REGIONE LAZIO: SUI TAGLI ALLA SANITA' LA GIUNTA GIOCA AL "CUCUZZARO"

Roma -

A dimostrazione, se ancora ce ne fosse bisogno, che l’intervento della Regione sulla Sanità pubblica del Lazio è solo di natura economica e votato a far cassa sulla pelle dei cittadini, in assenza di un qualsiasi piano epidemiologico e di reale costruzione di reti di assistenza territoriale, la Giunta Regionale si esercita sul numero dei posti letto da tagliare e sugli ospedali da chiudere.


Già all’indomani della pubblicazione del piano di rientro la RdB aveva denunciato la gravità della scelta di far pesare sul sistema dell’assistenza e sulle prestazioni, le manovre di risparmio, avvalorate oggi dalla difficoltà dimostrata dalla Regione a dare risposte certe, che fanno lievitare giorno dopo giorno il numero dei posti letto da tagliare definiti ieri in 3671 fino al 2009.


"Nessun intervento è stato previsto sulle spese sostenute per gli appalti e le esternalizzazioni, se non quelli stabiliti dalla Finanziaria Nazionale, malgrado emerga dai budget delle ASL che il 70% della spesa sanitaria ruoti intorno a tali attività."

 


"La manovra per il rientro dal deficit determinerà riduzione di servizi, aumento delle spese sanitarie per i cittadini, rischio di mobilità per i lavoratori del settore, nessuna speranza di stabilizzazione per i precari – denuncia Sabino Venezia – ma non ridurrà la possibilità di business per i privati, i grandi gruppi/famiglie che detengono la sanità privata sul territorio e le imprese che già gestiscono i servizi esternalizzati".

La RdB del Lazio, che già dal 2005 aveva posto in evidenza il costo degli appalti con i libri bianchi sul S. Camillo e sul S. Spirito, continua nell’opera di denuncia con un occhio agli "appalti facili" della sanità, alcuni dei quali saranno resi noti nei prossimi giorni e sui quali sta predisponendo un esposto alla Procura della Repubblica, per dimostrare che gli scandali venuti alla luce negli ultimi mesi (Lady ASL) sono solo la punta dell’iceberg di un sistema che va radicalmente modificato e che richiede un intervento di controllo forte e responsabile da parte delle istituzioni regionali.