Villa Scassi, l’inferno quotidiano del Pronto Soccorso e la parata presidenziale di Toti
Oggi, 13 ottobre, il Pronto Soccorso di Villa Scassi riceve la visita del presidente della Regione Liguria Toti. Nel portare la propria vicinanza a lavoratori e pazienti il presidente compie un gesto opportuno. Ma i gesti non bastano. Toti troverà a Villa Scassi lavoratrici e lavoratori stremati da malessere organizzativo e da un carico di lavoro non sostenuto da spazi, strutture e dotazione organica adeguati. Troverà poi i pazienti del Ponente genovese e della Valpolcevera, cittadini che subiscono una grave disparità nell'erogazione dei servizi sanitari rispetto al resto della città.
Probabilmente, com'è nello stile delle parate di rappresentanza, provvedimenti eccezionali avranno modificato il panorama per cui questo Pronto Soccorso è tristemente noto: pazienti ammassati in spazi angusti su decine di barelle, una attaccata all’altra.
In una giornata normale al Pronto Soccorso dello Scassi le barelle sono ovunque: negli spazi di passaggio, nelle sale rosse, nei magazzini, nelle salette di visita. Su quelle barelle ci sono persone malate, quasi sempre molto anziane, necessariamente sole, senza poter scendere da quelle barelle perché manca lo spazio, perché non c'è nessuno che li possa aiutare. Su quelle barelle i pazienti vivono, soffrono, mangiano, dormono, espletano funzioni fisiologiche, a volte muoiono.
Così i pazienti trascorrono, in attesa di un posto letto, giorni lunghissimi senza luce naturale, scanditi dall'incessante rumore dei monitor, dai ritmi delle attività assistenziali: prelievi, terapia, igiene. A quelle persone la politica sanitaria di Toti non offre un minimo di riservatezza né di dignità, esponendole a complicanze che ne deteriorano il già fragile stato di salute.
Indipendentemente da quanto vedrà oggi il presidente, è questo il panorama che gli operatori fotografano tutti i giorni, da anni. Sono medici, infermieri, OSS che lavorano in un contesto infernale che ha annullato la funzione della Medicina d'Urgenza, quella di prestare le prime cure e stabilizzare malati che poi devono essere trasferiti ai reparti che si occupano della terapia e della guarigione. Lontanissimo da tutto questo, il Pronto Soccorso di Villa Scassi assomiglia molto di più a un deposito di materiale umano che a un luogo di cura.
Alla tregenda Scassi sembrano essere rassegnati tutti, non USB che chiede alla Regione, ai vertici aziendali e alla Direzione ospedaliera di applicare gli strumenti che rendano esigibile il diritto alla salute per i cittadini del Ponente e della Valpolcevera, e degno il lavoro degli operatori sanitari: una programmazione complessiva del sistema di emergenza in città calibrata sulla reale ricettività degli ospedali, la riattivazione a pieno regime dei Pronto Soccorso di Sestri e Pontedecimo, la replezione della dotazione organica del Pronto Soccorso anche tramite incentivi economici agli operatori, il ripristino di percorsi, di ritmi di lavoro, di dotazione strumentale che consenta alla Medicina d'Urgenza di prestare efficace assistenza.
USB Sanità Liguria
Genova 13-10-2021