PRECARIE LEGNANO: DOPO LA "STRIP CONFERENZA" SCIOPERO DEI PRECARI IL 19 SETTEMBRE

Milano -

Non mollano le 11 precarie licenziate dell’azienda Ospedaliera di Legnano che dopo la “Strip Conferenza”, hanno dato parola a tanti altri precari leggendo le lettere di solidarietà giunte.

 

“La lotta prosegue - dichiara Ornella Cameran della RDB/CUB che questa mattina ha dato vita  alla strip conferenza - e da lunedì saremo di nuovo davanti l’Ospedale di Legnano a fare il nostro presidio contro i licenziamenti”.

 

Martedì le lavoratrici saranno ricevute dall’Assessore al Lavoro della Provincia di Milano Bruno Casati e da una delegazione della Commissione Lavoro della provincia di Milano.

Sempre a Legnano Mercoledì 10 si terrà un’assemblea generale di tutti i lavoratori in solidarietà con le 11 centraliniste e per denunciare le esternalizzazioni che da qui a breve colpiranno l’azienda Ospedaliera.

 

Le lavoratrici hanno inoltre lanciato a tutti i precari un appello a scioperare il giorno 19 settembre e partecipare a Roma all’assemblea convocata dalle RdB-CUB nella sala conferenze Cavour, in via Cavour a Roma.

 

 

 

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Il video sul sito della TV web C6  clicca qui

Lo stesso video su YouTube (più veloceclicca qui


8 settembre 2008 - L'Unità

La lotta su Youtube
di Bruno Ugolini

Sono undici giovani donne (35 anni in media) di Legnano, la patria che ospita la statua di Alberto da Giussano. Le loro storie hanno trovato spazi su tutti i giornali importanti, dopo aver dato vita ad una singolare forma di protesta. Con il probabile aiuto di un moderno telefonino, adoprato da una collega efficiente, si sono fatte riprendere una per una e hanno inviato il loro video a "Youtube". Ovverosia al sito che è una specie di buca delle lettere per tutti i video amatori desiderosi di far conoscere i propri prodotti. Il fatto ha fatto scalpore, creato curiosità, suscitato interesse.
Non solo. Hanno proseguito nella protesta presentandosi nude, seppur alle spalle di un lenzuolo trasparente, a una conferenza stampa. Hanno dichiarato: "Tanto ci hanno già denudato dei nostri diritti". Il tutto per denunciare un provvedimento di licenziamento. Erano undici lavoratrici presso il call center dell’ospedale legnanese. Sono rimaste vittime di una circolare del ministro Brunetta. L’accusa non è quella infamante, cara all’esponente del centrodestra, di far parte delle schiere dei fannulloni. E’ quella di essere in carica da oltre tre anni, lavorando sodo, con contratti a termine che andavano da tre mesi a un anno e una paga di 600-800 euro mensili. Il ministro ha creduto opportuno adottare anche nel settore pubblico il limite dei tre anni (riservato solo alle imprese private, per volontà del centrosinistra). Solo che il centrosinistra aveva adottato tale regola per combattere la precarietà non per togliere il lavoro. Brunetta avrebbe potuto e dovuto agire in modo costruttivo, impegnandosi a fare assumere con contratti a tempo indeterminato quelle donne. Con la consapevolezza che tre anni sono sufficienti per sapere se una persona vale o non vale. Invece le undici sono state spedite a casa all’alba del 31 agosto: non più precarie, ma disoccupate. Dalla padella alla brace. E loro hanno protestato adottando questa nuovissima forma di lotta sindacale, ovverosia l’uso di Youtube. Certo che se l’esempio si estendesse ne potremmo vedere delle belle. Pensate a Youtube invaso da migliaia di video realizzati da piloti e hostess dell’Alitalia. Oppure a cortei del personale di volo e di terra per una volta privato non solo delle proprie divise ma anche dei propri indumenti intimi. E tra loro in prima fila i tanti precari che affollano Fiumicino e che nella trattativa in corso saranno i primi a lasciarci le penne. A dire il vero alle spalle delle undici di Legnano qualcosa che vorrebbe essere un sindacato c’è. Sono le Rdb, le rappresentanze di base, un’organizzazione specializzata nel coltivare polemiche contro i sindacati ufficiali. Ho visto il video. Ho avuto l’impressione di un’iniziativa un po’ disperata. Il segnale di una solitudine angosciante. Una per una le donne legnanesi innalzano in silenzio cartelli elementari che quasi nascondono i loro lineamenti. Uno dice "Da sei mesi precarie". L’altro: "No allo sfruttamento dei precari". Un altro ancora: "Si al reddito di cittadinanza". E "Ci mettiamo all’asta in cambio di un posto di lavoro". Infine ecco la scritta che meglio indica la paternità delle Rdb: "Riceveremo la colletta del sindacato. Vergogna!". Il riferimento, se non abbiamo capito male, è alla decisione assunta di devolvere a loro favore un’ora di lavoro effettuata dai lavoratori della zona. Un gesto di solidarietà che non risolve i problemi delle precarie ma che intende rompere la solitudine che le circonda. E’ stato voluto da Cgil, Cisl e Uil, quindi le Rdb lo sbeffeggiano. La cosa curiosa è che il centralino del Call center dell’ospedale di Legnano dove le undici donne operavano è stato spostato in Sicilia, a Palermo. Ma in questo caso a Legnano, patria dell’esimio protettore della Lega, Alberto da Giussano, i colonnelli di Bossi non battono ciglio. E il ministro Brunetta dal canto suo gioca allo scaricabarile, la colpa è sempre di altri. Ovverosia i vertici dell’azienda sanitaria legnanese e il governo che lo ha preceduto.


7 settembre 2008 - Il Giorno

Dopo lo strip continua la lotta delle centraliniste
La sindacalista: «Finora tanta solidarietà, ma di proposte di lavoro nemmeno una»
di SILVIA VIGNATI

Legnano - VENERDÌ è stata fatta una cosa forte. Oggi (ieri per chi legge, ndr) ci siamo sentite un po' tra di noi, confrontandoci sul "costo emotivo" della giornata». Sabato pomeriggio: Ornella Cameran è al lavoro, in reparto. L'infermiera e sindacalista delle Rappresentanze di base (Rdb) dell'Azienda ospedaliera di Legnano era presente venerdì al Teatro della Cooperativa a Milano. A luci spente, e a rientro nei ranghi, parliamo del post-strip. Com’è andata? «Venerdì ciascuna di noi ha gestito in proprio le sue emozioni. Le ex lavoratrici non sono abituate al palcoscenico, all'attenzione dei media. Per loro tutto questo ha avuto un impatto psicologico molto alto. È costato grande fatica. Oggi (ieri per chi legge, ndr), abbiamo elaborato insieme la giornata». Avete avuto qualche contatto particolare? «Ci hanno chiamato tante donne, che hanno espresso solidarietà e ammirazione. Hanno detto: "Io non avrei mai avuto il coraggio di fare quello che avete fatto". Qualcuna precaria per tanti anni, poi ha ottenuto l'agognata stabilizzazione. Ma anche un uomo, dalla Cri di Bologna, che condivideva il dramma del precariato ma ci ha esortato: "Non spogliatevi. Trovate altri modi per protestare". È stata però una voce isolata». Proposte di lavoro? «Nulla. Per ora ancora niente. Su Youtube dovrebbe comparire a ore il nuovo video della strip-conferenza. Il numero da chiamare per offerte di impieghi è 336.4534300. Ma tutto questo clamore, finalizzato a trovare quanto prima un lavoro in linea con il precedente, non sembra sortire grandi effetti. Non c'è eco dall'altra parte. L’Amministrazione ospedaliera, a parte prospettare alle ex operatrici di call center un futuro di donne delle pulizie, non raccoglie, non risponde, non ci contatta. Se non per mostrarci la stampa che fa il suo gioco, attaccando le donne disoccupate! I video, lo strip-conferenza e tutto quanto sono stati fatti per avere risposte concrete e percorribili. Ci scontriamo invece con un silenzio pieno di significati». NON SCELGONO la strada del silenzio Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi al Consiglio regionale della Lombardia: «La direttrice dell’ospedale Carla Dotti invita le ex lavoratrici a fare le brave e a non fare "chiassate". Invece fanno bene le persone ingiustamente licenziate a fare le "chiassate"»; e Luca Guerra, capogruppo provinciale dei Comunisti italiani: «Abbiamo incontrato la dirigenza ospedaliera per chiedere impegni concreti. Riteniamo che le risposte giunte dai responsabili della struttura sanitaria siano fumose e poco convincenti».


6 settembre 2008 - Il Manifesto

CALL CENTER · Licenziate, si spogliano
Uno strip-tease per protestare contro la precarietà del lavoro
di Alessandro Braga

MILANO - Il «Nessun dorma» di Giacomo Puccini in sottofondo, un telo bianco a nasconderle dagli sguardi indiscreti della platea (tutti giornalisti e fotografi, molti precari pure loro), un faretto acceso dietro a illuminarle e a stagliarne le ombre sul tessuto. Via la gonna, via la camicetta. Via pure slip e reggiseni, lanciati «al di qua» del separé a dimostrazione dell'integrità dello strip. Insomma, lo avevano promesso, annunciandolo pure con un video su YouTube , e l'hanno fatto. Certo, dei loro corpi nudi si è vista solo l'ombra («Perché era una provocazione pulita che non doveva intaccare la nostra dignità», ha precisato Ornella Cameran, delegata RdB dell'azienda ospedaliera, sul palco con le ex colleghe), ma le 11 ex-lavoratrici precarie del call center dell'ospedale di Legnano, in provincia di Milano, la loro strip conference l'hanno tenuta eccome. Erano solo in nove, «perché due hanno avuto problemi all'ultimo momento», ma il loro scopo l'hanno comunque raggiunto. In primis, denunciare la «piaga della precarietà». Per questo hanno lanciato un appello per chiedere ai loro colleghi di andare a Roma, il 19 settembre, alla manifestazione nazionale dei precari del pubblico impiego contro le misure adottate dal ministro Brunetta. E sempre per questa ragione, dopo lo strip «velato», si sono presentate sul palco coperte solo da sgargianti vestaglie-kimono dietro uno striscione che invitava alla mobilitazione, e un'enorme scritta: «A.A.A. Vendesi precarie». «Ci siamo messe a nudo perché siamo nude di diritti», hanno spiegato un po' imbarazzate davanti ai giornalisti («Sapete, non siamo abituate a parlare con la stampa). La loro storia, dopo il primo video su internet, è nota. Sei anni di lavoro precario al call center dell'ospedale, di contratto in contratto (tre, sei mesi, massimo un anno), poi tra il 27 e il 28 agosto, a pochi giorni dalla scadenza del loro contratto (il 31 agosto), e nonostante la promessa qualche mese prima di un (l'ennesimo) rinnovo, l'annuncio dell'azienda: licenziate (meglio, «arrivate a termine del contratto», come precisato dall'azienda). Tutte a casa. Trovatesi «in mutande», l'idea del video: un po' per denunciare l'arroganza dell'azienda, un po', tra il serio e il faceto, per cercare veramente un nuovo lavoro, «magari a tempo indeterminato stavolta». In questi giorni hanno ricevuto migliaia di lettere di solidarietà da tutta Italia, ma di proposte di lavoro ben poche, o meglio nessuna. «A dire il vero l'azienda si è rifatta viva giovedì proponendoci di entrare in una cooperativa che si occupa delle pulizie all'interno della struttura. La prenderemo in considerazione, abbiamo bisogno di lavorare, molte di noi hanno una famiglia alle spalle, qualcuna genitori anziani, o figli. L'incontro è stato molto teso, una dirigente, che ha anche definito 'chiassate' le nostre manifestazioni di protesta, ci ha detto che lo sapevamo che il nostro contratto era in scadenza e che ci saremmo dovute muovere prima per trovarci un nuovo lavoro, non vorremmo fosse stato solo un tentativo per impedirci di andare a fondo con la nostra protesta». Al loro posto, in questi giorni, sono stati messi dei dirigenti, poi sembra che il servizio sarà «esternalizzato» a Paternò, in provincia di Catania (sarà un caso, ma è il paese d'origine della famiglia La Russa). Martedì prossimo le «Full Monty» italiane incontreranno anche l'assessore provinciale al lavoro Bruno Casati per trovare una soluzione al problema. Quel che è certo, lo dicono in coro, determinatissime, «è che non finisce qui».

