LA MANCANZA DI "CONFLITTO" SULLO STATO ATTUALE DELLA SANITÀ

Nazionale -

Sullo stato della Sanità pubblica si pronunciano ormai un po' tutti: Enti di ricerca, Associazioni, Università, Giornali e Riviste più o meno specializzate, Politici, Difensori Pubblici, Sindacati complici e collaborazionisti, Utenti organizzati e chi più ne ha più ne metta, tutti a certificarne lo stato comatoso.

Non che i dati oggettivi diano loro torto: ormai tra 5 e 6 milioni di persone non si curano per mancanza di reddito; la percentuale di PIL utilizzata per finanziare la Sanità Pubblica negli ultimi anni, dal 2011 ad oggi, è scesa dal 7,1 al 6,4 e continuerà a scendere; diversamente la spesa privata per le cure sanitarie è cresciuta ed oggi tocca i 35 miliardi di euro annui; in Italia abbiamo 3 posti letto ogni mille persone contro gli 8,1 della Germania; 175 ospedali chiusi dal 2010; sempre in Italia abbiamo circa 5,4 infermieri ogni mille abitanti contro i 10,2 sempre della Germania; e così via....

Va tenuto assolutamente nel conto che la popolazione complessiva si va invecchiando, il modello di società che ci hanno imposto “ci ammala” e quindi crescerà ulteriormente il fabbisogno di Sanità.

Tutto ciò è dovuto alle politiche ordoliberiste dettate dalla Unione Europea che privilegiano tagli di risorse pubbliche e selvagge privatizzazioni con le relative conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.

Va sottolineato che mentre i dati così snocciolati pongono in evidenza la barbarie in atto, non tutti i fattori che l'hanno generata sono oggetto della stessa attenzione.

A noi preme mettere a fuoco un altro fattore che, pur espressione e parte integrante delle sopracitate politiche neoliberiste, non gode della stessa messa a fuoco e denuncia pubblica: la messa a tacere “manu militari” del conflitto!

E’ a partire dal 1990 che tutte le forze politiche, con la complicità dei Sindacati complici e collaborazionisti, hanno prodotto in Parlamento leggi securitarie tese a smantellare lo stato sociale, conquistato con lacrime e sangue dalla classe lavoratrice dal dopoguerra in poi. Inoltre, più o meno tutte le forze politiche, si sono accanite, sempre negli ultimi trent’anni, a legiferare sul controllo e l’impedimento di fatto del diritto di sciopero rendendo comunque difficile l'espressione del conflitto anche da parte di gruppi sociali di persone più o meno organizzate.

Lo stesso e conseguente abbattimento dei redditi da lavoro ha ricondotto ai minimi termini il conflitto, proprio mentre ce ne sarebbe stato più bisogno.

Mentre tutto ciò si è andato definendo nell'ultimo trentennio, nonostante l'avvicendarsi di diversi, si fa per dire, orientamenti politici al governo del Paese, l'importante e costituzionale “diritto alla salute”, come confermato dai dati, sta venendo meno, sicuramente in modo barbarico per le fasce più deboli della popolazione. Viceversa lo stesso “Servizio Pubblico Aziendalizzato”, risulta uno dei settori più redditizi e terreno percorso e permeabile dalla privatizzazione e dalla corruzione.

Solo la contrapposizione e il conflitto anche aspro tra chi detiene il potere decisionale e i Lavoratori del Settore, potrebbero ridefinire in senso progressivo il “diritto alla Salute”.

Se ne avverte tutta la necessità e l'urgenza sia tra i Lavoratori che tra gli Utenti. Il conflitto a nostro avviso, va quindi liberato da lacci e lacciuoli, connivenze e gendarmi, determinando un positivo progresso nei diritti di tutti.

Coordinamento Nazionale USB Sanità

 

17-18-19 aprile 2018 - RIPRENDIAMOCI TUTTO – VOTA USB