Vaccinazione Covid-19: all’Italia serve una buona sanità pubblica, con investimenti massicci, assunzioni e il ritorno al SSN unico
L’avvio della prima fase delle operazioni di vaccinazione contro il Covid-19 mette ancora una volta a nudo i reali problemi della sanità italiana e relega finalmente nella cerchia degli odiatori seriali dei dipendenti pubblici e del servizio pubblico, la campagna mediatica (a base di licenziamenti, provvedimenti disciplinari e penalizzazioni economiche) avviata contro il personale che eventualmente si rifiutasse di sottoporsi al vaccino. Oltretutto l’alta adesione nelle strutture sanitarie nazionali, rende inutile e velleitario il dibattito sull’obbligo di vaccinazione per gli operatori sanitari.
Il continuo scontro e il rimpallo di responsabilità fra Stato e Regioni, questa volta sulla fornitura di vaccini e sulla loro effettiva somministrazione, evidenzia una volta di più la necessità e l’urgenza di rivedere la riforma del Titolo V della Costituzione, riportando le competenze in materia di sanità, nell’ambito di un unico Servizio Sanitario Nazionale. Nei fatti, a fronte dell’evidenza di non poter sostenere con il personale a disposizione nemmeno le vaccinazioni per gli Operatori sanitari e i pazienti delle RSA, la realtà racconta di ritardi nell’emanazione del bando per il reclutamento di medici e infermieri, rigorosamente precari e in affitto, da destinare alla campagna vaccinale; di carenza di guanti e siringhe: di mancanza di sicurezza e formazione; di mancato rafforzamento dei servizi territoriali e della prevenzione.
Inoltre la difficoltà di conservazione dell’unico vaccino attualmente a disposizione esclude dalla possibilità di effettuare le vaccinazioni i medici di medicina generale e riporta in primo piano l’esigenza di un riordino della medicina territoriale con la realizzazione di Case della Salute realmente rispondenti ai bisogni della comunità e la diretta dipendenza dal SSN dei medici di base. Solo così sarà possibile, insieme al reclutamento di massa di personale attraverso assunzioni stabili, un deciso potenziamento del servizio territoriale, vera arma di prevenzione nonché strumento di utile, corretta e capillare informazione per i cittadini/utenti.
Ritardi, contraddizioni, mancato incremento sostanziale del fondo sanitario nazionale e mancanza di un piano nazionale di vaccinazione trasparente ed efficace sono gli argomenti ai quali porre rimedio e per far questo la ricetta è sempre e solamente una e cioè invertire la tendenza dell’ultimo decennio, immettendo finanziamenti nel Servizio Sanitario pubblico, dopo i numerosissimi e scriteriati tagli, investendo massicciamente in salute e assunzioni stabili.
USB Sanità
5-1-2021