FS/I DELEGATI IN ASSEMBLEA
«Sui licenziamenti non si transige Cgil, Cisl e Uil battano un colpo»

Roma - Un'affollata assemblea promossa dalla storica rivista dei macchinisti «Ancora in marcia» ha portato ieri a Roma centinaia di ferrovieri e delegati sindacali. Il mese scorso, Dante De Angelis, macchinista e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Rls), è stato licenziato dalle Ferrovie per avere denunciato i due Eurostar spezzatisi nella stazione centrale di Milano a luglio. «Un fatto senza precedenti, nella misura in cui trova 'giustificazione' proprio in quelli che sono diritti e doveri di un Rls», ha ricordato l'avvocato di De Angelis. Ma che, eccezione fatta per qualche dichiarazione ad uso e consumo della stampa, non avuto seguito alcuno nell'iniziativa sindacale. Come nulla fosse, i sindacati confederali hanno aperto il 2 settembre scorso la trattativa con le Ferrovie. Una trattativa, tra l'altro, che tocca questioni dirimenti per la sicurezza: dall'introduzione del macchinista unico, al «progetto operation» (che comporterà la riduzione del numero di capistazione sulle linee ferroviarie), fino alla ristrutturazione del comparto manutenzione, con conseguenti esternalizzazioni e riduzione di personale. I ferrovieri di base e i macchinisti hanno dunque invitato ieri tutti i sindacati ( e la richiesta verrà formalizzata in una lettera indirizzata a Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Orsa e Fast - la Cub, con il suo coordinatore Pierpaolo Leonardi, ieri era presente e ha sostenuto le ragioni dei ferrovieri sindacati a cui tra l'altro molti dei presenti ieri sono iscritti) a sospendere la trattativa e dichiarare lo sciopero: «Sui licenziamenti non si può transigere, senza una risposta la categoria si organizzerà da sè». Sulla portata del tutto «eccezionale» dell'evento d'altro canto nessuno dei presenti ieri ha sollevato dubbi. Luigi Zanda (Pd) ha annunciato un'interrogazione parlamentare: «In nessuna democrazia può esistere un'azienda pubblica che decida di licenziare dei lavoratori impedendogli di esporre rischi e prospettare pericoli». «Servirebbe un encomio e invece in Italia ci si ritrova disoccupati», dice Fabio Evangelisti (Idv). Secondo Giorgio Cremaschi (Rete 28 Aprile) «non è un caso che il tutto sia accaduto poco prima dell'avvio del confronto sul macchinista unico».(s.f.)


6 settembre 2008 - Il Giorno

Ci volevate nude? Eccoci
Lo strip delle nove licenziate, ma dietro un telo. COME NEL FILM FULL MONTY
di SABRINA PEREZ

MILANO — «CI LASCIANO in mutande? Bene, ci toglieremo anche quelle». Detto fatto. Come fosse "Full monty". Rivivere il dramma del precariato ricalcando lo stile di Peter Cattaneo, il regista di «Squattrinati organizzati». La differenza? Non si tratta di un film. Le protagoniste dell’originale streap-tease, che ieri ha tenuto l’intera platea del teatro della Cooperativa col fiato sospeso, sono le ex centraliniste dell’ospedale civico di Legnano. Una provocazione simbolica, per accendere i riflettori sul limbo delle collaborazioni e dei contratti a termine. Eccole sul palco, dopo gli annunci su YouTube, finalmente in carne e ossa. Connie, Antonella, Daniela, Milena, Paola, Anna, Cristiana, Laura e Ornella, rappresentante sindacale. Il viso contratto e le movenze nervose tradiscono un certo imbarazzo. Fantasia e umorismo, però, non mancano. «Ci dovete scusare - sorridono - non siamo del mestiere. Fino a ieri facevamo le centraliniste». LUCI SOFFUSE, un telo bianco per nascondere ma lasciare intravedere e in sottofondo "Nessun dorma" di Puccini. «Una beffa - avrà pensato qualcuno -, il pubblico è già fin troppo vispo». E poi a passo di danza hanno dato il via allo streap-tease. Un indumento dietro l’altro, fino alla lingerie lanciata oltre il separé per convincere i più diffidenti dell’integrità dello spogliarello. Certo chi si aspettava un nudo integrale sarà rimasto un po’ deluso, cosa indossassero dietro il lenzuolo non è dato sapere. Le luci si alzano. Ecco ricomparire le nove protagoniste dell’originale performance. Indosso, questa volta, un kimono stile geisha. Un lungo striscione recita: «A.a. vendesi precarie, 19 settembre sciopero dei precari». Una performance velata ma d’effetto. Una provocazione pulita, una richiesta di aiuto, la speranza di tornare presto al lavoro. La voglia di ricominciare da capo, di dimenticare la condizione precaria. Quella infinita condanna che non ti permette di fare progetti, costruire, vivere serenamente. Dall’altra parte, poi, c’è la famiglia. E ancora il mutuo da pagare, la rata della macchina, le spese di tutti i giorni. La vita quotidiana a cui è difficile sottrarsi. «NON DORMIAMO PIÙ - racconta Antonella, 44 anni -, non abbiamo più appetito. Troppi pensieri, troppe preoccupazioni. E pensare che molte delle mie colleghe non hanno un altro stipendio su cui contare. Non abbiamo mai pensato di mettere in vendita il nostro corpo, piuttosto di scatenare una reazione, una riflessione». E se, almeno per il momento, le proposte di lavoro scarseggiano, di messaggi di solidarietà invece ne sono arrivati a centinaia. «Forza donne, che quando vogliamo qualcosa riusciamo sempre a ottenerla». Come non essere d’accordo.

E’ solo l’inizio Il 19 a Roma tutti in piazza
IL SINDACATO
di SILVIA VIGNATI

MILANO — «E questo è solo l'inizio». Riccardo Germani, sindacalista delle Rappresentanze di base (Rdb) dell'Azienda ospedaliera di Legnano, ha introdotto così la strip conferenza delle centraliniste disoccupate. Solo l'inizio: perché, se le luci si sono spente ieri al Teatro della Cooperativa, con l'avvio di settimana l'agenda del dissenso si fa fitta. Lunedì nuovo presidio all'ospedale legnanese. Martedì incontro con l'assessore provinciale al Lavoro, Bruno Casati, e una delegazione della Commissione lavoro della Provincia, presieduta da Vittorio Arrigoni. Sempre martedì un presidio in Regione. Il 19 settembre la manifestazione a Roma di tutti i precari. L'Azienda ospedaliera ha prospettato alle ex operatrici (undici) impieghi all'interno della stessa, ma in ambito differente: potrebbero ricollocarsi nella ditta di pulizie, che offrirebbe anche ruoli amministrativi. Inoltre un call center di una ditta farmaceutica di Segrate metterebbe a disposizione un posto di lavoro. Dal telefono ai detergenti, l'ipotesi fa inorridire Franco Cattaneo, sindacalista Rdb: «Le proposte? Un palliativo. E un controsenso. Prima l'Azienda loda l'alta professionalità di queste signore. Poi offre loro di lavare pavimenti. Ma non erano altamente professionali? Conosciamo bene certe tattiche psicologiche». Carlo Monguzzi scrolla la testa. Il consigliere regionale dei Verdi ha presentato un'interrogazione in materia. «Ma dove sono le istituzioni? — commentava —. Queste donne straordinarie hanno dato una lezione a tutti».


6 settembre 2008 - Corriere della Sera

La protesta. «Full Monty» a Milano Lo strip delle centraliniste

MILANO — Alla fine lo hanno fatto davvero. Uno strip-tease «velato», uno spettacolo teatrale di ombre e profili, filtrato da un telo montato sul palco. Le (ormai ex) centraliniste del call-center dell'ospedale di Legnano hanno avuto la loro conferenza stampa con spogliarello per chiedere «un lavoro serio e non precario». Quattro minuti e mezzo di balletto, una scena alla «Full Monty», anche loro artiste causa disoccupazione. Dagli altoparlanti del Teatro della cooperativa di via Hermada, a Milano, l'aria del «Nessun dorma». Alla fine, tutte in vestaglia e con uno striscione: «A.A.A. Vendesi precarie». Così le telefoniste hanno «richiamato l'attenzione» sulla loro storia: madri e lavoratrici, «per niente fannullone» e però lasciate a casa dopo sei anni di contratti interinali, l'ultimo scaduto il 31 agosto e non più rinnovabile. «Nessun licenziamento, solo l'applicazione dei regolamenti», ha risposto nei giorni scorsi la direzione generale dell'ospedale. Che però, ieri, ha fatto una proposta alle centraliniste: un lavoro nell'azienda che fa le pulizie nei reparti. «Ci penseremo», hanno risposto. Dai camerini.(F.San.)


