Ospedale di Monza, la misura è colma. Assunzioni subito per garantire il diritto alla salute
A Monza, una situazione in linea con quella -disastrosa - regionale. E' il frutto di anni di privatizzazione, precarizzazione, esternalizzazioni, di una sanità votata più al profitto che alla tutela della salute
USB denuncia il reiterato mancato rispetto dei diritti di lavoratrici e lavoratori e del diritto alla salute da parte dei cittadini. Un atteggiamento perpetuato dall’Amministrazione di ASST Monza, sebbene la situazione sia già contestata il 4 ottobre del 2019 con manifestazione cittadina e seguente sciopero dei lavoratori e adesso è inevitabilmente accentuata dall’ultima emergenza sanitaria.
La prima ondata covid fu gestita attraverso l’assegnazione di personale ad altri servizi o strutture senza badare a limitazioni fisiche e orarie, l’abuso del lavoro straordinario e del servizio di Pronta Disponibilità, la sospensione dei permessi e delle ferie; oggi, come se gli ultimi sei mesi non fossero serviti a nulla, ci si appresta a replicare per affrontare la seconda ondata.
Le rassicurazioni di vari Dirigenti Medici e Direttori Generali rilasciate ai media provano a celare una organizzazione aziendale che si basa sul mero sfruttamento di lavoratrici e lavoratori e un silenzio complice della Direzione Generale nei confronti di una politica regionale incapace di porre alcun correttivo ad un sistema sanitario che si è dimostrato fragile e tutto votato al profitto.
Se a Febbraio 2020 si motivarono scelte e comportamenti in nome dello stato d’emergenza, ora a cosa ci si appellerà? Domanda che vorremmo porre al Direttore Generale se solo ci fosse modo di incontrarlo alle riunioni di trattativa sindacale, considerato che l’amministrazione prosegue imperterrita nel mancato rispetto delle relazioni sindacali, mantenendo il silenzio su informazioni che dovrebbero essere condivise tempestivamente ai rappresentanti dei lavoratori ed alle Organizzazioni Sindacali.
Purtroppo niente di più ci si attende da un’amministrazione che, in linea con le dissennate scelte regionali, e ha deciso di abbassare gli standard qualitativi di assistenza alle soglie minime: non è un caso che in questi anni l’azienda si sia rifiutata di confrontarsi con i sindacati sui contingenti di personale e abbia persino omesso di fornire i relativi dati reali, probabilmente proprio per celare la grave carenza di operatori .
Come affronta l’ASST Monza l’emergenza covid-19 a Novembre 2020?
-spostando a piacimento e senza preavviso personale da una unità operativa all’altra o sopperendo alle croniche carenze organiche sottraendo personale dai servizi sospesi;
-non trattenendo il personale assunto solo temporaneamente durante la prima fase emergenziale (p.iva, neolaureati con contratti co.co.co.);
-destinando parte del personale già carente e materiale al famigerato e inutilissimo Ospedale Fiera;
-chiudendo- con un tempismo surreale!- l’intero settore C per lavori di ristrutturazione, sacrificando quindi spazi utili;
-chiedendo sempre più sacrifici a tutti i lavoratori, facendo appello alla loro professionalità e sacrificio.
Le notizie che ci giungono dal personale sono preoccupanti e descrivono uno scenario che non potrà cambiare se non con scelte immediate e inderogabili atte ad alleviare il carico lavorativo, soprattutto attraverso assunzioni stabili del personale necessario, senza le quali si mette a serio rischio la salute dei pazienti ricoverati e, per estensione, quella dei cittadini del territorio.
L’USB, anche all’ASST di Monza prosegue la propria battaglia contro le politiche sanitarie regionali che, soprattutto da Formigoni in poi, hanno spostato il centro della sanità dalla salute al profitto, con i risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti, affossando il SSN e mortificando il lavoro generoso e straordinario di migliaia di lavoratori.
Oggi l’USB ha chiesto un incontro urgentissimo al Direttore Generale, pronta, in caso di risposta negativa a mettere in campo ogni azione di contrasto a questi comportamenti e metodi che riteniamo dannosi per la sanità e per la salute pubblica.