Soldi alla sanita’ pubblica non alle armi assunzioni non bombe. 28 novembre sciopero generale
28 novembre sciopero generale
29 novembre manifestazione nazionale a Roma
Dopo la partecipazione straordinaria alle mobilitazioni di settembre e ottobre contro il genocidio in Palestina e contro la guerra, è di nuovo il momento di scioperare e di scendere in piazza contro una legge di bilancio che taglia i servizi e condanna gli stipendi dei dipendenti pubblici ad anni di perdita del potere d’acquisto, per continuare sulla strada del riarmo e dell’aumento delle spese militari.
La recente, definitiva, firma del contratto 2022/2024 della sanità ha lasciato sul terreno un meno 10%, che non verrà mai più recuperato e che si somma alle perdite già subite a causa del reiterato blocco dei contratti, mentre l’apertura del nuovo contratto conta su risorse predeterminate in legge di bilancio, a prescindere dal tasso di inflazione che già si preannuncia più alto di quanto stanziato. Insomma, i prezzi dei generi di consumo continuano a salire e gli stipendi a scendere.
Con la busta paga di novembre i Sanitari potranno verificare a quanto ammontano realmente gli aumenti, confrontarli col carrello della spesa e il costo delle bollette e ringraziare quei sindacati che con la loro sottoscrizione si sono resi responsabili e complici di tale ingiustizia.
Una legge di bilancio che sul fronte fiscale, detassazioni e riduzione IRPEF, aumenta le diseguaglianze favorendo i ricchi ed elargendo briciole agli altri mentre porta la spesa sanitaria, per la prima volta nella storia, sotto il 6% del PIL che, tradotto, significa meno servizi, meno accesso alle cure e aumento esponenziale delle persone che non potranno curarsi per problemi economici.
Non siamo neanche più i soli a dirlo visto il “fuoco amico” che si è abbattuto sul governo da parte della Banca d’Italia, della Corte dei Conti, dell’ISTAT, del CNEL e dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio che, in audizione al Senato, hanno sottolineato, all’unisono, come questa legge di bilancio favorisca i redditi più alti e metta in discussione i pilastri del welfare come pensioni, sanità e assistenza.
Una manovrina leggera di soli 18 miliardi, il minimo indispensabile solo per la sanità, per liberare risorse ben più pesanti per le armi e per le guerre.
Sul versante assunzioni si sfiora il ridicolo, con la previsione di circa 6000 assunzioni di Infermieri (e non solo) a fronte di una carenza stimata in circa 250.000 unità e un precariato diffuso ancora in cerca di stabilizzazione.
Contro il riarmo e la guerra, per la Palestina libera; contro le diseguaglianze, per un rinnovo del contratto che preveda aumenti veri, per il rilancio della sanità pubblica noi il 28 novembre SCIOPERIAMO e il 29 novembre saremo a Roma per una grande manifestazione popolare.