6 settembre 2008 - La Repubblica

La provocazione
Lo spogliarello delle centraliniste "Senza lavoro, siamo in vendita"

Milano - "A.A.A. Vendesi Precarie". Vestite solo di uno striscione che riportava queste parole, nove delle undici ex centraliniste dell´ospedale di Legnano hanno inscenato uno strip-tease "velato" per protestare contro il loro licenziamento. «Vogliamo un lavoro - hanno detto dal palco del Teatro della Cooperativa di via Hermada, zona Niguarda - per questo ci spogliamo e ci mettiamo simbolicamente in vendita». Dopo la protesta, lanciata su youtube, sono già arrivate un paio di offerte di lavoro.


6 settembre 2008 - Il Piccolo

PRECARIE A MILANO
Centraliniste licenziate si spogliano per protesta

MILANO - Uno spogliarello casto, velato da un lenzuolo bianco retroilluminato sulle note di «Nessun dorma» di Puccini, cantato da Pavarotti. È stata la clamorosa protesta messa in scena, sul palco del Teatro della Cooperativa di Milano, da nove delle undici centraliniste licenziate dall’ospedale di Legnano dopo sei anni di lavoro interinale. «È una provocazione», precisano quando, indossato un kimono, le donne (tra i 26 e i 50 anni, molte mamme) spiegano cosa le abbia portate a mettersi all’asta su Youtube per un lavoro, poi a questa «strip-conferenza» e quindi a promuovere lo sciopero dei precari del pubblico impiego, indetto per il 19 settembre. Milena, Paola (unica laureata in Scienze Politiche, le colleghe sono diplomate), Cristina, Laura, Anna, Connie, Antonella, Daniela e Cristiana hanno denunciato così «la situazione generalizzata del precariato».


6 settembre 2008 - Il Secolo XIX

Lo strip delle precariescaricate dall'ospedale
show provocatorio a milano

Milano - Nude, sia pure con una iconografia casta - uno strip-tease "vestito", con lenzuolone bianco su cui si vedevano le ombre prodotte da una retroilluminazione con sottofondo del "Nessun Dorma" di Puccini cantato da Pavarotti, per chiedere un posto di lavoro e se possibile a tempo indeterminato. È questa la protesta sullo stile del film "Full-Monty", messa in atto delle centraliniste "licenziate" dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di occupazione interinale.
Al Teatro della Cooperativa, in zona Niguarda a Milano, erano presenti 9 delle 11 donne che hanno perso il lavoro e che sono assistite dal sindacato Rdb-Cub. Milena, Paola, Cristina, Laura, Anna, Connie, Antonella, Daniela e Cristiana - tutte diplomate alle superiori, una laureata in Scienze Politiche, età fra i 30 e i 50 anni, molte mamme - avevano il volto teso ma la volontà di denunciare «la situazione generalizzata del precariato». E a confermare la loro denuncia nella sala erano presenti molti giornalisti di testate e tv locali e nazionali, che hanno solidarizzato con le manifestanti, nel limbo delle collaborazioni e dei contratti a termine.
Soprattutto le centraliniste, che prendevano servizio in un call-center per informazioni e prenotazioni a cui fanno capo quattro strutture ospedaliere, hanno voluto sottolineare - vestite in kimono dopo la breve performance artistica - che «al di là della nostra condizione soggettiva di disoccupate è la legge Brunetta, nota in gergo come legge antifannulloni, che ha buttato sulla strada noi e tanti altri». «Dal 20 giugno - hanno proseguito - è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5. In pratica si elimina il precariato eliminando i precari».
Le lavoratrici hanno reso noto che saranno ricevute martedì prossimo dall'assessore al Lavoro della Provincia di Milano, Bruno Casati e che «l'amministrazione dell'ospedale ha consigliato loro di fare le "brave" in cambio di un impiego in una impresa di pulizie». Anche questo comportamento è stato contestato sia dalla Rdb-Cub, che dal consigliere regionale dei Verdi, Carlo Monguzzi. Riccardo Germano, del sindacato, ha affermato che «già i contratti vengono rinnovati solo se si fa le "brave" e ora si chiede di non far rumore in cambio di un lavoro sotto-qualificato e comunque precario». «È una vergogna quello che sta succedendo - ha detto Monguzzi che ha presentato un'interrogazione - la Regione Lombardia deve intervenire subito». Sul palco è stato esposto lo striscione «A.A. Vendesi precarie» sullo stile di quello uscito su Youtube ed è stato pubblicizzato lo sciopero nazionale dei precari indetto dal sindacato di base per il 19 settembre.


6 settembre 2008 - La Sicilia

Strip-tease di licenziate «Vittime senza diritti»
di Claudio Scarinzi

Milano - Nude, sia pure con una iconografia casta - uno strip-tease "vestito", con lenzuolone bianco su cui si vedevano le ombre prodotte da una retroilluminazione con sottofondo del "Nessun Dorma" di Puccini cantato da Pavarotti, per chiedere un posto di lavoro e se possibile a tempo indeterminato. È questa la clamorosa protesta sullo stile del film "Full-Monty", definita una «provocazione», delle centraliniste "licenziate" dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di occupazione interinale.
Al Teatro della Cooperativa, in zona Niguarda a Milano, erano presenti 9 delle 11 donne che hanno perso il lavoro e che sono assistite dal sindacato Rdb-Cub. Milena, Paola, Cristina, Laura, Anna, Connie, Antonella, Daniela e Cristiana - tutte diplomate alle superiori, una laureata in Scienze Politiche, età fra i 30 e i 50 anni, molte mamme - avevano il volto teso ma la volontà di denunciare «la situazione generalizzata del precariato». E a confermare la loro denuncia nella sala erano presenti molti giornalisti di testate e tv locali e nazionali, che hanno solidarizzato con le manifestanti. Soprattutto le centraliniste, che prendevano servizio in un call-center per informazioni e prenotazioni a cui fanno capo quattro strutture ospedaliere, hanno voluto sottolineare - vestite in kimono dopo la breve performance artistica - che «al di là della nostra condizione soggettiva di disoccupate è la legge Brunetta, nota in gergo come legge antifannulloni, che ha buttato sulla strada noi e tanti altri». «Dal 20 giugno - hanno proseguito - è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5. In pratica si elimina il precariato eliminando i precari». Le lavoratrici hanno reso noto che saranno ricevute martedì prossimo dall'assessore al Lavoro della Provincia di Milano, Bruno Casati e che «l'amministrazione dell'ospedale ha consigliato loro di fare le "brave" in cambio di un impiego in una impresa di pulizie».
Anche questo comportamento è stato contestato sia dalla Rdb-Cub, che dal consigliere regionale dei Verdi, Carlo Monguzzi. Riccardo Germano, del sindacato, ha affermato che «già i contratti vengono rinnovati solo se si fa le "brave" e ora si chiede di non far rumore in cambio di un lavoro sotto-qualificato e comunque precario». «È una vergogna quello che sta succedendo - ha detto Monguzzi che ha presentato un'interrogazione - la Regione Lombardia deve intervenire subito. È allucinante che il cosiddetto "merito", se fai la brava, sopravanzi il diritto. Ma si deve intervenire anche a livello di legislazione generale». Sul palco è stato esposto lo striscione «A. A. Vendesi precarie» sullo stile di quello uscito su Youtube e pubblicizzato lo sciopero nazionale dei precari indetto dal sindacato di base per il 19 settembre.


6 settembre 2008 - La Provincia di Varese, Sondrio, Como

protesta a milano
Si spogliano dopo aver perso il lavoro
Show di nove centraliniste dell'azienda ospedaliera di Legnano che rivendicano il posto
di Valeria Arini

Milano - Tutti ricorderanno la scena finale di Full Monty, celebre commedia britannica, in cui sei operai disoccupati di Sheffield improvvisano uno spogliarello integrale davanti ad un esultante pubblico femminile. Ieri mattina, nella realtà, nove precarie, ex centraliniste dell'azienda ospedaliera di Legnano, hanno inscenato uno striptease sul palco del teatro della Cooperativa di Milano per fare valere i propri diritti negati di lavoratrici.
Le centraliniste sono state licenziate il 31 agosto dopo sei anni di lavoro interinale e reiterati rinnovi di contratto. Una strip conference provocatoria per porre l'attenzione sulle condizioni di vita e di lavoro di milioni e milioni di persone costrette a vivere nella precarietà. Spogliate di ogni diritto, rimbalzate da un'agenzia interinale all'altra (tre in sei anni), le 11 ex centraliniste (ieri due erano assenti per problemi familiari e di salute) hanno giocato anche quest'ultima carta: sono uscite sul palco e hanno messo il corpo all'asta come avevano annunciato sul cliccatissimo video messo in rete su you tube: «AAA? Vendesi precarie», recitava lo striscione esposto con orgoglio davanti ai giornalisti. Poi dietro ad un pudico telo bianco si sono spogliate mostrando al pubblico le ombre dei corpi nudi sulle note del «Nessun Dorma» di Puccini. Dopo lo spettacolo hanno risposto in vestaglia variopinta alle domande della stampa: «Vogliamo un posto di lavoro sicuro. Siamo disposte a tutto e non lo facciamo solo per noi, ma per tutti i precari che sono nelle nostre stesse condizioni», esordisce una delle donne. «Il nuovo decreto antiprecari del ministro Brunetta non ha fatto altro che rendere cronico il precariato», prosegue un'altra delle spogliarelliste. In fondo l'azienda deve applicare le leggi: «Abbiamo accumulato competenze, esperienze, e dopo averci promesso un rinnovo per altri 18 mesi ci licenziano con solo cinque giorni di preavviso. È solo una questione di costi». Beffa delle beffe, adesso al telefono risponderanno centralinisti dall'accento siciliano. Il loro lavoro è stato esternalizzato a Paternò, Catania.
Dopo giorni di sit-in davanti all'ospedale l'azienda ha offerto loro assunzioni da parte di una cooperativa che si occupa di pulizie: «Valuteremo anche questa proposta, ma per ora il contratto è quello che viene applicato alle imprese di pulizia e solo una di noi potrà essere stabilizzata come amministratrice». Tutte diplomate, Paola, la più giovane ha anche una laurea in Scienze politiche, le 11 donne - alcune madri - forti e combattive, non hanno intenzione di fermarsi qui e a breve annunceranno le prossime iniziative di lotta. Intanto martedì è stato confermato l'incontro con l'assessore provinciale Bruno Casati.


