Sanità Marche, dalla favola alla realtà

Anche per questo i lavoratori scioperano il 10 novembre

Nazionale -

In queste ultime settimane compaiono Comunicati Stampa di Organizzazioni Sindacali Confederali riguardanti la Sanità marchigiana i cui contenuti lasciano a dir poco, perplessi.

Ci riferiamo in particolare alle valutazioni fatte in merito alla salute del Sistema Sanitario di questa Regione che viene definito di buon Livello salvo poi evidenziare alcune marginali difficoltà che esso attraversa, quasi fossero danni collaterali trascurabili in un Sistema complessivamente funzionante ed efficiente.

Le nostre valutazioni, quelle dell’Unione Sindacale di Base, sono invece diametralmente opposte.

 

Infatti, secondo il Ministero della Salute, le Marche risulterebbero al 7 posto nella valutazione in seguito al monitoraggio dei LEA (livelli essenziali di assistenza) del 2015, e questo significherebbe , per le considerazioni fatte dai nostri interlocutori che i servizi garantiti siano di buon livello, anche se non ottimali.

Quello che non viene mai detto però è a quale prezzo si è arrivati a questi risultati dell’anno 2015, risultati, tra laltro, che secondo la nostra organizzazione sono sicuramente in peggioramento per tutto il biennio 2016/2017.

 

Qui, più che le ipotesi, ci soccorrono i numeri. Nel Sistema Sanitario Regionale tra 2011 e 2015 si sono perse 2000 unità di Personale, In tutta l’ASUR Marche vi sono circa 13.000 dipendenti a Tempo Indeterminato ma altri 1350 che, come evidente consentono di non chiudere i servizi, hanno invece da anni contratti Precari e ad ogni scadenza vengono colti dalla disperazione non sapendo se i loro contratti saranno rinnovati.

Una “tortura” che non avrebbe più ragione di esistere in quanto le normative attuali, compreso il Decreto Madia, consentirebbero di stabilizzare questi Lavoratori. La Regione e l’ASUR ogni anno promettono di procedere, non si passano mai, però, dalle parole ai fatti.

Ma, se non bastasse, vi sono altri due parametri che sono quelli classici per definire se un Servizio Sanitario Regionale è realmente livellato sull’eccellenza, e questi numeri dicono esattamente il contrario. Ci riferiamo alle Liste di Attesa ed alla Mobilità Passiva quella cioè che vede i pazienti marchigiani andarsi a curare in altre regioni.

I numeri sono impietosi, visto che I tempi d’attesa per le prestazioni di specialistica ambulatoriale nella Regione Marche, nel loro complesso, sono rispettati solo per il 28% delle prenotazioni effettuate. Il dato, relativo alle sole prime visite o prestazioni (con esclusione di controlli e screening) emerge dalla lettura del report regionale di rilevazione, riferito al mese di novembre 2016 e pubblicato sul sito dell’Agenzia Regionale Sanitaria.

Il dato ancora più preoccupante, perché coinvolge anche l’aspetto economico si riferisce al disavanzo tra pazienti che chiedono prestazioni alla nostra Regione ed i marchigiani che usufruiscono delle Prestazioni sanitarie fuori Regione. Il deficit, nel periodo 2010-2015 è passato da 26 a 48,9 milioni di euro. Un disastro per l’attrattività della Sanità regionale.

 

Allora la domanda legittima è la seguente: a chi attribuire, nonostante tutto, il merito di questo traballante Settimo Posto tra le Regioni rispetto ai Livelli Essenziali di Assistenza?

Semplice. I LEA vengono garantiti grazie alla professionalità dei tanti lavoratori che operano nella sanità, nonostante la carenza cronica di personale con contratto di lavoro a tempo indeterminato e non hanno certo aiutato le scelte di Politica Sanitaria regionale che privilegiando le forme di assunzione Precarie, rendono il Sistema ingovernabile. Colpevole, a nostro avviso anche, ritardare le procedure di stabilizzazione di questo personale previste nel triennio 2016/2018 e le procedure concorsuali indette in ASUR ma ancora non evase.

Quello che appare evidente dunque, viste le premesse, è che il “merito” della Regione Marche sta tutto nel taglio dei Costi operato sulle spalle dei Cittadini e Lavoratori della Sanità, ciò che viene “Premiato” riguarda lo stare dentro le compatibilità economiche a scapito dei servizi ai Utenti.

Così in tutte le Aree Vaste, anche se in AV2 sembra ci sia una forma di accanimento (non terapeutico), con l’Operazione Osimo-INRCA, con la quale si distruggono le funzioni ospedaliere per i Cittadini della Valmusone ma anche le funzioni di Rete per il Presidio ospedaliero Unico di Area Vasta

Non meno gravi appaiono le scelte di Privatizzare interi pezzi delle prestazioni previste nel Piano Sanitario Regionale. Infatti con la determina Asur 589/2017 si indice gara di affidamento del servizio di assistenza infermieristica nei centri diurni dell’AV5 privatizzando i servizi come l’ADI e le strutture residenziali dell’Ascolano, il costo dell’operazione di trasferimento di soldi Pubblici al Privato è di circa 30 milioni di euro/anno. Insomma una Sanità Regionale rivolta solo al risparmio nei settori pubblici perdendo di vista la qualità dei servizi e dell’assistenza universale.

 

USB MARCHE Pubblico Impiego

Mauro Giuliani

Milena Montesi

Stefano Tenenti