Tre arresti e un suicidio per l’inchiesta nella ASL di Pescara, USB: troppe ombre sugli appalti, rafforzare la sanità pubblica

Pescara -

Il terremoto nato dalle indagini nella ASL di Pescara per un appalto da 11 milioni pilotato, con tre arresti e il suicidio in carcere di uno degli accusati, è solo l'ultimo campanello di allarme. Per iniziare a porre rimedio a un sistema di appalti complesso e radicato non sono bastati anni di denunce sindacali sulle condizioni di lavoro del personale in appalto né sono bastate negli scorsi mesi le chiusure delle cucine degli ospedali. 

Gli arresti del direttore del dipartimento di salute mentale, del legale rappresentante ASL e di una coordinatrice della coop La Rondine - unitamente al tragico suicidio nel carcere di Vasto del primo, il dottor Sabatino Trotta - ci auguriamo non siano vani. Perché mentre le indagini della magistratura seguiranno il proprio corso, gli abruzzesi hanno bisogno di trasparenza e sicurezza ed è ora che si metta un punto fermo sulle esternalizzazioni che in vent'anni non hanno portato miglioramenti sostanziali al sistema sanitario regionale, ai lavoratori e ai cittadini. 

In un momento del genere non abbiamo bisogno di altra benzina sul fuoco, ma di un sistema sanitario regionale potenziato, che vada sempre più verso i cittadini, che tuteli e valorizzi le esperienze maturate dai lavoratori oggi in appalto per il bene della salute pubblica. 

Chiediamo alla Regione e alla ASL di Pescara di evitare qualsiasi rischio di interruzione di un servizio tanto delicato come quello per la salute mentale, per il bene degli stessi pazienti, delle loro famiglie e dei lavoratori che troppo spesso invece pagano le mancanze del sistema sanitario regionale.


#bastappalti

 

USB Federazione Abruzzo

 

Pescara 8-4-2021