6 settembre 2008 - Il Giornale

«Full Monty» delle centraliniste licenziate
di Michele Perla

Milano - Chi si aspettava una sorta di Full Monty al femminile è sicuramente rimasto deluso. Anche perché le protagoniste, su Youtube, avevano annunciato un vero strip di protesta, che sarebbe andato in scena al teatro della Cooperativa. Nella realtà, nessuna di loro si è presentata sul palcoscenico come mamma l'aveva fatta; si è trattato invece più semplicemente di uno spettacolino da ombre cinesi, in cui dietro un telo bianco in controluce, era possibile intravvedere le sagome che si muovevano impacciate tentando pose sexy, delle undici ex centraliniste dell'ospedale di Legnano, rimaste senza lavoro perché licenziate a contratto scaduto. Una provocazione, soprattutto un'operazione mediatica per tenere accesi i riflettori sulla loro improvvisa precarietà, sopraggiunta dopo anni di lavoro presso il centralino per le prenotazioni del nosocomio «Civile» di Legnano. «Queste ragazze hanno lavorato per sei anni come precarie – ha spiegato Ornella Cameran, collega delle licenziate e rappresentante Rdb-Cub di Legnano -. Ora il contratto non può essere rinnovato e il servizio di centralino è stato smantellato per passare ad un call center siciliano». «Ci siamo messe all'asta per provocazione sul web, ma naturalmente nessuna di noi ha intenzione di mettere in vendita il proprio corpo. L’offerta più gradita è quella di un nuovo posto di lavoro».
Una casa farmaceutica di Segrate si è già detta disponibile ad assumerle presso il proprio call center, ma ci sarebbe anche la possibilità, secondo il direttore generale dell'Ospedale Carla Dotti, di trovare un'occupazione fissa, presso la ditta di pulizia che si occupa del nosocomio, anche con compiti amministrativi.


6 settembre 2008 - Libertà

Precari nel mirino
Strip delle centraliniste licenziate contro la "legge anti-fannulloni"

MILANO - Nude, sia pure con una iconografia casta - uno strip-tease "vestito", con lenzuolone bianco su cui si vedevano le ombre prodotte da una retroilluminazione con sottofondo del "Nessun Dorma" di Puccini cantato da Pavarotti, per chiedere un posto di lavoro e se possibile a tempo indeterminato. È questa la clamorosa protesta sullo stile del film 'Full-Monty', definita una «provocazione», delle centraliniste "licenziate" dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di occupazione interinale.
Al Teatro della Cooperativa, in zona Niguarda a Milano, erano presenti 9 delle 11 donne che hanno perso il lavoro e che sono assistite dal sindacato Rdb-Cub. Tutte diplomate alle superiori, una laureata in Scienze Politiche, età fra i 30 e i 50 anni, molte mamme, avevano il volto teso ma la volontà di denunciare «la situazione generalizzata del precariato». Le centraliniste hanno sottolineato che « è la legge Brunetta, nota in gergo come legge antifannulloni, che ha buttato sulla strada noi e tanti altri». «Dal 20 giugno - hanno proseguito - è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5. In pratica si elimina il precariato eliminando i precari».


6 settembre 2008 - Gazzetta del Sud

Nella Pubblica amministrazione ci sarà anche un giro di vite sui permessi per assistere i disabili
Brunetta annuncia la "fase 2" adesso i premi ma solo ai più bravi
A Milano protesta con strip di un gruppo di centraliniste interinali licenziate dopo sei anni
di Claudia Bartelli

ROMA - Scatta la fase due della riforma della Pubblica amministrazione. Dopo il bastone contro i fannulloni – che, comunque, non si ripone perché i controlli proseguiranno – è il momento della carota, con premi non più a pioggia ma solo ai più bravi e che saranno corrisposti con la contrattazione integrativa. Lo ha detto – in una conferenza stampa – il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, annunciando anche una stretta sui permessi per assistere i disabili. La normativa, infatti, ha osservato, «nel tempo si è prestata ad abusi infiniti». Il ministro, che ieri ha messo online i primi cento casi di storie di successo delle amministrazioni, ha prospettato un autunno intenso: entro la prima decade di ottobre ci saranno i nuovi dati sull'assenteismo riferiti a settembre («ne vedremo delle belle») e proseguirà la lotta contro gli sprechi: la prossima settimana saranno sempre online i dati sulle consulenze 2007. C'è poi la partita contrattuale. L'auspicio è che il contratto si chiuda entro l'anno così che gli aumenti siano in busta paga dal 2009 inaugurando anche il nuovo meccanismo dei premi. E alle insistenze dei giornalisti sulla possibilità di incrementare i 2,8 miliardi previsti per il rinnovo come chiedono i sindacati, si è limitato a rispondere che «al momento è così: è quanto stabilito dal Dpef, dal decreto 112 e dalla bozza di finanziaria che abbiamo cominciato a discutere». «La prossima settimana – ha detto il ministro – avremo il regolamento di un concorso per chiedere a tutti gli uffici che hanno un progetto di miglioramento, riduzione costi, soddisfazione del cliente e aumento della produttività di farcelo conoscere. Saranno valutati ed eventualmente finanziati». Sul sito anche l'apertura di uno sportello di ascolto dei cittadini e lavoratori. «Apriamo, dunque, una corrispondenza e chi ha in corso un progetto di miglioramento si mostri, ce lo faccia sapere», ha spronato Brunetta. Dunque, niente più premi per il solo fatto «di essere presenti: è il minimo!», ha affermato il ministro spiegando che l'obiettivo non era solo la campagna di moralizzazione del lassismo, pur necessaria, ma ora va premiata la gente che lavora «bene, con coscienza e che fa gli interessi dei cittadini che sono i clienti finali». I premi saranno individuali e d'ufficio. E basta con le furbizie nell'avvalersi della legge 104 sull'assistenza ai diversamente abili in sé «meritoria», ha detto il ministro che ha emanato una circolare restrittiva. Obiettivo: migliorare i servizi per i diversamente abili e colpire i furbi, cioè quelli che sfruttano la legge per farsi le vacanze. Tra le restrizioni la limitazione del legame di parentela che consente l'assistenza. «A legge data – ha aggiunto – ci saranno delle precisazioni restrittive, è una norma che si è prestata a contenziosi». Brunetta ha riferito che lo stesso sindacato su questo esprime una valutazione positiva perché per colpa di qualcuno si rischia di penalizzare le effettive necessità. Le modiche saranno contenute nel collegato al decreto 112 sulla manovra economica.
Intanto, a Milano, la clamorosa protesta sullo stile del film «Full Monty» di un gruppo di centraliniste licenziate dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di occupazione interinale.
Al Teatro della Cooperativa, in zona Niguarda a Milano, erano presenti 9 delle 11 donne che hanno perso il lavoro e che sono assistite dal sindacato Rdb-Cub.
Età fra i 30 e i 50 anni, le centraliniste hanno voluto sottolineare: «Al di là della nostra condizione soggettiva di disoccupate è la legge Brunetta, nota in gergo come "legge antifannulloni", che ha buttato sulla strada noi e tanti altri. Dal 20 giugno – hanno spiegato – è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5. In pratica si elimina il precariato eliminando i precari».


6 settembre 2008 - Tribuna Treviso/Trentino/Nuova Sardegna, Venezia/Mattino Padova/Corriere Alpi/Centro/Alto Adige/Tirreno/Provincia Pavese

Fanno lo strip-tease contro il precariato
A Milano la protesta di nove centraliniste licenziate

MILANO - Nude, sia pure con una iconografia casta - uno strip-tease "vestito", con lenzuolone bianco su cui si vedevano le ombre prodotte da una retroilluminazione con sottofondo del "Nessun Dorma" di Puccini cantato da Pavarotti, per chiedere un posto di lavoro e se possibile a tempo indeterminato. E’ questa la clamorosa protesta in stile Full-Monty, definita una «provocazione», delle centraliniste licenziate dall’ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di occupazione interinale.
Al Teatro della Cooperativa, in zona Niguarda a Milano, erano presenti 9 delle 11 donne che hanno perso il lavoro e che sono assistite dal sindacato Rdb-Cub. Milena, Paola, Cristina, Laura, Anna, Connie, Antonella, Daniela e Cristiana - tutte diplomate alle superiori, una laureata in Scienze Politiche, età fra i 30 e i 50 anni, molte mamme - avevano il volto teso ma la volontà di denunciare «la situazione generalizzata del precariato».
«Al di là della nostra condizione soggettiva di disoccupate è la legge Brunetta che ha buttato sulla strada noi e tanti altri», accusano: «Dal 20 giugno - spiegano - è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell’arco di 5. In pratica si elimina il precariato eliminando i precari».


6 settembre 2008 - Varese news

Continua con gesti provocatori la protesta contro la decisione del nosocomio di non rinnovare i contratti a undici donne
Strip-tease di protesta per le centraliniste lasciate a casa dall'ospedale di Legnano

Milano - Uno spogliarello per protesta. E' quello messo in scena oggi dalle centraliniste lasciate a casa recentemente dall'ospedale di Legnano, che non ha rinnovato i loro contratti dopo sei anni da precarie. L'improvvisato strip di nove delle undici donne coinvolte nella vicenda, pudicamente velato da un lenzuolo illuminato da dietro che comunque poco lasciava all'immaginazione, si è svolto oggi, venerdì 5 settembre, come evento d'apertura di un conferenza stampa tenuta a Milano presso il Teatro della Cooperativa (zona Niguarda). Un atto provocatorio e simbolico per ricordare il destino di chi, già "in mutande" di suo dopo anni di contrattini senza prospettive a poche centinaia di euro al mese, si vede levarsi pure quelle. A sostenere la lotta delle lavoratrici, in cerca di un posto a tempo indeterminato, è il sindacato RdB-Cub. Già lunedì sriprenderà il presidio davanti all'Ospedale di Legnano contro i licenziamenti. Mercoledì sarà la volta di un'assemblea generale di tutti i lavoratori.


