Tempo di vestizione Maugeri, USB vince anche in appello. Ora la vertenza collettiva

Lodi -

La Corte d’Appello di Milano conferma quanto già sentenziato in I grado dal tribunale di Pavia. In data 26 novembre 2019 si è tenuta la prima e ultima udienza in appello (II grado di giudizio) della vertenza pilota avviata dall’USB sul riconoscimento degli arretrati del tempo di vestizione. Il tempo necessario per indossare e togliere la divisa fuori dall’orario di lavoro ordinario deve essere riconosciuto e retribuito. Alla luce di questo secondo e importantissimo risultato, l’USB Lavoro Privato informa tutti i lavoratori interessati che a breve si attiverà la raccolta delle adesioni per l’avvio di una vertenza collettiva.

Nel merito la sentenza di II grado conferma quella di I grado (si arriva al deposito del ricorso nell'ottobre del 2016 dopo averne discusso per mesi e in attesa che anche le altre OO.SS. facessero la loro proposta. Come sempre dal 2015, facendo finta che l'USB, nonostante sia ampiamente
rappresentativa, non esista nemmeno). In occasione delle udienze durante il I grado, per motivi che sarebbe complicato sintetizzare, abbiamo rivendicato solo l'ingresso. Alla seconda udienza di I grado si arriva coi testimoni. I testimoni di Maugeri palesano contraddizioni nel senso che pur non avendo mai "eterodiretto" l'ingresso anticipato, implicitamente ammettevano la sua necessità in modo che gli operatori fossero già pronti sul pezzo all'ora di inizio turno. Giusto per capirci: "non pretendiamo e non abbiamo mai detto al personale di entrare prima del loro orario. Chi deve iniziare alle 8,00, timbra l'ingresso alle 8,00, se entra prima lo fa per sua libera scelta".

Giudice: "quindi a che ore devono essere pronti e operativi per l'inizio del loro turno?"
Testimoni: "alle 8,00". (orari a caso giusto per rendere la cosa semplice da capire).

Maugeri fin dalla prima udienza non ha mai negato il riconoscimento dei tempi di vestizione. La vertenza si è interamente spostata sul riconoscimento degli arretrati. Così, dopo il primo verbale di udienza dove Maugeri confermava di aver sempre riconosciuto il tempo di vestizione ma all'interno dell'orario di lavoro, nel 2017 cgil cisl e uil firmano un accordo con l'allora Fondazione, riconoscendo 15 minuti, 8 in entrata e 7 in uscita, e "ben" 3 ore in conto permesso a copertura degli
arretrati per i casi passati di ingressi anticipati (l'accordo non è attualmente in vigore perché nel 2018, così come tutta la residua contrattazione di II livello, è stata "disdettata").

Maggio 2018, sentenza di primo grado che riconosce arretrati per 10 minuti per ogni giorno effettivamente lavorato dal 2007 all'ottobre del 2016. Nel dicembre 2018 Maugeri, che nel mentre era diventata ICS, deposita ricorso in appello di cui si tiene la prima e unica udienza il 26 novembre 2019. Lo stesso giorno viene emessa la sentenza che conferma nel merito il I grado accogliendo parzialmente le motivazioni di Maugeri solo in merito alla riduzione degli anni di prescrizione. Attendiamo le motivazioni, nel mentre, visti i positivi risultati della vertenza pilota, iniziamo ufficialmente a raccogliere le adesioni per una vertenza collettiva che coinvolga non solo Pavia ma tutti i lavoratori ICS, anche degli altri centri sparsi su tutto il territorio nazionale, così come abbiamo già fatto per rivendicare gli arretrati contrattuali (la prima udienza si terrà nel gennaio 2020).

Per informazioni più dettagliate rivolgersi ai delegati USB dei vari istituti oppure scrivere alla seguente casella di posta, specifica per la vertenza: usblodipavi@gmail.com

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