quello del 2004 diminuito dell’1,4%. Siamo il Paese europeo, tra quelli ad “economia avanzata”, con il più basso rapporto tra infermieri e popolazione. Solo per immaginare livelli dignitosi di assistenza servirebbero almeno 80.000 infermieri, per non parlare del resto degli operatori sanitari. Altro che prevenzione e medicina territoriale!

Non solo, quindi, riteniamo indispensabile e urgente l’assunzione stabile di TUTTI gli operatori sanitari precari impiegati nella pandemia ma rivendichiamo l’assunzione di tutti gli idonei delle graduatorie aperte e nuovi concorsi per tutte le figure sanitarie necessarie all’assistenza e alla cura.

Per far questo servono subito atti concreti, a cominciare dalla rimozione dei vincoli di spesa e da risorse certe per il finanziamento delle assunzioni, senza i quali i proclami diventano fuffa.

Solo così facendo la misura potrà rivestire carattere di effettivo rilancio della sanità pubblica e non di effimero e occasionale tampone e potrà inoltre impedire che le azioni previste per la sanità dal PNRR, riguardanti il potenziamento della medicina territoriale, si trasformino nell’ennesima occasione di profitto per i “prenditori” della sanità privata.

Seguiremo con attenzione l’iter della Legge di Bilancio pronti alla mobilitazione nel caso ai buoni propositi non segua l’impegno concreto per le stabilizzazioni e le assunzioni nella sanità pubblica.

USB Sanità

4-11-2021