6 settembre 2008 - Liberazione

Licenziate dall'ospedale di Legnano. Lo strip ieri in teatro Stile "Full monty" a Milano
Centraliniste precarie si spogliano per protesta

Milano - "Full monty" docet. Sono passati 11 anni dall'uscita del film di Peter Cattaneo sugli "squattrinati organizzati" di Sheffield, ma la storia evidentemente fa ancora proseliti. visto che di precarietà si continua a penare. Un gruppo di centraliniste precarie licenziate dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di lavoro interinale ha pensato bene di imitare i disoccupati della pellicola britannica attuando uno striptease di protesta per chiedere lavoro, a tempo indeterminato. L'iniziativa si è svolta ieri al Teatro della Cooperativa in zona Niguarda a Milano. Una «provocazione», l'hanno definita le 9 spogliarelliste (solo due delle licenziate non hanno partecipato): Milena, Paola, Cristina, Laura, Anna, Connie, Antonella, Daniela e Cristiana, tutte diplomate, una laureata, età fra i 30 e i 50 anni, molte mamme. Lo strip è stato comunque "velato", nude dietro un lenzuolo bianco con retroilluminazione. Dopo lo spettacolino, in kimono sul palco le "strippers per caso" hanno spiegato che «al di là della nostra condizione soggettiva di disoccupate è la legge Brunetta antifannulloni che ha buttato sulla strada noi e tanti altri. Dal 20 giugno è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5. Si elimina il precariato eliminando i precari». Il video dello spettacolo è stato diffuso su Youtube. E pare sia già servito a qualcosa. Ieri si è fatta viva un'azienda di Segrate con l'offerta di un posto di lavoro. Anche l'azienda ospedaliera di Legnano si è fatta viva, ma prima della protesta, per fermare lo strip. E la cosa non è piaciuta alle dirette interessate. «Ci hanno chiesto di fare le "brave"... Ci propongono di entrare in una cooperativa di pulizie nell'ospedale - spiega Ornella Cameran, delle Rdb/Cub - Valuteremo». Le centraliniste di Legnano parteciperanno alla manifestazione del 19 settembre a Roma in occasione dello sciopero nazionale dei precari.(a.mau.)


6 settembre 2008 - Il Tempo

Centraliniste precarie licenziate inscenano strip-tease di protesta

MILANO - Hanno attuato uno strip-tease, sia pur come si dice in gergo velato - dietro un lenzuolo bianco con retroilluminazione - le centraliniste precarie licenziate dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di lavoro interinale nell'ambito di diversi appalti del nosocomio ad agenzie specializzate.
L'iniziativa, definita dalle donne (erano presenti in 9 fra le 11 che hanno perso l'occupazione) una «provocazione», si è svolta ieri mattina come prologo a una conferenza stampa al Teatro della Cooperativa in zona Niguarda a Milano. Le lavoratrici, assistite dal sindacato Rdb-Cub, chiedono un lavoro sperando che sia a tempo indeterminato.


6 settembre 2008 - Il Messaggero Veneto

Protestano "nude" per avere il posto fisso
Strip delle centraliniste dell’ospedale di Legnano licenziate: no alla legge sui fannulloni
LA MANIFESTAZIONE

MILANO - Nude, sia pure con una iconografia casta - uno strip-tease vestito, con lenzuolone bianco su cui si vedevano le ombre prodotte da una retroilluminazione con sottofondo del "Nessun Dorma" di Puccini cantato da Pavarotti, per chiedere un posto di lavoro e se possibile a tempo indeterminato. È questa la clamorosa protesta sullo stile del film "Full-Monty", definita una «provocazione», delle centraliniste 'licenziatè dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di occupazione interinale.
Al Teatro della Cooperativa, in zona Niguarda a Milano, erano presenti 9 delle 11 donne che hanno perso il lavoro e che sono assistite dal sindacato Rdb-Cub. Milena, Paola, Cristina, Laura, Anna, Connie, Antonella, Daniela e Cristiana - tutte diplomate alle superiori, una laureata in Scienze Politiche, età fra i 30 e i 50 anni, molte mamme - avevano il volto teso ma la volontà di denunciare «la situazione generalizzata del precariato». E a confermare la loro denuncia nella sala erano presenti molti giornalisti di testate e tv locali e nazionali, che hanno solidarizzato con le manifestanti, nel limbo delle collaborazioni e dei contratti a termine.
Soprattutto le centraliniste, che prendevano servizio in un call-centre per informazioni e prenotazioni a cui fanno capo quattro strutture ospedaliere, hanno voluto sottolineare - vestite in kimono dopo la breve performance artistica - che «al di là della nostra condizione soggettiva di disoccupate è la legge Brunetta, nota in gergo come legge antifannulloni, che ha buttato sulla strada noi e tanti altri». «Dal 20 giugno - hanno proseguito - è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5. In pratica si elimina il precariato eliminando i precari». Le lavoratrici hanno reso noto che saranno ricevute martedì prossimo dall'assessore al Lavoro della Provincia di Milano, Bruno Casati e che «l'amministrazione dell'ospedale ha consigliato loro di fare le 'bravè in cambio di un impiego in una impresa di pulizie».
Anche questo comportamento è stato contestato sia dalla Rdb-Cub, che dal consigliere regionale dei Verdi, Carlo Monguzzi. Riccardo Germano, del sindacato, ha affermato che «già i contratti vengono rinnovati solo se si fa le 'bravè e ora si chiede di non far rumore in cambio di un lavoro sotto-qualificato e comunque precario».
«È una vergogna quello che sta succedendo - ha detto Monguzzi che ha presentato un'interrogazione - la Regione Lombardia deve intervenire subito. È allucinante che il così detto 'meritò, se fai la brava, sopravanzi il diritto. Ma si deve intervenire anche a livello di legislazione generale».


5 settembre 2008 - L'Unità.it

Lo striptease risveglia i precari: il 19 tutti a Roma

Milano - Prima, il picchetto su YouTube, in cui annunciavano di essersi messe all’asta. Poi, la decisione di convocare una strip conference in cui «ci spoglieremo, ci denuderemo e ci venderemo per un posto di lavoro, non solo per noi 11 ma per tutti i precari che come noi ogni giorno vengono denudati della loro dignità e dei loro diritti, firmando lettere di licenziamento in bianco, contratti a ore sempre più precari e sempre più flessibili». Sono le ormai celebri centraliniste dell’ospedale di Legnano, «le prime vittime della legge Brunetta», come si definiscono. Che venerdì hanno presentato ai giornalisti il loro problema. E non solo. Sulle note del «Nessun dorma» di Giacomo Puccini sul palco del Teatro Cooperativa di Milano alle 11 e mezza di venerdì è andata in scena la prima conferenza stampa sotto forma di striptease: nascoste dietro un telo che lascia intravedere solo ombre, nove delle undici precarie che finiranno senza lavoro, si sono messe a nudo, perché «sono nude di diritti». La loro storia è fatta di sei anni di contratti a termine, da tre mesi a un anno, attraverso tre diverse agenzie interinali che si sono succedute nel tempo. «Il contratto scadeva il 31 agosto – spiegano – e ci hanno avvisate che saremmo rimaste a casa, quando fino a poco prima l'ospedale ci aveva promesso almeno altri sei mesi di contratto». Il punto è che nel decreto approvato a luglio dal governo è sparita la clausola che obbligava l’azienda all’assunzione dopo 36 mesi di precariato. Tre anni di incertezza e poi si è costretti a ricominciare da capo. «In questi giorni – raccontano le centraliniste licenziate – abbiamo ricevuto centinaia di e-mail di solidarietà da tutta Italia». Alla fine, dopo lo strip "velato", le precarie vestite da coloratissime vestaglie, escono sul palco con un cartello con scritto: «A.A.A. vendesi precarie» e annunciano, insieme alla Rdb-Cub, uno sciopero di tutti i precari per il 19 settembre prossimo a Roma.


5 settembre 2008 - Ansa

STRIP CENTRALINISTE LICENZIATE, NO LEGGE ANTIFANNULLONI
NUDE E IN KIMONO PER CHIEDERE UN POSTO SPERANDO SIA FISSO
di Claudio Scarinzi

(ANSA) - MILANO, 5 SET - Nude, sia pure con una iconografia casta - uno strip-tease 'vestitò, con lenzuolone bianco su cui si vedevano le ombre prodotte da una retroilluminazione con sottofondo del 'Nessun Dormà di Puccini cantato da Pavarotti, per chiedere un posto di lavoro e se possibile a tempo indeterminato. È questa la clamorosa protesta sullo stile del film 'Full-Monty', definita una «provocazione», delle centraliniste 'licenziatè dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di occupazione interinale. Al Teatro della Cooperativa, in zona Niguarda a Milano, erano presenti 9 delle 11 donne che hanno perso il lavoro e che sono assistite dal sindacato Rdb-Cub. Milena, Paola, Cristina, Laura, Anna, Connie, Antonella, Daniela e Cristiana - tutte diplomate alle superiori, una laureata in Scienze Politiche, età fra i 30 e i 50 anni, molte mamme - avevano il volto teso ma la volontà di denunciare «la situazione generalizzata del precariato». E a confermare la loro denuncia nella sala erano presenti molti giornalisti di testate e tv locali e nazionali, che hanno solidarizzato con le manifestanti, nel limbo delle collaborazioni e dei contratti a termine. Soprattutto le centraliniste, che prendevano servizio in un call-centre per informazioni e prenotazioni a cui fanno capo quattro strutture ospedaliere, hanno voluto sottolineare - vestite in kimono dopo la breve performance artistica - che «al di là della nostra condizione soggettiva di disoccupate è la legge Brunetta, nota in gergo come legge antifannulloni, che ha buttato sulla strada noi e tanti altri». «Dal 20 giugno - hanno proseguito - è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5. In pratica si elimina il precariato eliminando i precari». Le lavoratrici hanno reso noto che saranno ricevute martedì prossimo dall'assessore al Lavoro della Provincia di Milano, Bruno Casati e che «l'amministrazione dell'ospedale ha consigliato loro di fare le 'bravè in cambio di un impiego in una impresa di pulizie». Anche questo comportamento è stato contestato sia dalla Rdb-Cub, che dal consigliere regionale dei Verdi, Carlo Monguzzi. Riccardo Germano, del sindacato, ha affermato che «già i contratti vengono rinnovati solo se si fa le 'bravè e ora si chiede di non far rumore in cambio di un lavoro sotto-qualificato e comunque precario». «È una vergogna quello che sta succedendo - ha detto Monguzzi che ha presentato un'interrogazione - la Regione Lombardia deve intervenire subito. È allucinante che il così detto 'meritò, se fai la brava, sopravanzi il diritto. Ma si deve intervenire anche a livello di legislazione generale». Sandro Sartorio, della Cub, ha spiegato che si sta valutando una vertenza legale per il risarcimento del danno. Sul palco è stato esposto lo striscione «A.A. Vendesi precarie» sullo stile di quello uscito su Youtube ed è stato pubblicizzato lo sciopero nazionale dei precari indetto dal sindacato di base per il 19 settembre.

