vogliono chiudere 27.000 posti letto, altro che questione meridionale
SANITA’: DIETRO LO SCONTRO TRA REGIONI E GOVERNO SI NASCONDE LA VOLONTÀ CONDIVISA DI CHIUDERE 27.000 POSTI LETTO
Dagli scandali sulle consulenze e sull’inefficienza del sistema sanitario meridionale, agli ospedali inagibili o crollati perché costruiti con cemento povero; dalla questione morale, che continua a produrre arresti di politici e manager collegati, all’impotenza del sistema federalista, che riduce i governatori regionali a meri esecutori materiali di volontà governative, tutto sembra condurre verso la necessità di tagliare servizi, posti letto e spesa per il personale, così da far apparire il sistema privato come unica soluzione alle inefficienze del pubblico.
È un percorso che stiamo ostacolando ormai da anni in sintonia con il resto del sindacalismo di base, con qualche successo ma in perfetta solitudine rispetto al variegato mondo istituzionale. Ma questa fase assume sempre più valore di atto conclusivo, perché affiancata da interventi bipartisan ad ampio spettro: dalla riforma Brunetta al decreto sicurezza, dall’ipotesi di piano sanitario nazionale con il taglio di 27.000 posti letto, alle politiche regionali.
Oggi la gestione del bene salute passa ancora attraverso il controllo di appalti e consulenze e sono sempre i partiti a reggere le fila di questo sistema, come sembrano testimoniare anche le recenti inchieste della magistratura. Ma come è possibile, ad esempio, che due architetti, consulenti del Cardarelli di Napoli, abbiano incassato compensi per quasi 5 mln di Euro in un anno? Come è possibile, come rileva il Ceis dell’Università di Tor Vergata, che i servizi non sanitari gestiti da ditte e cooperative in appalto (lavanderia, pulizia, mensa) costino all’intero paese oltre 4,5 miliardi di Euro, mentre se fossero gestiti direttamente dalle ASL costerebbero 1 miliardo in meno? E come mai lo zelante Ministro Brunetta non interviene?
Dopo le lotte dei cittadini sulle scorie di Scanzano e sulle discariche in Campania, ma anche in quelle a cui abbiamo direttamente partecipato a difesa degli Ospedali salernitani o viterbesi, siamo certi che il coinvolgimento dei territori sia ormai l’unica pratica a garanzia dei servizi, al fianco dei cittadini, con i lavoratori del sistema sanitario.