USB IN AUDIZIONE ALLA 5° COMMISSIONE SANITA' REGIONE VENETO

Venezia -

 

Nella Regione Veneto in questi anni si è assistito ad una drastica riduzione dei posti letto; nel 1992 i posti letto pubblici erano 27.221, nel 2013  sono diventati 14.574 con una contrazione di 12.645 posti letto, pari al – 46,45%.

I posti letto per 1000 abitanti risultavano essere, nel 1992 6,19 mentre nel 2013 sono 2,9. Ulteriori dati possono essere estrapolati dal libro bianco della sanità veneta anno 2009, dove nello stesso anno i posti letto pubblici risultavano essere 16.276, mentre nell'anno 2016 sono diventati 14.574, con una contrazione in 4 anni di 1700 posti letto, corrispondenti a una riduzione del 10%.

Ora entriamo nella disamina della legge di riforma delle Ulss: per Usb l'istituzione dell'Azienda  rappresenta un potere accentrato totalmente in mano a poche persone, che non devono rispondere a nessuno, men che meno ai cittadini.

Acquisti e gare di aggiudicazione centralizzate che sicuramente non terranno conto delle singole peculiarità e bisogni di ogni singola Ulss/Azienda Ospedaliera.

La delibera 610 del 2014 della Giunta Regionale Veneto, in cui si vanno in maniera indiscutibile a tagliare i minuti di assistenza, con conseguente contrazione, del tempo assistenziale dedicato al malato.

Il mantenimento dei LEA sempre più a rischio, con continui tagli perpetrati al fondo sanitario regionale.

Problema legato al turno europeo: da applicarsi nelle Ulss/Aziende entro il 25 novembre 2015, in maniera inderogabile. Ma le dotazioni organiche risultano in forte sofferenza per mancanza di infermieri, oss, medici, figure cardine nel mantenimento della continuità terapeutico assistenziale.

La sostituzione delle malattie con questa tipologia di turno diventa praticamente impossibile senza contare che vengono a ridursi i giorni di riposo per il recupero psicofisico. A questo si aggiunge, la mancata sostituzione di malattie lunghe e maternità, per la verità molto frequenti.

Tickets sempre più alti e tagli attuati in maniera trasversale, ci portano a chiederci per quanto tempo, saranno garantiti i LEA? Che fine faranno le prestazioni urgenti? Le liste di attesa quando saranno abbattute con strumenti che non siano solo miseri incentivi economici ad alcune figure professionali e orari di lavoro massacranti? Senza contare gli intasamenti che subiscono i Pronti Soccorsi.

Si ricorda che la Sanità, è un diritto fondamentale, del cittadino/utente/paziente, previsto dalla costituzione.

In questo momento, nessuno risponde della gestione sanitaria ai cittadini men che meno risponderà dopo questa riforma.

All'orizzonte si profilano altri tagli, che non vanno a colpire gli sprechi reali, ma i soliti noti, che per veder garantito e rispettato un diritto dalla carta costituzionale, devono indebitarsi, o rinunciare alle cure. Secondo autorevoli studi, stiamo parlando del 10% della popolazione italiana.

Il rischio maggiore di questa riforma, è che vada in maniera verso processi di privatizzazione aggiudicando appalti al massimo ribasso a Cooperative spurie, che calpestano i diritti dei soci lavoratori e non garantiscono qualità adeguata della prestazioni.

In tutto questo marasma ci chiediamo come organizzazione sindacale che fine faranno gli amministratori locali, i Comuni, le associazioni di volontariato e di tutela dei diritti del malato.

Secondo noi, saranno sempre più esclusi da ogni voce in capitolo rispetto all'organizzazione sanitaria del loro territorio.

RICORDIAMO CHE I SINDACI SONO I PRIMI GARANTI DEL DIRITTO ALLA SALUTE DEI CITTADINI.

Alla luce di quanto sopra dichiarato Usb chiede:

  1. Il ritiro del disegno di legge sulla Riforma territoriale delle Ulss/Aziende ospedaliere.

  2. La reinternalizzazione dei Servizi fino ad ora esternalizzati.

  3. L'implementazione del fondo sanitario regionale.

  4. L'abolizione del tickets per tutti i cittadini che afferiscono al Pronto Soccorso.

  5. Riduzione notevole del Tickets su prestazioni diagnostiche ed esami ematochimici.

  6. Gratuita dei dentisti pubblici.



Riteniamo inoltre fondamentale che la Regione Veneto si faccia promotrice presso Conferenza Stato Regioni, Aran, Governo, dello sblocco immediato dei contratti pubblici fermi oramai da tempo immemore, di riaprire la contrattazione nazionale, a favore degli aumenti stipendiali, rimettendo al centro la dignità e l'alta qualificazione delle figure professionali che operano all'interno della Sanità e che erogano salute alle nostre popolazioni.


Vicenza, 21 settembre 2015.


La segreteria regionale Usb Sanità