CENTRALINISTE LICENZIATE: STRIP-TEASE PER CHIEDERE LAVORO

(ANSA) - MILANO, 5 SET - Hanno attuato uno strip-tease, sia pur come si dice in gergo 'velato' - dietro un lenzuolo bianco con retroilluminazione - le centraliniste precarie 'licenziate' dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di lavoro interinale nell'ambito di diversi appalti del nosocomio ad agenzie specializzate. L'iniziativa, definita dalle donne (erano presenti in 9 fra le 11 che hanno perso l'occupazione) una '''provocazione'', si e' svolta questa mattina come prologo a una conferenza stampa al Teatro della Cooperativa in zona Niguarda a Milano. Le lavoratrici, assistite dal sindacato Rdb-Cub, chiedono un lavoro sperando che sia a tempo indeterminato.


5 settembre 2008 - Apcom

Lavoro/ Milano, strip contro licenziamenti e precariato.... -2-
Rdb: licenziamento causato da esternalizzazione dei servizi

Milano, 5 set. (Apcom) - "Il senso di questa protesta è non passare inosservati e l'intento è chiedere un posto di lavoro non precario perché non è accettabile l'uso spregiudicato che si fa oggi in Italia del precariato" spiegano le lavoratrici passandosi il microfono l'una con l'altra e sottolinendo che "in questi giorni abbiamo ricevuto centinaia di e-mail di solidarietà da tutta Italia". Le lavoratrici raccontano di aver guadagnato tra i 600 e i 900 euro mensili a seconda di quante ore lavoravano presso il call-center, "senza nemmeno avere il diritto di accedere alla mensa e al parcheggio dei dipendenti". Sei anni spezzettati da diversi contratti a termine che si susseguivano uno dopo l'altro senza nemmeno un intervallo. Ora al loro posto dovrebbe essere preso da un call-center di Paternò (Catania). "Il licenziamento di queste lavoratrici è una conseguenza del processo di esternalizzazione dei servizi - spiega un delegato della Rsu dell'ospedale di Legnano - che probabilmente colpirà più avanti anche il personale delle cucine, i tecnici e via dicendo". "Speriamo di ricevere delle offerte di lavoro - continuano le ex centraliniste - e intanto ci siamo iscritti alle liste di collocamento". Oggi però di datori di lavoro, invitati dalle lavoratrici insieme con i giornalisti, non c'era purtroppo traccia nel teatro di via Hermada, ma martedì prossimo l'assessore al Lavoro della Provincia di Milano ha convocato le undici donne per cercare di trovare delle soluzioni. Un'offerta di impiego, giudicata però al momento molto vaga dai delegati della Rdb dell'ospedale di Legnano, è giunta in questi giorni dalla Manutencoop, azienda che ha vinto l'appalto per i servizi di pulizia al nosocomio del Comune lombardo. A quanto sembra si tratterebbe di un impiego a tempo determinato per dieci posti di impiegata alle pulizie e uno in amministrazione. Un singolo posto di lavoro è stato offerto invece da una piccola azienda di Segrate. "Valuteremo tutte le offerte, abbiamo bisogno di lavorare e non ci tireremo indietro" spiega Ornella Cameran, la delegata Rdb/Cub del gruppo di lavoratrici, che aggiunge che comunque "la lotta continua e da lunedì saremo di nuovo davanti l'Ospedale di Legnano a fare il nostro presidio contro i licenziamenti, mercoledì si terrà un'assemblea generale di tutti i lavoratori indetta in solidarietà con noi e il 19 settembre saremo a Roma per l'assemblea convocata dalle RdB-CUB nella sala conferenze Cavour, in via Cavour". Presente questa mattina alla versione nostrana dello spogliarello reso celebre dal regista britannico Ken Loach nel film "Full Monthy", il consigliere regionale dei Verdi Carlo Monguzzi si è detto "scandalizzato per l'ennesima storia legata alla precarietà del lavoro e indignato per l'assenza delle Istituzioni in questa vicenda", rendendo noto di aver presentato un'interrogazione in Regione in cui chiede l'intervento del presidente Roberto Formigoni: "Come Berlusconi si è interessato di Alitalia, il Governatore si occupi delle situazioni vergognose che accadono in Lombardia".


5 settembre 2008 - Adnkronos

SANITÀ: STREEPTEASE DIETRO UN TELO PER PRECARIE OSPEDALE LEGANO
E IERI L'AZIENDA HA OFFERTO LAVORO IN DITTA PULIZIE PER EVITARE PROTESTA

Milano, 5 set. - (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Nude sì, ma dietro un telo. Le ex centraliniste dell'ospedale di Legnano, che dopo aver perso il lavoro avevano messo provocatoriamente all'asta i loro corpi su Youtube in cambio di una nuova occupazione, l'hanno fatto davvero. Come annunciato in un secondo video, intorno alle 11 di stamattina sono salite sul palco del teatro della Cooperativa di Milano. Vestite di tutto punto, hanno lanciato il loro monito sugli effetti crudeli del precariato e pubblicizzato lo sciopero in programma per il 19 settembre a Roma. Dopo, hanno dato il via allo spettacolo, davanti a telecamere e macchine fotografiche. Si sono nascoste dietro un telo e hanno tolto pian piano i vestiti fino agli slip e ai reggiseni, lanciati oltre il separè a prova dell'integralità dello spogliarello. «Ma dietro avevamo altra biancheria intima addosso. La nostra era una provocazione pulita che non doveva intaccare la nostra dignità», precisa Ornella Cameran, rappresentante del sindacato Rdb/Cub. Lo spettacolo è andato anche in diretta su C6tv, una web tv milanese. Sul palco erano in nove. Delle undici precarie solo due hanno mancato l'appuntamento. «La pressione è tanta», sottolinea Cameran. Ieri, in extremis, si è fatta viva persino l'azienda ospedaliera di Legnano. «Forse un tentativo di fermare lo streaptease. Fatto sta - racconta Cameran - che ci hanno proposto di entrare in una cooperativa che si occupa delle pulizie nell'ospedale. La prenderemo in considerazione. Abbiamo bisogno di lavorare e non ci tiriamo indietro». Quello con la direzione dell'ospedale, prosegue, «è stato un incontro duro, pieno di tensione, ma non ci ha dissuaso. Siamo andate fino in fondo come annunciato». Nel carnet delle ex centraliniste non c'è solo la proposta dell'ospedale di Legnano. Dopo la provocazione lanciata via internet, si è fatta viva anche un'azienda di Segrate offrendo un posto per una di loro e in calendario c'è anche un incontro con Ezio Casati, l'assessore alle Attività economiche che ha chiesto di incontrarle.


5 settembre 2008 - Sesto Potere

Full Monty al femminile: in diretta lo show strip-tease delle precarie di Legnano

(Sesto Potere) - Milano - 5 settembre 2008 - Devono la loro popolarità al web, grazie a un video provocatorio diffuso in rete, si sono messe all’asta su YouTube, ed è logica conseguenza che il loro particolare show – previsto per oggi - venga trasmesso su internet. Questa mattina, infatti, alle ore 11.00 il sito 'c6.tv' manderà in onda in diretta dal Teatro della Cooperativa di Milano lo strip-tease di protesta delle 11 centraliniste dell'Azienda Ospedaliera di Legnano, licenziate a causa di una norma del decreto Brunetta dopo 3 anni di contratto a tempo determinato e a breve sostituite da un call center siciliano. "Siamo le 11 precarie licenziate dall’Ospedale di Legnano - raccontano nel loro blog - le protagoniste dell'iniziativa. Non abbiamo nulla da perdere e con il nostro gesto vogliamo porre l’attenzione non solo sulle condizioni di vita e di lavoro di milioni di giovani costrette alla precarietà di cui oramai tutti sono a conoscenza ma soprattutto della rabbia che ogni giorno accumulano milioni di precari Italiani come noi . Vogliamo che politici e cineasti smettano di raccontare le condizioni di vita a noi precari ma inizino a parlarci di reddito di cittadinanza quando si è licenziati e non di sussidi di disoccupazione. Ci piacerebbe vivere in un paese dove non si parla di competitività delle imprese, ma di diritti dei lavoratori ed in primis del diritto di arrivare a fine mese e di non morire di lavoro. Vogliamo che venga a cessare il continuo scorrere del tempo senza che nessun diritto per noi precari venga acquisito e nessun diritto acquisito dai lavoratori venga perduto. Ci spoglieremo, ci denuderemo e ci venderemo per un posto di lavoro e lo faremo non solo per noi 11 ma per tutti i precari che come noi ogni giorno vengono denudati della loro dignità e dei loro diritti, firmando lettere di licenziamento in bianco, contratti a ore, sempre più precari sempre più flessibili. Venerdì faremo una strip conferenza per denudarci davanti agli obiettivi e alle telecamere, per prendere parola anche noi e lo facciamo senza vergogna, senza veli, nude di diritti, come ogni giorno milioni di precari sono nudi quando vanno al lavoro e venerdì ve lo mostreremo". "Ci spoglieremo, ci denuderemo e ci venderemo per un posto di lavoro e lo faremo non solo per noi 11 ma per tutti i precari che come noi ogni giorno vengono denudati della loro dignità e dei loro diritti, firmando lettere di licenziamento in bianco, contratti a ore, sempre più precari sempre più flessibili", ha dichiarato una delle lavoratrici nel corso del presidio che si è svolto l'altra mattina davanti all’Ospedale di Legnano. Molti gli attestati di solidarietà che in queste ore stanno giungendo alle 11 centraliniste. Secondo le RdB-CUB P.I., la vicenda che ora coinvolge le lavoratrici di Legnano, e che rischia di interessare tutti i call center sanitari della Regione Lombardia, è la dimostrazione di come l’attuale esecutivo non lasci alcun margine di soluzione alla vicenda del precariato. Commenta Sabino Venezia della del Coordinamento nazionale RdB-CUB Sanità: "Il Decreto Brunetta, intervenendo pesantemente sulla più importante risorsa della Pubblica Amministrazione, ovvero i suoi operatori, determinerà di fatto una riduzione di personale con la conseguente impossibilità di stabilizzazione dei precari. In altri termini, a Legnano come nel resto del paese, l’unica soluzione alla piaga del precariato cronico è il licenziamento dei lavoratori. "Contro questa macelleria sociale – prosegue Venezia - le RdB rilanciano con forza lo sciopero e dei lavoratori Precari indetto per il prossimo 19 settembre e l’assemblea nazionale che si terrà in quella data a Roma", conclude il dirigente RdB-CUB.
La diretta di c6.tv verrà replicata, sempre nella giornata di oggi , alle ore 14.30 e resa poi disponibile nella library del sito www.c6.tv.


