USB: no alla Sanità differenziata
Venerdì 15 Febbraio la USB scende in piazza a Montecitorio contro il federalismo dei ricchi e la secessione sociale di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna
Il disegno di legge di attuazione delle super autonomie (o cosiddetto regionalismo differenziato) alle Regioni Lombardia, Veneto ed Emila Romagna che il governo “gialloverde” si appresta a predisporre dopo l’intesa siglata dalle predette Regioni con il precedente governo Gentiloni a pochi giorni dalle elezioni del 4 marzo 2018 avrà il via libera il prossimo 15 febbraio.
Si tratta di una vera e propria “Secessione dei Ricchi”
Con questo provvedimento queste tre regioni potranno trattenere sul suolo regionale la gran parte del ricavato fiscale, rompendo con il dettato costituzionale che impone una perequazione tra i territori e pari dignità e diritti per tutti i cittadini, indipendentemente dalla collocazione geografica. L'ordinamento giuridico e amministrativo del Paese ne uscirà profondamente sconvolto e sarà completamente messo in discussione ogni riferimento a forme di equità e di uguale dotazione dei servizi nelle diverse aree del Paese ma in particolare è utile evidenziare quali saranno le ricadute concrete e negative sul diritto alla salute così come è sancito dall’attuale art. 32 della Costituzione Italiana.
Probabilmente, si registrerà un complessivo stravolgimento di quanto disposto nel Titolo II, disciplinante le «Prestazioni», del vigente decreto legislativo 502/92.
Novità importanti si profilano, pertanto, in materia di disciplina dei rapporti con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che da personale convenzionato, caratterizzato dall'intrattenimento di un rapporto di lavoro di tipo parasubordinato, potrebbe essere trasformato in personale organico alle dipendenze del servizio sanitario di riferimento. Nondimeno, si registrerà una trasformazione radicale anche del sistema fondato sulle cosiddette 3A, sia dalla rinnovata regolazione del rilascio dell'accreditamento, che potrebbe andare ben oltre l'attuale tipologia istituzionale, che della definizione e stipulazione, rispettivamente, degli accordi tra enti pubblici e contratti con gli erogatori privati, finalizzati alla compravendita di prestazioni sia ambulatoriali che spedalizzate nonché della rivisitazione dell'attuale sistema della relativa remunerazione tariffaria.
Ulteriori novità potrebbero anche riguardare la disciplina del servizio farmaceutico con riferimento, altresì, all'esercizio delle farmacie, siano esse pubbliche che private, tanto da potere codificare una loro diretta partecipazione, con un conseguente significativo ruolo collaborativo, nell'ambito dell'assistenza primaria, che potrebbe assumere una diversità organizzativa rispetto a quella sancita dal decreto legge 158/2012.
Tutto ciò determinerà una netta e gravissima compromissione del diritto alla salute per le altre Regioni ma il Mezzogiorno ne uscirà ulteriormente discriminato già oggi privo di strutture efficienti e di alta eccellenza, rinvenibili nelle Regioni che avranno la “Secessione dei Ricchi”, e soffocato da piani di rientro dalla durata eterna e afflitto da mobilità passiva di un valore complessivamente miliardario.
L'Unione Sindacale di Base ha deciso pertanto di lanciare una mobilitazione di protesta a Roma in piazza Montecitorio il prossimo 15 febbraio per fermare questo processo e riaprire la discussione. Tutti devono avere pari diritti e pari dignità, tutti abbiamo diritto allo stesso livello dei servizi pubblici, delle scuole, degli ospedali, dei trasporti. Vogliamo una fiscalità progressiva e perequativa, vogliamo più giustizia sociale ed un piano vero di lotta alle disuguaglianze sociali.
La USB dice NO alla Sanità differenziata