SANITA' IN SICILIA

CONTRO LA MALASANITA' OCCORRE CHIUDERE I POSTI LETTO?

Nazionale -

Se parliamo della storia di un popolo e di una regione, non possiamo non parlare di Sanità. La Sanità è una ottima cartina al tornasole per misurare con assoluta certezza la civiltà, la cultura della politica di quella Regione.

Partendo da tali principi si possono sollevare alcune annose problematiche che affligono la Sanità in Sicilia, soprattutto negli ultimi 50 anni, che rappresentano un significativo pezzo di storia nell’evoluzione del modo di gestire la Sanità, ma soprattutto rappresentano, altresì, uno specchio fedele dell’evoluzione culturale e politica della Sicilia.

 

 

Parlando di Sicilia, purtroppo, non si può non parlare di casi di malasanità (ultimo il caso di Mazzarino) e questo dramma ha fatto scattare una reazione anche in un popolo paziente come quello Siciliano.

Le responsabilità politiche del precedente e  dell’attuale Governo Siciliano sono significative, hanno generato molta conflittualità politica, senza mai dare risposte concrete ad un territorio.

Oggi più che mai, in questo gran marasma, il Cittadino si sente solo ed indifeso, mentre questo Governo annuncia tagli allo Stato Sociale, e l’Assessore alla Sanità annuncia chiusure di Ospedali e tagli di posti letto per pareggiare un bilancio Sanitario disastroso, facendo pagare ai Cittadini e ai Lavoratori gli sprechi di altri, che cambiando abito continuano a governare la Sanità Siciliana (vedi le nomine dei nuovi Manager).

In questi nuovi scenari politici si vanno snaturando il principio della solidarietà, dell’assistenza, e della sussidiarietà, e si rischia d’incrinare, sempre di più, la fiducia dei Cittadini nella Sanità Pubblica e quindi d’indurli a riprendere la via dei viaggi della speranza verso il nord, con costi per tutta la comunità non sostenibili.

 

Sulla Sanità Siciliana bisogna parlare chiaro e agire di conseguenza,

ognuno per la parte di responsabilità che gli compete.

 

Come RdB/CUB non condividiamo e non accettiamo il nuovo Piano Sanitario presentato dal “nuovo” assessore alla Sanità, che per rientrare da un deficit  scandaloso( 351 mln di Euro, 3° regione con deficit dopo Lazio e Campania e prima di Puglia, Calabria e Sardegna) taglia posti letto (2.700) e chiude ospedali ( 15 di cui 8 da riconvertire), facendo pagare ai Lavoratori e ai Cittadini il prezzo più alto.

L’organizzazione sanitaria della Sicilia, anno dopo anno, ha trasformato le cosiddette “aziende ospedaliere” in macchine idrovore di spesa pubblica dove, prima che alla cura, si pensa alle forniture, alle carriere, ai posti di lavoro, ai Direttori Generali, e quant’altro, con il rischio, a volte accertato ma comunque facile da immaginare, che esistano livelli di collateralità fra la cosa pubblica e la criminalità organizzata.

 

A leggere il bilancio della Regione la Sanità in Sicilia, pubblica e privata, è e resta, per certi versi, un grande business.

Ma in Sicilia pur esistendo strutture sanitarie di eccellenza, non si riesce ad assicurare la normale routine, e in modo vergognoso, si fanno morire ragazzi spostandoli da un ospedale all’altro, scaricando le proprie colpe ad altri.

 

La Sicilia ha più ospedali privati delle altre regioni d’Italia. I costi per la Sanità sono di 8 miliardi di euro all’anno e rappresentano la metà dell’intero budget regionale. La Sanità Siciliana è la più cara d’Italia. E’ l’isola dei paradossi: la Sicilia, con otto miliardi di euro, è ai primi posti in Italia per la spesa sanitaria, ma è ANCHE LA PRIMA REGIONE PER I VIAGGI DELLA SPERANZA, e nelle ultime file nelle classifiche per qualità dell’offerta sanitaria e sulle condizioni di salute dei cittadini.

 

Nel 2003, ultimo dato ufficiale disponibile, i ricoveri extra-regione sono stati 343.016 a fronte di 1.308.503 ricoveri nelle strutture regionali.

Tradotto in percentuale, questo significa che il 20% dei ricoveri è avvenuto fuori dalla Sicilia, ma a spese della Regine.

 nello stesso periodo, la Sicilia manteneva convenzioni con 1826 ambulatori e 55 istituti privati di cura. Per non parlare della diffusa inadeguatezza delle ASL che paradossalmente dovrebbero autorizzare e controllare le convenzioni ai privati, concentrati oltretutto nelle aree di maggior profitto, con il risultato che interi pezzi di Sicilia non hanno alcun servizio realmente efficiente; il drammatico caso di MAZZARINO TESTIMONIA SIA QUESTA TRISTE REALTA’, CHE L’ASSENZA DI UN COORDINAMENTO TERRITORIALE.