5 settembre 2008 - TG COM

Sanità, precarie nude sul palco
Milano, strip a teatro per protesta

Dopo aver messo provocatoriamente all'asta i loro corpi su Youtube in cambio di una nuova occupazione, le ex centraliniste licenziate dall'ospedale di Legnano, alla fine si sono spogliate davvero. Lo hanno fatto sul palco del teatro della Cooperativa di Milano. Dopo aver lanciato il loro monito sugli effetti crudeli del precariato hanno dato il via allo striptease, davanti a telecamere e macchine fotografiche. Si sono nascoste dietro un telo e hanno tolto pian piano i vestiti fino agli slip e ai reggiseni, lanciati oltre il separé a prova dell'integralità dello spogliarello. "Ma dietro avevamo altra biancheria intima addosso. La nostra era una provocazione pulita che non doveva intaccare la nostra dignità", precisa Ornella Cameran, rappresentante del sindacato Rdb/Cub. Lo spettacolo è andato anche in diretta su C6tv, una web tv milanese. Sul palco erano in nove. Delle undici precarie solo due hanno mancato l'appuntamento. "La pressione è tanta", sottolinea Cameran. Giovedì, in extremis, si è fatta viva persino l'azienda ospedaliera di Legnano. "Forse un tentativo di fermare lo streaptease. Fatto sta - racconta Cameran - che ci hanno proposto di entrare in una cooperativa che si occupa delle pulizie nell'ospedale. La prenderemo in considerazione. Abbiamo bisogno di lavorare e non ci tiriamo indietro". Quello con la direzione dell'ospedale, prosegue, "è stato un incontro duro, pieno di tensione, ma non ci ha dissuaso. Siamo andate fino in fondo come annunciato". Nel carnet delle ex centraliniste non c'è solo la proposta dell'ospedale di Legnano. Dopo la provocazione lanciata via internet, si è fatta viva anche un'azienda di Segrate offrendo un posto per una di loro e in calendario c'è anche un incontro con Ezio Casati, assessore alle Attività economiche che ha chiesto di incontrarle.


5 settembre 2008 - Dire

Nude dietro un telo: la strip conference delle centraliniste

ROMA - Riparate da un lenzuolo bianco, le ex centraliniste dell'ospedale di Legnano hanno tenuto la loro strip conferance. Dal palco del teatro della Cooperativa di Milano hanno prima lanciato il loro monito sugli effetti crudeli del precariato e pubblicizzato lo sciopero in programma per il 19 settembre a Roma e poi hanno dato il via allo spettacolo, davanti a telecamere e macchine fotografiche. Vestite di tutto punto durante il momento conferenziale, le undici lavoratrici si sono poi spostate dietro il lenzuolo e hanno iniziato il proprio spogliarello, lanciando oltre il sipario anche la biancheria intima, a dimostrazione dell'integralità dello strip. Anche se hanno dichiarato che indossavano avevano altra lingerìe. Colonna sonora della protesta è stato il "Nessun dorma" di Giacomo Puccini. Poi le disoccupate sono riapparse, avvolte da vestaglie colorate, con in mano uno striscione: A.A.A. vendesi precarie. "Siamo le prime vittime della "Legge Brunetta": la precarietà cronica viene risolta lasciando tutti a casa", hanno detto le licenziate, età media 35 anni, tutte diplomate e una, Sonia, anche laureata in Scienze Politiche. Sono determinate più che arrabbiate, ma soprattutto preoccupatissime per il loro futuro: "Molte di noi hanno famiglia, dei figli, dei genitori molto anziani da aiutare, adesso casa facciamo, come facciamo a tirare avanti?". Ieri, inoltre, le manifestanti hanno incontrato dei dirigenti dell'azienda ospedaliera di Legnano. "Forse un tentativo di fermare lo strip tease. Fatto sta - raccontano - che ci hanno proposto di entrare in una cooperativa che si occupa delle pulizie nell'ospedale. La prenderemo in considerazione. Abbiamo bisogno di lavorare e non ci tiriamo indietro".


5 settembre 2008 - CronacaQui

Dopo la conferenza stampa con strip tease le lavoratrici hanno lanciato uno sciopero
Nude per i diritti dei precari: il video delle centraliniste di Legnano
di Alessandro Sichera

NIGUARDA (MILANO) - «Chiediamo solo un lavoro». E' il grido disperato delle 11 centraliniste dell'azienda ospedaliera di Legnano che da lunedì primo settembre sono disoccupate. Licenziate dopo sei anni di precariato. Per questo, dopo l'appello via video su youtube, dove comunicavano di essersi messe all'asta, oggi hanno deciso di emulare il mitico film "Full Monty" e spogliarsi dietro un lenzuolo bianco con retro illuminazione per far valere il loro diritto al lavoro. Già, «perchè sei anni di precariato sono tanti, passati da una agenzia interinale all'altra, con contratti di due, tre, sei, quattro mesi. Era sempre tutto molto variabile e non avevamo neanche l'accesso alla mensa. Non c'erano accordi con la società e quindi dovevamo anche pagarci il pranzo. Per non parlare del parcheggio, per noi off-limits» L'azienda ospedaliera di Legnano, infatti, ha deciso di affidare il servizio di call center ad una società siciliana. Fin qui niente di nuovo, ci dicono, non è la prima volta che succede. In questi sei anni hanno cambiato diversi fornitori ma il personale l'hanno sempre tenuto. Questa decisione è un fulmine a ciel sereno. Così 9 delle 11 centraliniste disoccupate hanno deciso di spogliarsi, sul palco del Teatro della Cooperativa, a Niguarda, periferia nord milanese. Uno slogan che dice tutto: «precarie vendesi». Al termine dello strip tease hanno indetto uno sciopero generale di tutti i lavoratori precari per venerdì 19 settembre. Un gesto estremo, disperato, sovraccarico di disagio e preoccupazione per dover mantenere dei figli, nella speranza di ottenere, con questa "provocazione", un lavoro. Ma questa volta a tempo indeterminato.


5 settembre 2008 - Aprile on line

Contro la precarietà? Streep conference
Prima si sono vendute su Youtube, poi hanno organizzato una conferenza stampa in cui si sono spogliate, denudate come denudate sono dei loro diritti. Protagoniste le undici centraliniste del call center di Legnano
di Matilde Giovenale

Prima si sono concesse all'asta su Youtube, poi si sono svestite in una strip conference. Il tutto per un posto di lavoro. Operazioni simboliche che hanno di mira un mercato dell'occupazione in cui mente e corpo sono ridotti a cose interscambiali e deprezzabili, in cui coloro che lavorano "vengono ogni giorno denudati della loro dignità e dei loro diritti, costretti a firmare lettere di licenziamento in bianco, contratti a ore sempre più precari e sempre più flessibili". Una vera e propria crociata portata avanti dalle undici centraliniste dell'ospedale di Legnano, autodefinitesi "le prime vittime della legge Brunetta", che aspira a puntare l'attenzione sulla realtà del precariato e che avrà nel 19 settembre a Roma un appuntamento di protesta nazionale.
Così Milena, Paola, Cristina, Laura, Anna, Connie, Antonella, Daniela e Cristiana hanno scelto il Teatro Cooperativa di Milano e la voce di Luciano Pavarotti, mentre intona la pucciniana Nessun dorma, per realizzare la provocazione: una conferenza stampa in cui, coperte solo da un telo bianco in cui apparivano le loro ombre grazie alla retroilluminazione, hanno inscenato uno spogliarello di protesta. Nude come nude di diritti le ha ridotte il mercato del lavoro, che nel caso specifico è quello di un call center che si occupava di informazioni e prenotazioni per ben quattro strutture ospedaliere e in cui sono state impegnate fino alla fine del mese scorso. Dopo sei anni di lavoro precario, con contratti a termine che andavano da tre mesi ad un anno, passando attraverso tre agenzie interinali che si sono succedute nel tempo, queste audaci lavoratrici sono state mandate a casa. Grazie all'ormai famosissimo ministro della p.a. Renato Brunetta, che certo tra di loro non si distingue per simpatia e buon senso. "Il contratto scadeva il 31 agosto -spiegano- e ci hanno avvisate che saremmo rimaste a casa, quando fino a poco tempo prima l'ospedale ci aveva promesso almeno altri sei mesi di contratto". Una prassi resa possibile dalle nuove norme del governo: nel decreto approvato in luglio, infatti, è stata abrogata la clausola che obbligava l'azienda all'assunzione dopo 36 mesi di precariato. "Dal 20 giungo - sostengono le lavoratrici- è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5". Tradotto in pratica: "si elimina il precariato, eliminando i precari".
Per protestare contro questo le Rdb-Cub hanno indetto per il 19 settembre a Roma una manifestazione nazionale. Le debuttanti spogliarelliste senza lavoro saranno in prima fila. Si tratta di donne diplomate, una anche laureata in Scienze politiche, fra i 30 e 50 anni, in alcuni casi con figli. Vittime di Brunetta come tanti altri. Sicuramente coraggiose. Martedì saranno ricevute dall'assessore al Lavoro della Provincia di Milano, Casati, mentre il consigliere regionale dei Verdi, Carlo Monguzzi, ha presentato una interrogazione sulla loro vicenda, mentre Sandro Sartorio, della Cub, ha fatto sapere che si sta valutando se procedere ad una vertenza per chiedere un risarcimento del danno. E l'azienda? Pare abbia consigliato alle combattive centraliniste di "fare le brave", mentre Ornella Cameran, rappresentante sindacale Rdb/Cub, ha fatto sapere che l'ospedale ieri avrebbe tentato di evitare in extremis la performance odierna, proponendogli di entrare in una cooperativa che si occupa di pulizie nella struttura. Una ipotesi che stanno valutando perché, dicono, "abbiamo bisogno di lavorare e non ci tiriamo indietro".


