Ipab La Casa di Schio-Vicenza, 134 posti di lavoro a rischio. USB dichiara lo stato di agitazione

Vicenza -

Al sig. Prefetto di Venezia

All'Assessore regionale alle Politche Sociali e Sanità

dott.sa Manuela Lanzarin

OGGETTO: Dichiarazione dello stato di agitazione; richiesta di incontro di conciliazione e   raffreddamento art. 5 sulle Norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali L.83/2000 crt2.comma 2.

Signor Prefetto, la scrivente O.S., con la presente dichiara lo stato di agitazione sindacale di tutto il personale dell'Ipab La Casa di Schio-Vicenza

A tale proposito si è a chiedere l'incontro di conciliazione e raffreddamento previsto dalle norme citate in oggetto.

Le motivazioni che ci spingono a dichiarare lo stato di agitazione, alla dichiarazione di una giornata di sciopero e, conseguentemente, a chiederle l'incontro sono le seguenti:

La Ulss 7 Pedemontana che ha dato in concessione tramite precedente gara di appalto all'Ipab La Casa di  Schio le Comunità “Il Cardo” e “San Michele” site nella struttura di Montecchio Precalcino ha in previsione nuova gara di appalto per la gestione delle suddette strutture, in quanto a febbraio 2020 scadono i termini della precedente gara.

In questa struttura prestano le loro funzioni lavorative oltre 130 dipendenti pubblici afferenti al contratto degli enti locali, dipendenti dell'Ipab La Casa.

Il problema, signor Prefetto, sussiste nel fatto che una probabile gara di appalto al massimo ribasso, certamente impedirebbe all'Ipab La Casa di essere competitiva, ad esempio nei confronti di cooperative dove lo stipendio dei dipendenti è inferiore anche del 20%, rispetto al contratto degli enti locali, e dove la tassazione dovuta e inferiore a quanto  invece devono le ipab Pubbliche, in base alle normative vigenti.

Il nostro timore, signor prefetto è che venga messo a rischio il livello assistenziale per i pazienti psichiatrici ospiti nelle due comunità, considerando anche altre esperienze sul territorio (vedi Ipab Vicenza) e che non vi sia un futuro certo contrattuale e di lavoro per i 130 dipendenti in quanto L'Ipab La Casa ha già fatto sapere che vi sarà la possibilità di ricollocare solamente una ventina di loro in altre strutture Ipab. 

Se peraltro vi fosse la possibilità della continuità lavorativa nella nuova gara di appalto non è neppure certo che alcuni dipendenti oss (la figura professionale maggioritaria presente) vogliano rimanere a condizioni contrattuali peggiorative. E’ risaputo che nel Veneto vi è una grave carenza di personale oss, e che solo di recente la Regione Veneto si è attivata finanziando nuovi corsi per oss motivo per cui anche un eventuale nuovo subentrante avrebbe non poche difficoltà a reperire il personale necessario.

Abbiamo avuto un confronto con la Direzione della Ulss 7 Pedemontana e lo stesso Commissario ci ha fatto capire che le condizioni della nuova gara di appalto sono determinate dall'Azienda Zero e quindi dalla Regione Veneto.

Noi chiediamo Signor prefetto che nel Crite previsto nella nuova gara di appalto ci siano le condizioni affinchè anche l'Ipab La Casa possa essere competitivo come è avvenuto nella precedente gara,  o altresì che possano esserci delle clausole di salvaguardia sociale a tutela dei dipendenti Ipab, che vorrebbero eventualmente tutti rimanere, ma a condizioni lavorative accettabili.

L'Azienda Ulss continua a rimarcare che verranno garantiti gli standard assistenziali, ma non dice che questi standard sono oramai obsoleti e non sono mai stati volutamente rivisti dalla Regione Veneto. Standard già a nostra opinione insufficienti e che con il subentro di eventuali cooperative non possono che peggiorare la situazione. Ricordo a riguardo che in queste società i lavoratori sono anche costretti a lavorare 12 ore di fila, saltando i riposi ecc. perchè non vengono fatte più assunzioni in quanto si deve rimanere all'interno del tetto di spesa previsto dalla gara al ribasso...solo per fare alcuni esempi.

La scrivente, con la presente, intende di conseguenza far proprie le rimostranze dei dipendenti, che hanno chiesto il nostro intervento, e per questo intende indire una giornata di sciopero nelle modalità e nei tempi previsti dalle norme vigenti.

Visto le norme vigenti in materia la presente dichiarazione comporta la convocazione delle parti, sindacale e aziendale, entro 5 giorni dalla presente, precisando che le norme in materia prevedono che durante il tentativo di conciliazione e raffreddamento le parti non intraprendono atti unilaterali.

Restando in attesa di convocazione ufficiale si porgono distinti saluti.

Vicenza, 25 maggio 2019