 

 

Con una spesa intorno agli otto miliardi e circa 60.000 occupati

la Sanità è il vero affaire della Sicilia

 

Ad oggi la rete ospedaliera Siciliana dovrebbe offrire 20.000 posti letto, di questi oltre 6.000 vanno alle 70 cliniche private, e costituiscono fonte di altissimo guadagno, anche se bisogna dire che in questo campo il nuovo piano dà segni di cambiamento.

Dagli ultimi dati i 6.000 posti letto privati costano 400 milioni di euro solo per i rimborsi dei DRG ( Diagnosi related groups) ma come è noto nessuna clinica privata è dotata di pronto Soccorso, rianimazione o reparti di malattie infettive, che essendo ad alto costo di gestione e quindi poco remunerativi, sono tutte appannaggio della Sanità Pubblica, con tutte le conseguenze del caso.

 

La Sanità Siciliana regala fiumi di denaro pubblico ai privati e mantiene liste di attesa da terzo mondo: per quanto riguarda gli interventi chirurgici programmati, permangono lunghissimi i tempi per l’intervento della cataratta (sino a 1 anno), ma esistono liste di attesa di più di 4 mesi per una visita ortopedica, più di 3  per un intervento al ginocchio e di 6 per un intervento all’alluce, o possono attendersi più di 2 mesi per una fluorangiografia, ed in questo contesto resta soprattutto inaccettabile che le Aziende Ospedaliere non eroghino prestazioni agli esterni se non con tempi lunghissimi di attesa, mentre in intramoenia l’attesa è quasi pari a zero.

 

Il nuovo Piano Sanitario prevede il taglio di 2700 posti letto.

Si parte da 64 strutture ospedaliere e si prevede la riduzione delle ASL  a 9, su livello provinciale, con 20 ospedali a cui si aggiungono i 5 delle Aziende Ospedaliere; 15 ospedali verranno chiusi, di cui 8 riconvertiti in residenze per anziani (pubbliche?) ed i restanti 24 saranno depotenziati. 

 

L’altro buco nero della Sanità Siciliana è il mancato investimento sul Personale Sanitario, anche per la formazione.

Girando gli ospedali e il territorio appare evidente il vuoto organizzativo e di qualità che non è dovuto ad incapacità degli Operatori ma alle scelte dei Governi Regionali e Nazionali.

Mancano Infermieri, che sono costretti a turni pesanti e salti di riposo e si investe poco per migliorare la qualità assistenziale, ma la cosa più grave è  la scarsa introduzione della figura dell’Operatore Socio Sanitario sia negli ospedali che sul territorio.

In Sicilia ci sono oltre 5.000 Operatori Socio Sanitari con diploma pagato con le proprie tasche, molti sono disoccupati o se fortunati precari occupati solo saltuariamente e mentre questa indispensabile figura non riesce ad inserirsi adeguatamente nei processi assistenziali, istituti accreditati continuano ancora a tenere  corsi di figure come asa, ota ecc…. che sono in esaurimento da anni.

 

Va riorganizzato e potenziato il 118 regionale, soprattutto tenendo conto che questa Regione ha un flusso continuo di turisti che da maggio a settembre tocca picchi altissimi e questo servizio deve essere in grado di avere mezzi e strumentazione adeguata, personale sanitario adeguato ed  una idonea rete organizzativa tra ospedali e territorio.

Per Governare la Sanità, in Sicilia come nel resto del Paese, bisogna investire sulla medicina territoriale e sul personale, abbattere le liste di attesa, potenziare il pubblico, e riqualificare gli ospedali anche perché, ad oggi,  a ciascun Siciliano l’assistenza sanitaria costa 1514 euro l’anno.

 

COME RdB/CUB SANITA’ PROPONIAMO:

  • LA MODIFICA DEL PIANO DA POCO APPROVATO E LA EVENTUALE RICONVERSIONE DI OSPEDALI IN SERVIZI TERRITORIALI PUBBLICI,
  • L’ISTITUZIONE DI UN TAVOLO PERMANENTE DI CONSULTAZIONE CON I SINDACATI (TUTTI) PER VERIFICARE IL VERO FABBISOGNO ASSISTENZIALE,
  • TAVOLI PROVINCIALI DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEL TERRITORIO.

 

RdB/CUB SARA’ SEMPRE AL FIANCO DEI CITTADINI PER DIFENDERE UNA SANITA' PUBBLICA, PERCHE IL DRAMMA DI MAZZARINO NON POSSA PIU’ ACCADERE.

RdB/CUB E’ CON I LAVORATORI DEL SETTORE PER UN MODELLO SANITARIO  CHE INVESTA SUL PERSONALE  E CHE INVESTA SU TECNOLOGIE E STRUMENTAZIONI PER UNA SANITA’ DI QUALITA’.

 

PER UNA SANITA’ PUBBLICA SENZA SE SENZA MA ISCRIVITI E LOTTA

CON RdB/CUB

 

CONTATTA LE SEDI RdB/CUB PER APRIRE STRUTTURE NEL TUO OSPEDALE