5 settembre 2008 - Corriere.it

Le lavoratrici si sono «messe all'asta» con un video su YouTube
Nude sul palco per i diritti dei precari
Conferenza stampa con strip tease delle centraliniste precarie licenziate dall'ospedale di Legnano. Hanno lanciato uno sciopero
Galleria fotografica allegata

MILANO - L'avevano promesso e l'hanno fatto. Hanno attuato uno strip-tease, sia pur «velato» dietro un lenzuolo bianco con retroilluminazione - le centraliniste precarie «licenziate» dall'ospedale di Legnano dopo sei anni di lavoro interinale, che nei giorni scorsi si erano provocatoriamente «messe all'asta» sul web. Come annunciato in un secondo video su Youtube, intorno alle 11 di venerdì sono salite sul palco del teatro della Cooperativa di Milano. Vestite di tutto punto, hanno lanciato il loro monito sugli effetti crudeli del precariato e pubblicizzato lo sciopero in programma per il 19 settembre a Roma. Poi hanno dato il via allo spettacolo, davanti a telecamere e macchine fotografiche.
LANCIO DI LINGERIE - Si sono nascoste dietro un telo e, sulle note del «Nessun dorma» di Giacomo Puccini, hanno tolto i vestiti fino agli slip e ai reggiseni, lanciati oltre il separé a prova dell'integralità dello spogliarello. «Ma avevamo altra biancheria intima addosso. La nostra era una provocazione pulita che non doveva intaccare la nostra dignità», precisa Ornella Cameran, rappresentante del sindacato Rdb/Cub. Pochi minuti di casto e un po’ impacciato show, nell’imbarazzo loro e dei giornalisti in platea, a ben guardare quasi tutti precari anche loro. Poi riappaiono, coperte da coloratissime vestaglie e alzano uno striscione sul quale a spray è scritto: «A.A.A. vendesi precarie» e annunciando per il 19 settembre a Roma uno «sciopero dei precari». Lo spettacolo è andato anche in diretta su C6tv, una web tv milanese. Sul palco erano in nove. Delle undici precarie solo due hanno mancato l'appuntamento. «La pressione è tanta», sottolinea Cameran.
«NON SIAMO ABITUATE» - Cercando di chiudere il più possibile le pieghe delle loro vestaglie davanti all’insistenza degli scatti delle macchine fotografiche e delle telecamere e scusandosi a più riprese perché «noi non sappiamo fare queste cose, non siamo abituate a parlare con la stampa», Milena, Antonella, Elena, Conny e le loro colleghe hanno raccontato la loro vicenda lavorativa nel call-center dell’Azienda ospedaliera di Legnano. «Siamo le prime vittime della Legge Brunetta: la precarietà cronica viene risolta lasciando tutti a casa», hanno detto le licenziate, età media 35 anni, tutte diplomate e una, Sonia, anche laureata in Scienza Politiche. Sono determinate più che arrabbiate, ma soprattutto preoccupatissime per il loro futuro: «Molte di noi hanno famiglia, dei figli, dei genitori molto anziani da aiutare, adesso casa facciamo, come facciamo a tirare avanti?».
OFFERTA DALL'OSPEDALE - Ieri, in extremis, si è fatta viva persino l'azienda ospedaliera di Legnano. «Forse un tentativo di fermare lo strip tease. Fatto sta - racconta Cameran - che ci hanno proposto di entrare in una cooperativa che si occupa delle pulizie nell'ospedale. La prenderemo in considerazione. Abbiamo bisogno di lavorare e non ci tiriamo indietro». Quello con la direzione dell'ospedale, prosegue, «è stato un incontro duro, pieno di tensione, ma non ci ha dissuaso. Siamo andate fino in fondo come annunciato». Nel carnet delle ex centraliniste non c'è solo la proposta dell'ospedale di Legnano. Dopo la provocazione lanciata via Internet, si è fatta viva anche un'azienda di Segrate offrendo un posto per una di loro. In calendario c'è anche un incontro con Ezio Casati, l'assessore alle Attività economiche, che ha chiesto di incontrarle.


5 settembre 2008 - Quotidiano.net

CONTINUA LA PROTESTA
Centraliniste licenziate alla carica "Ci spogliamo per i nostri diritti"
Dopo il filmato messo in rete le donne si tolgono i vestiti dietro un lenzuolo bianco. Una provocazione per chiedere un lavoro e per promuovere "lo sciopero dei precari"
Galleria fotografica allegata

Milano, 5 settembre 2008 - Nude sì, ma dietro un telo. Le ex centraliniste dell'ospedale di Legnano, che dopo aver perso il lavoro avevano messo provocatoriamente all'asta i loro corpi su Youtube in cambio di una nuova occupazione, l'hanno fatto davvero. Come annunciato in un secondo video, intorno alle 11 di stamattina sono salite sul palco del teatro della Cooperativa di Milano. Vestite di tutto punto, hanno lanciato il loro monito sugli effetti crudeli del precariato e pubblicizzato lo sciopero in programma per il 19 settembre a Roma. Dopo, hanno dato il via allo spettacolo, davanti a telecamere e macchine fotografiche. Si sono nascoste dietro un telo e hanno tolto pian piano i vestiti fino agli slip e ai reggiseni, lanciati oltre il separè a prova dell'integralità dello spogliarello. "Ma dietro avevamo altra biancheria intima addosso. La nostra era una provocazione pulita che non doveva intaccare la nostra dignità", precisa Ornella Cameran, rappresentante del sindacato Rdb/Cub. Lo spettacolo è andato anche in diretta su C6tv, una web tv milanese. Sul palco erano in nove. Delle undici precarie solo due hanno mancato l'appuntamento. "La pressione è tanta", sottolinea Cameran. Ieri, in extremis, si è fatta viva persino l'azienda ospedaliera di Legnano. "Forse un tentativo di fermare lo streaptease. Fatto sta - racconta Cameran - che ci hanno proposto di entrare in una cooperativa che si occupa delle pulizie nell'ospedale. La prenderemo in considerazione. Abbiamo bisogno di lavorare e non ci tiriamo indietro". Quello con la direzione dell'ospedale, prosegue, "è stato un incontro duro, pieno di tensione, ma non ci ha dissuaso. Siamo andate fino in fondo come annunciato". Nel carnet delle ex centraliniste non c'è solo la proposta dell'ospedale di Legnano. Dopo la provocazione lanciata via internet, si è fatta viva anche un'azienda di Segrate offrendo un posto per una di loro e in calendario c'è anche un incontro con Ezio Casati, l'assessore alle Attività economiche che ha chiesto di incontrarle.


5 settembre 2008 - Il Messaggero

Le centraliniste licenziate a Legnano si spogliano:
«Chiediamo un lavoro a tempo indeterminato»

MILANO (5 settembre) - L'avevano annunciato, e hanno mantenuto la parola: le centraliniste precarie licenziate all'ospedale di Legnano si sono spogliate per protesta questa mattina a Milano. Dopo una conferenza stampa al Teatro della Cooperativa, hanno attuato uno strip-tease, ma dietro un telo, per chiedere un lavoro. E qualche proposta, dicono, l'hanno già ricevuta: lo stesso ospedale di Legnano, probabilmente per fermare la protesta, ha offerto loro l'opportunità di entrare in una cooperativa che si occupa delle pulizie, e un'azienda di Segrate ha offerto un posto per una di loro. Al teatro erano tante le telecamere e le macchine fotografiche pronte a immortalare l'evento. Vestite di tutto punto, le ragazze hanno lanciato il loro monito sugli effetti crudeli del precariato e pubblicizzato lo sciopero in programma per il 19 settembre a Roma. Dopo hanno dato il via allo spettacolo. Si sono nascoste dietro un telo e hanno tolto pian piano i vestiti fino agli slip e ai reggiseni, lanciati oltre il separè a prova dell'integralità dello spogliarello. «Ma dietro avevamo altra biancheria intima addosso. La nostra era una provocazione pulita che non doveva intaccare la nostra dignità», precisa Ornella Cameran, rappresentante del sindacato Rdb-Cub. Lo spettacolo è andato anche in diretta su C6tv, una web tv milanese. Sul palco erano in nove: delle undici precarie solo due hanno mancato l'appuntamento. L'iniziativa è stata promossa in segno di protesta perché, dopo aver lavorato per sei anni in un call center per l'ospedale, dal 31 agosto si trovano senza contratto in quanto il servizio è stato affidato ad altri. Avevano annunciato battaglia in un primo video apparso su YouTube, qualche giorno fa. «Se è l'unico modo per farci ascoltare, ben venga: ci spoglieremo. Tanto ci hanno già denudato dei nostri diritti», avevano detto. Ieri, poi, in un altro video avevano confermato la strip-conferenza. «Venerdì sarò nuda come tutti i precari, venerdì sarò nuda come tutte le lavoratrici senza sicurezza, venerdì sarò nuda perchè nessun Governo mi ha vestito di diritti, venerdì sarò nuda perché non ho reddito di cittadinanza, venerdì sarò nuda come mi ha lasciato la legge Biagi», avevano annunciato una dopo l'altra, tutte in kimono. Le centraliniste hanno voluto sottolineare, dopo la breve performance artistica, che «al di là della nostra condizione soggettiva di disoccupate è la legge Brunetta, nota in gergo come legge antifannulloni, che ha buttato sulla strada noi e tanti altri». «Dal 20 giugno - hanno proseguito - è stato esteso al pubblico impiego il divieto di prorogare il lavoro a chi ha svolto 3 anni di occupazione nell'arco di 5. In pratica si elimina il precariato eliminando i precari». Le lavoratrici hanno reso noto che saranno ricevute martedì prossimo dall'assessore al Lavoro della Provincia di Milano, Bruno Casati e che «l'amministrazione dell'ospedale ha consigliato loro di fare le brave in cambio di un impiego in una impresa di pulizie». Ieri, infatti, in extremis, erano state contattate dall'ospedale: «Forse un tentativo di fermare lo streaptease. Fatto sta - racconta Cameran - che ci hanno proposto di entrare in una cooperativa che si occupa delle pulizie. La prenderemo in considerazione. Abbiamo bisogno di lavorare e non ci tiriamo indietro». Quello con la direzione dell'ospedale, prosegue, «è stato un incontro duro, pieno di tensione, ma non ci ha dissuaso. Siamo andate fino in fondo come annunciato». Il comportamento dell'ospedale è stato contestato, sia dalla Rdb-Cub, che dal consigliere regionale dei Verdi, Carlo Monguzzi. Riccardo Germano, del sindacato, ha affermato che «già i contratti vengono rinnovati solo se si fa le brave, e ora si chiede di non far rumore in cambio di un lavoro sotto-qualificato e comunque precario». «È una vergogna quello che sta succedendo - ha detto Monguzzi - la Regione Lombardia deve intervenire subito. È allucinante che il così detto merito, "se fai la brava", sopravanzi il diritto. Ma si deve intervenire anche a livello di legislazione generale».


5 settembre 2008 - Repubblica.it

Strip tease per il posto di lavoro
Galleria fotografica allegata

Milano - Hanno organizzato uno strip-tease, sia pur come si dice in gergo "velato" - dietro un lenzuolo bianco con retroilluminazione - le centraliniste precarie 'licenziate' dall'ospedale di Legnano (Milano) dopo sei anni di lavoro interinale nell'ambito di diversi appalti del nosocomio ad agenzie specializzate. L'iniziativa, definita dalle donne (erano presenti 9 delle 11 che hanno perso l'occupazione) una "provocazione", si è svolta come prologo a una conferenza stampa al Teatro della Cooperativa in zona Niguarda a Milano. Le lavoratrici, assistite dal sindacato Rdb-Cub, chiedono un lavoro sperando che sia a tempo indeterminato